“Le canzoni si nutrono del sangue della Storia. La Storia si nutre del sangue degli uomini. Gli uomini si nutrono del sangue delle canzoni. Questa canzone, si dice che i fanti che erano sorpresi a cantarla durante la prima guerra mondiale venivano passati per le armi. Questa canzone causò una rissa al Festival di Spoleto negli anni sessanta. Questa canzone continua ad essere cantata, a piacere e a piacerci. E continua a dispiacere a qualcuno”, così il cantautore genovese Max Manfredi a proposito di “Gorizia”, celebre canzone della tradizione anarchica e antimilitarista che la band romana Traindeville ha reinterpretato con lui in un intenso videoclip, girato in un bianco e nero spettrale dalle sapienti cineprese del collettivo Todomodo, documentaristi da sempre impegnati nel campo della Memoria.
In un momento storico in cui parlare di pace o anche solo di cessate il fuoco sembra un'eresia rispetto alla narrazione dominante, il duo di Ludovica Valori e Paolo Camerini, già in sintonia con Manfredi dopo vari incontri artistici – tra cui quello dell'estate 2023 a Frosolone (Isernia) per l'apprezzata rassegna musicale e culturale Rocciamorgia – ha deciso di cimentarsi con un brano che rimane ancora spiazzante nella sua potenza, nella sua disperazione, nella pretesa utopica di dire no alla violenza e alla guerra, che sia essa per uno straccio di bandiera o per la conquista di un fazzoletto di terra.
I musicisti – Ludovica Valori al pianoforte, fisarmonica, voce e trombone, Paolo Camerini al contrabbasso e all'elettronica, assieme a Fabio Gammone alla chitarra – camminano così con Max Manfredi in un Mausoleo dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale e sulle assi del palco di un piccolo teatro indipendente. Artisti dallo sguardo vero, sempre in viaggio sul sentiero della consapevolezza, ci esortano a credere ancora in un mondo libero dalla violenza e dagli autoritarismi.
Scrive “Canzoni contro la guerra”:
La versione originale venne raccolta da Cesare Bermani, a Novara, da un testimone che affermò di averla ascoltata dai fanti che conquistarono Gorizia il 10 agosto 1916.
“Le strofe di questo canto sono spesso inestricabilmente connesse con quelle di Addio padre e madre addio, che a volte ricorrono del resto già in fogli volanti del tempo della guerra italo-turca. […] Secondo Oreste Ronfani la canzone – che si diceva fosse stata scritta da un sardo – venne cantata clandestinamente, sebbene un ordine del giorno del comando supremo la proibisse pena la fucilazione”.
Da C. Bermani, “Guerra guerra ai palazzi e alle chiese”, ed.Odradek, p.311
1964: scandalo nazionale al "Festival dei due mondi" di Spoleto. Nel 1964 venne presentata al Festival dei Due Mondi di Spoleto dal Nuovo Canzoniere Italiano nello spettacolo "Bella ciao", suscitando l'ira dei benpensanti. Quando Michele L. Straniero e Fausto Amodei iniziarono a cantare "Gorizia" avvennero incidenti in sala; la destra cercò di impedire le rappresentazioni; Straniero, Leydi, Crivelli e Bosio furono denunciati per vilipendio delle forze armate.
(Fonte: “Canzoni contro la guerra” - antiwarsongs.org)
Fonte notizia
traindeville.com