Dopo essersi aggiudicata il Premio Bindi nel 2014, la “rockeuse” propone ora un brano che disegna il labile confine fra il desiderio di solitudine e quello di appartenenza.
“L’eremita” in questione è qualcuno che in maniera quasi patologica passa dal bisogno disperato di cercare vie di connessione e comunicazione con gli altri al desiderio di allontanarsi da tutto, di isolamento totale. Del resto il bisogno di partecipare e quello di isolarsi – tema che fu caro anche a Giorgio Gaber – è un connubio composto da elementi che viaggiano assieme e in un certo senso si alimentano reciprocamente. Ubriachi di comunicazione come siamo ai nostri giorni, si può in effetti arrivare a volersi chiamare fuori, a non voler provare più bisogni, emozioni, desideri.
«Non c’è volontà di ridicolizzazione, sia chiaro, solo una buona dose di ironia e autoironia. Del resto faccio parte io stessa di una particolare categoria, quella degli ‘eremiti socievoli’, che non si sentono completamente a posto nel mondo eppure un loro posto lo cercano e nonostante il senso di inadeguatezza si espongono; a volte si chiudono in se stessi, altre volte eccedono nella comunicazione attraverso ogni mezzo… forse segnale di dipendenza affettiva? Tutto è nato da un riff ossessivo di chitarra che le mie dita non ne volevano sapere di imparare. Allora ho deciso che per complicare ulteriormente la faccenda dovevo anche cantarci sopra dei versi dalla ritmica molto precisa e che raccontassero qualcosa. Avevo degli stralci di conversazioni che mi giravano in testa, e la visione di questo eremita stilita che era tornato a trovarmi dopo tanto tempo, di cui ho ritrovato tracce nei disegni e in alcune cose che avevo scritto quand’ero molto giovane, ma poi per anni mi aveva abbandonato, o meglio non lo vedevo…ora lui voleva abbarbicarsi sulla colonna di quel giro ossessivo di chitarra e dire la sua, possibilmente col silenzio assoluto. Aggiungici una certa frustrazione di non capire se fossi una disadattata o se mi fossi adattata fin troppo a un certo modo di stare al mondo e di comunicare…ecco, più o meno è nata così L’eremita» Cristina Nico
L’album "L'Eremita" è coprodotto con Raffaele Abbate. Canzoni per chi non si sente del tutto a posto nel mondo, per chi si sente sempre un po’strano e straniero, per chi oscilla tra il desiderio di partecipare, di esserci e quello di chiamarsi fuori da tutto ma alla fine cerca di costruire il suo posto nel mondo.
Musicalmente, si potrebbe dire che con "L'Eremita" la Nico ritrova la via per quel “gotico mediterraneo” che qualcuno aveva intravisto nei suoi esordi, aggiornandolo in un rock viscerale che si tinge di echi di blues, di psichedelia e di world music. Del resto nel background dell’artista c’è un po’tutto questo ma anche altro, c’è un’insopprimibile attitudine punk-noise che, seppure ormai notevolmente educata e dosata, a tratti riemerge, c’è l’amore per la parola cantata in modo visionario, in una linea ideale che va da Lucio Dalla ai CSI, c’è l’ossessione per l’abisso e l’elevazione in cui artisti come Nick Cave, Pj Harvey e Patti Smith sono maestri. E poi c’è il fascino per le radici, una suggestione che qualcuno definirebbe “popular” ma per lei è espressione di qualcosa di viscerale, legata alla memoria e forse a quello che si potrebbe junghianamente definire un “immaginario musicale collettivo”.
Etichetta: Orange Home Records
Radio date: 4 Maggio 2018
BIO
Testi poetici quanto diretti, malinconia ma anche una vena ironica e a tratti surreale, un’attitudine da rockeuse: queste alcune delle caratteristiche della musica e della poetica della genovese Cristina Nico. Per la OrangeHomeRecords di Raffele Abbate ha pubblicato nel dicembre 2014 il suo primo lavoro di lungo respiro ‘Mandibole’, registrato al GreenFog Studio da Mattia Cominotto con la produzione artistica di Tristan Martinelli (Numero 6, Roberta Barabino, Dejan e l’Orso Glabro). La cantautrice già con i precedenti ep autoprodotti ‘Cinnamomo’ (Cinnamomo, 2006) e ‘Daimones’ (Cristina Nicoletta, 2010) aveva destato l’interesse degli addetti ai lavori. Nel 2014 si è aggiudicata il Premio Bindi, prestigioso premio per la canzone d’autore, con la ballade “Le Creature degli Abissi”, scelta anche come singolo del disco. Nelle candidature alle Targhe Tenco del 2015 era in lizza nelle sezioni Opera Prima e Canzone Singola. Nel 2016 gli Yo Yo Mundi la invitano a cantare nel brano “Cuore Femmina”, contenuto nel loro ultimo disco “Evidenti tracce di felicità”, e ad aprire diversi concerti della storica band piemontese. Attualmente sta terminando il lavoro sul nuovo disco, "L'Eremita", che uscirà nell’aprile del 2018 sempre per OrangeHomeRecords: buona parte delle canzoni sono già state testate dal vivo in un energico set chitarra-voce-batteria che vede ai tamburi Federico 'Bandiani' Lagomarsino; ma durante la produzione del disco si sono aggiunti i preziosi apporti di Osvaldo Loi alla viola, Robi Zanisi agli strumenti a corda etnofolk e dello stesso Raffaele Abbate, questa volta anche produttore artistico insieme a Cristina Nico, ai sample elettronici.
Parallelamente all’attività solista, insieme alla poetessa Bettina Banchini forma il duo 'Les Électriques', che propone uno spettacolo di musica e poesia in cui si alternano canzoni e scritti delle due artiste a reinterpretazioni di Samuel Beckett, Dorothy Parker e altri autori. Con le amiche Sabrina Napoleone e Valentina Amandolese, anima invece l'associazione culturale Lilith, organizzatrice del Lilith Festival della Musica d'Autrice, e propone un particolare live in trio, le INA/INA/INA, che vede le tre cantautrici assieme sul palco.
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