Una visione apocalittica quella che emerge dalle parole di Geminello Alvi: l'economista è intervenuto in una serata organizzata da Terra Insubre, presieduta da Andrea Mascetti, e ha parlato della decadenza della "nostra civiltà".
Geminello Alvi risponde ad Andrea Mascetti: la "Fenomenologia del presente"
"La rete dà il diritto a tutti di sentirsi uguali a tutti. È la fiera dell'equalizzazione, per questo piace ai comunisti. È quello che mancava all'economia sovietica". Una serata all'insegna dell'anticonformismo e della polemica quella andata in scena nel cuore della Lombardia, a Varese, grazie all'associazione Terra Insubre. L'economista Geminello Alvi è intervenuto sul tema "Fenomenologia del presente" e non si è risparmiato, rispondendo con verve alle domande di Andrea Mascetti . Molti gli argomenti trattati, tutti con un'attinenza alla società di oggi. Per Alvi il presente non è un tramonto, è già la fine. Partendo da un'analisi dell'editore Cesare De Michelis, l'economista sottolinea come oggi non esista più una letteratura italiana. Siamo in un vuoto in cui "degli asintattici come Benigni e come Saviano vengono considerati pilastri della cultura". La nostra civiltà, sempre secondo Alvi, è in una fase di decadenza messa in evidenza, in particolare, dai nuovi media, internet in primis. Tra le cause di questa crisi non si può non tenere in conto, inoltre, dell'abissale caduta dei valori e della galoppante vigliaccheria.
Botta e risposta tra Geminello Alvi e Andrea Mascetti: la centralità del capitale
All'abbassamento culturale, del quale Geminello Alvi parla abbondantemente nella prima parte del dibattito con Andrea Mascetti, l'economista aggiunge l'eccessiva importanza attribuita ai "nuovi miti". In una vera società personaggi come Bono degli U2, che vanno dal Papa a "lamentarsi sui migranti", si scioglierebbero come neve al sole. Per Alvi, la nostra è diventata la società "dei luoghi comuni detti da persone indegne". Ma quindi qual è la sorgente del male che impesta la nostra civiltà? Il polemista risale alla centralità del capitale, "un meccanismo impersonale che sta distruggendo tutto". Tale "valore" crea persone che non contribuiscono all'elevazione della società, come è stato Sergio Marchionne, "che era il funzionario di questo meccanismo. Niente di più, non ha portato nulla alla società, se non servire il capitale".
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www.linkiesta.it it article 2018 09 24 geminello-alvi-litalia-e-un-paese-vuoto-marchionne-era-un-bravo-servo- 39516