Mercoledì 13 marzo molti utenti in tutto il mondo non sono stati in grado di utilizzare alcuni tra i loro servizi preferiti per un periodo di tempo prolungato. Si è trattato dell’interruzione più lunga nella storia di Facebook, ma attualmente la causa del disservizio non è stata resa pubblica. I fan di Facebook non sono stati gli unici a risentirne, infatti ne sono stati coinvolti anche gli utenti di Instagram e WhatsApp (entrambi di proprietà dello stesso gruppo) che hanno segnalato problemi nell’ottenere l’accesso ai servizi collegati ai due celebri social. Per informare gli utenti sui disagi dovuti al momentaneo disservizio, Facebook ha deciso di utilizzare proprio Twitter, il suo più grande rivale tra i social media, pubblicando questo tweet: “Siamo consapevoli che alcune persone stanno riscontrando dei problemi di accesso alle app legate a Facebook. Stiamo lavorando per risolvere il problema il prima possibile “. Le interruzioni che hanno avuto inizio mercoledì pomeriggio (ora degli Stati Uniti) e hanno colpito utenti di tutto il mondo, compresa l’Europa, le Americhe e in alcune parti dell’Asia. Tra le voci circolate con più insistenza quella che ha destato maggior scalpore vede Facebook vittima di un qualche tipo di attacco informatico, tra i più citati figura il cosiddetto DDoS (Distributed Denial of Service) che avrebbe visto dei criminali inondare la rete della compagnia fino a farla collassare. Queste indiscrezioni sono state rapidamente smentite da Facebook con un comunicato ufficiale in cui si afferma che: “Al momento stiamo riscontrando problemi che potrebbero causare il rallentamento o il fallimento di alcune richieste API. Stiamo esaminando il problema e stiamo lavorando a una soluzione “. In un’email a Wired, il portavoce di Facebook Tom Parnell ha dichiarato: “Posso confermare che il problema non ha nulla a che fare con tentativi di violazione dall’esterno”. Mentre l’azienda si è affrettata a liquidare l’insinuazione che il disservizio potesse essere dovuto a un possibile attacco DDoS, vale la pena notare che nell’ultimo anno ci sono stati diversi incidenti su larga scala che hanno causato il blackout di molti siti Web. Abbiamo scoperto come a volte questi attacchi siano stati mossi con l’intento di colpire lo scambio di criptovalute Bitfinex , come per esempio il massiccio attacco a GitHub o il più grande attacco DDoS registrato che ha raggiunto 1,7 terabit al secondo (Tbps), battendo il precedente record di 1,35 Tbps. ESET Italia invita gli utenti a cogliere l’occasione per cambiare la password di accesso ai servizi Facebook e ad abilitare se possibile l’autenticazione a due fattori (2FA).
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blog.eset.it 2019 03 facebook-subisce-il-piu-grave-blackout-di-sempre