La vita in azienda oggi è cambiata e BNP Paribas Cardif vuole rispondere alle nuove esigenze dei propri dipendenti con iniziative di welfare aziendale 4.0. Tra queste non solo flexible working ma anche incontri pensati per educare e informare su tematiche sensibili come salute, alimentazione, vaccini, bullismo e cyberbullismo.
Quante volte si è rinunciato a fare qualcosa per mancanza di tempo? Anche nell’era digitale, conciliare lavoro e impegni famigliari e trovare un equilibrio soddisfacente tra le diverse dimensioni non è semplice. BNP Paribas Cardif, tra le prime dieci compagnie assicurative in Italia, è convinta che le aziende debbano saper innovare anche in quest’ambito, puntando su una nuova cultura aziendale che sappia rispondere concretamente ai bisogni emergenti non solo dei clienti, ma anche delle sue persone.
È così che oggi, mentre si lavora in BNP Paribas Cardif, si può essere informati su meningite e vaccini, si può seguire un corso di alimentazione e prevenzione a tavola, si può scoprire di più sul fenomeno del bullismo e del cyberbullismo, si può fare il check-up in una mattinata presso un centro convenzionato, si possono portare i figli al Kids day o andare con loro a piantare le aiuole nel parco adiacente: attività a cui facilmente si rinuncerebbe per mancanza di tempo, check-up compreso. Nel 2017 la Compagnia ha, infatti, messo in atto alcune iniziative seguendo un nuovo concetto di welfare, più moderno, per adeguarsi ai cambiamenti sociali e sostenere delle vite sempre più complesse. Una prima fase di un progetto più ampio che continuerà nel 2018 per rafforzare la mission di azienda innovativa incentrata sulle persone.
Con la stessa logica con cui sta costruendo l’assicurazione del futuro, più vicina alle persone, ottimizzando l’intera catena del valore della relazione con il cliente, allo stesso modo BNP Paribas Cardif ha deciso di impegnarsi maggiormente per migliorare l’employee journey, ovvero l’esperienza dei suoi dipendenti nelle diverse fasi della vita all'interno dell’azienda. Questo significa da un lato coinvolgere più attivamente le persone nelle decisioni aziendali e verso gli obiettivi di trasformazione e, dall’altro, agevolarli sempre più nella loro sfera privata, fornendo supporto con servizi, strumenti e percorsi informativi utili nella vita quotidiana. I due ambiti interferiscono e si contaminano, ma con un’accezione positiva. Un esempio? Con il flexible working posso lavorare a casa e gestire meglio il mio tempo, in ufficio posso portare il bimbo a vaccinarsi contro il meningococco B e cosi via.
A conferma di una cultura aziendale orientata alla Responsabilità Sociale, anche in altri ambiti, lo scorso novembre la Compagnia ha ricevuto, per il settimo anno consecutivo, un riconoscimento da Unioncamere Lombardia come azienda che si è distinta per le “Migliori Buone Prassi Aziendali di responsabilità sociale in Lombardia”.
Alcuni dati: Welfare in crescita
Le aziende si stanno adeguando alla veloce trasformazione delle famiglie italiane, in cui se da un lato la donna non è più solo impegnata a gestire la famiglia ma ha un ruolo sempre più rilevante anche in ambito professionale, dall’altro l’uomo ha un ruolo più attivo nelle “faccende di casa” e nella crescita dei propri figli. In tutto questo la gestione del tempo diventa quindi il bene più prezioso da restituire ai dipendenti e le aziende hanno capito l’importanza di questo aspetto dato che in molti casi incide direttamente sulla produttività. I risultati? Molto positivi in quanto le politiche di welfare aziendale, secondo i dati Doxa, piacciono a quasi due terzi dei dipendenti; un interesse che ha portato negli ultimi 6 anni a un aumento del 52% di aziende che attuano misure a sostegno del benessere dei lavoratori (Osservatorio di Assolombarda).