Complessità del “sistema uomo”, intersoggettività, nuovi modelli di cura, prevenzione. Sono questi alcuni dei principali temi affrontati nella terza edizione del Symposium “Medicina dei Sistemi”, dal titolo “Modelli di integrazione nella prassi clinica e nuove soluzioni terapeutiche. Prevenzione e terapie del futuro". Diciotto illustri Professori universitari, nel loro ruolo di relatori e moderatori, hanno contribuito a tracciare le linee guida del futuro della Medicina in termini di prevenzione e soluzioni terapeutiche in ambito pediatrico e per l’adulto. Nella cornice della prestigiosa Università Statale di Milano, sono stati approfonditi diversi temi centrali del mondo sanitario: dall’approccio predittivo e preventivo alla multidisciplinarità, dall’integrazione tra le terapie alla visione sistemica di salute e malattia, passando per la personalizzazione e la precisione delle cure.
Tra i relatori intervenuti si è registrata la presenza di alcuni dei massimi esperti, ognuno nella propria specialità, come Sergio Bernasconi, Professore Ordinario di Pediatria e già Direttore delle Cliniche Pediatriche delle Università di Modena e Reggio Emilia e di Parma, Alessio Fasano, Professore di Pediatria presso la Medical School di Harvard, Massimo Fioranelli, Direttore del Centro di Cardiologia e Medicina Integrata presso la Clinica Sanatrixdi Roma, Vittorio Gallese, Professore Ordinario di Psicobiologia presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università degli Studi di Parma, Angelo Gemignani, Professore Ordinario di Psicobiologia e Psicologia Fisiologica dell’Università degli Studi di Pisa, solo per citarne alcuni. A sostenere l’iniziativa Guna, azienda farmaceutica specializzata nella produzione di medicinali a basso dosaggio e promotrice del modello della Medicina dei Sistemi, il paradigma medico che interpreta la salute e la malattia alla luce della visione dell’uomo come un sistema complesso, cioè un’unità interagente di mente, corpo, spirito ed emozioni. “La complessità dell’etio-patogenesi di ogni malattia non può che richiedere un altrettanto complesso approccio ad essa, secondo una visione integrata in cui interventi farmacologici, non-farmacologici e la Medicina Complementare agiscano sinergicamente. Ed è proprio questo il messaggio emerso dal Symposium”, afferma Marco Del Prete, Presidente della PRM Academy (International Academy of Physiological Regulating Medicine).
Tra i temi di grande attualità emersi durante il Simposio nella parte dedicata alla Pediatria, il Prof. Bernasconi ha evidenziato il possibile impatto degli interferenti endocrini nei ritardi e nelle anomalie nella crescita; durante l’età evolutiva, infatti,si è maggiormente sensibili agli inquinanti ambientali, con la possibilità che possa essere alterata anche la risposta alle terapie. “L’exposoma, e soprattutto gli interferenti endocrini, possono avere un ruolo decisivo sullo sviluppo dei ragazzi. Risulta necessario che i pediatri tengano in considerazione questa variabile, soprattutto in aree del nostro Paese in cui l’inquinamento ambientale è più marcato”, afferma il professor Sergio Bernasconi. Oltre ai temi legati allo sviluppo, nella prima sessione del Simposio è stato approfondito il concetto di empatia, intesa come comprensione della presenza fisica e connessione intersoggettiva: grazie all’intervento del Prof. Vittorio Gallese è stato possibile approfondire il concetto di intersoggettività, che raccoglie l’insieme delle interazioni e degli scambi interpersonali che si sviluppano nei primi giorni di vita di un bambino. Particolarmente interessante e calzante a questo proposito lo studio condotto dal Prof. LG. Numkin, pubblicato su PLOS ONE e ripreso dalla Società Italiana di Pediatria, che ha investigato le possibili conseguenze dell’uso dello smartphone da parte della madre durante l’allattamento, con specifica attenzione alle interazioni faccia a faccia con il bambino. In questo contesto risulta fondamentale per un genitore favorire l’interazione positiva con il figlio, prestando particolare attenzione alla funzione e al ruolo dei neuroni specchio nello sviluppo di comportamenti interattivi.
Nella sfera dell’adulto è stato approfondito il ruolo delle neurotrofine ed in particolare del BDNF (Brain Derived Neurotrophic Factor) sul circuito cuore-cervello e la loro capacità di mantenere “giovane” la rete di neuroni che controlla il battito cardiaco. Ma non solo cuore e cervello: è stata esplorata anche la sfera gastrointestinale e, nello specifico, i benefici ed i limiti degli inibitori di pompa protonica (PPIs) nel trattamento della GERD, cioè la malattia da reflusso gastroesofageo e di unpossibile approccio che consideri la deprescrizione di essi (ovvero la progressiva riduzione dell’assunzione del farmaco). “Si tratta di dati estremamente interessanti che possono disegnare un nuovo modo di gestire il paziente con GERD, dato che circa il 20% della popolazione nei paesi occidentali è affetta da questa malattia”, sottolinea il Professor Marco Astegiano. “In questo delicato contesto sociale, la Medicina dei Sistemi può rappresentare un faro nella gestione di molte patologie e di moltissimi pazienti, grazie ad un approccio terapeutico personalizzato e di grande precisione nella fase di diagnosi. Appare oggi necessario e non più procrastinabile considerare il paziente come un sistema complesso, in cui tutti i diversi apparati e sistemi, organi e cellule comunicano tra loro e si scambiano informazioni. Questo modello può rappresentare il pilastro su cui basare le nuove terapie e consentire un vero approccio integrato al paziente”, dichiara Alessandro Pizzoccaro, fondatore e presidente di Guna.