La decisione di registrare e pubblicare Occhi grigi è scaturita dall’accoglienza riservata al brano durante la sua esibizione al Barezzi Festival nel 2023. Pagoda racconta: «Speravo che piacesse, ma la reazione del pubblico è andata ben oltre le mie aspettative. Prima di quel momento non avevo mai pensato di fare uscire questa canzone come singolo, temevo fosse troppo tradizionale per essere apprezzata. Poi ho capito che le persone vanno oltre questi schemi rigidi e apprezzano ciò che è comunicativo».
Con una carriera caratterizzata da un'ampia varietà di influenze musicali che spaziano dal pop all'indie americano, dal classic-rock al country-folk, Pagoda si distingue per un forte richiamo alla tradizione cantautorale italiana. Le sue canzoni affrontano tematiche quotidiane come le relazioni interpersonali, la famiglia, l'amicizia e il lavoro, trasmettendo con sincerità emozioni di insoddisfazione, paura e speranza.
Occhi grigi è un brano che si distingue per la sua capacità comunicativa, trattando temi profondi legati alle relazioni familiari e alla riflessione sulla vita e sulla mortalità. A tal proposito Pagoda condivide: «È una canzone sulla senilità, su chi vive senza retorica ed eroismo ogni giorno come se fosse l’ultimo. 'Occhi Grigi' è anche un pezzo in cui mi chiedo come si faccia a vivere così, sapendo che, se sarò fortunato, un giorno toccherà anche a me».
La registrazione di Occhi grigi è avvenuta presso il Village Studio di Elio Baldi Cantù, con il prezioso contributo di Tommaso Baldi Cantù al contrabbasso e di Emanuele Nidi alla fisarmonica. Pagoda esprime la sua gratitudine verso di loro e verso Angiolino Vitelli per aver permesso l'utilizzo di una delle sue fisarmoniche. Inoltre, non può dimenticare di ringraziare la sua compagna, Marzia, per averlo costantemente incoraggiato nel processo creativo.
Con Occhi grigi, Pagoda invita chi lo ascolta a riflettere sul significato più profondo delle relazioni umane e sulla bellezza della vita.