“LOOP”, ripetizione e quotidianità
Il nuovo Ep della cantautrice friulana Michela Franceschina
Michela è una cantautrice friulana. Nel 2019 è uscito il suo primo album, che si intitola “Burattini Erranti”. Negli ultimi anni, insieme a Giacomo Iacuzzo (batterista e percussionista) e Ivan Moni Bidin (ingegnere del suono), ha lavorato al suo secondo progetto di musica originale e indipendente intitolato “Loop”.
“Loop” è un Ep, una raccolta di 7 canzoni originali, <<scritte durante il lockdown del 2020, quasi una sorta di diario. Sono state elaborate insieme alla ritmica, con Giacomo, a distanza. I testi sono spunti di riflessione nati in questo periodo difficile, che partono da una semplice considerazione: la quotidianità è un bene che diamo sempre per scontato e che adesso invece rappresenta quasi una forma di trasgressione. L’ultima traccia dell’Ep è una nostra rielaborazione di un brano di Brunori Sas, che si intitola “La verità”, che ben si lega alle tematiche dei brani originali. La band è formata da me (tastiera, effettistica vocale, voce) e Giacomo Iacuzzo (batteria e sampler).>> ci racconta Michela.
Quando hai iniziato a suonare?
<< Il mio legame con la musica è iniziato quando ero alla scuola dell’infanzia. Mi piaceva cantare e suonicchiavo una tastierina rossa, che mi aveva regalato mio zio. Poi la musica è diventata la mia grande passione, il mio lavoro.>>
Quindi è tuo zio che ti ha spinto su questo percorso?
<< Nella mia famiglia, la musica c’è sempre stata, i miei nonni e mia mamma suonavano la fisarmonica, le mie nonne hanno sempre cantato, mio papà cantava, mio zio aveva una collezione di dischi e vinili che ci prestava…ho sentito la necessità di cantare e suonare anche io, e devo dire che la mia famiglia mi ha sempre appoggiato.>>
Hai quindi proseguito il tuo percorso di studi musicali…
<< Sì, prima in una scuola di musica e poi in Conservatorio. Sono infatti Diplomata in pianoforte e in metodologia musicale Willems. Poi ho frequentato i corsi di compositore, interprete e autore
di musica leggera al Cet di Mogol.>>
Quando hai iniziato a comporre?
<< Ho iniziato a scrivere per necessità, prima dell’esperienza con Mogol. Creare musica, scrivere testi, trovo che siano processi quasi terapeutici, che mi danno modo di far uscire non solo il mio slancio creativo ma anche i miei pensieri. La cosa più bella poi, è quando qualcuno ascolta un mio brano e mi dice “questa cosa l’ho vissuta anche io”. Mi fa sentire più vicina alle persone e mi fa capire che siamo tutti connessi.>>
Scrivi da sola o hai delle collaborazioni?
<< Dipende. Di Loop ho scritto musiche e testi, poi Giacomo ha dato il suo prezioso contributo sulla parte ritmica e Ivan ha aggiunto dei tasselli in studio di registrazione. Per “Burattini Erranti”, invece, le collaborazioni sono state numerosissime, era la mia prima esperienza, Nicola Pravisano e Michela Niccoli hanno scritto alcuni testi, Marco Bianchi e Geremy Seravalle hanno curato gli arrangiamenti. Ho poi curato la parte musicale di alcuni progetti in friulano, per bambini, su testi di autori locali.>>
Che differenze ci sono tra il primo e il secondo album?
<< Come dicevo, “Burattini Erranti” era la prima produzione e mi sono appoggiata a molti collaboratori, mi è stato utile per apprendere moltissime cose che non avevo mai sperimentato prima. In “Loop” mi sono proprio liberata, in primis a livello armonico, ho lasciato che le dita cercassero da sole gli accordi e i giri di basso, e magicamente sono uscite delle sonorità che non mi sarei immaginata, credo di aver inconsciamente fatto la sintesi delle mie esperienze precedenti, comprese quelle relative ai miei studi: armonie quartali, settime…è tutto lì. Poi ho accostato i testi e le melodie. Il lockdown è stato un turbinio di pensieri ed emozioni, chiusa in casa per due mesi, come tanti, si può facilmente immaginare. Ho cercato di canalizzare le energie negative e trasformarle in musica.>>
Come mai questo titolo, “Loop”?
<< Loop significa ripetizione, in quel periodo (lockdown) la mia testa era sommersa di pensieri, ripetitivi, ridondanti; ma non solo, cercando di semplificare il tessuto armonico ho provato a lavorare sulla ripetizione di cellule ritmico/melodiche e anche armoniche, che sono andate a formare l’intreccio iniziale e l’impronta sonora dei singoli brani. Finita l’emergenza mi sono trovata a riflettere su come rischiamo, troppe volte, di creare ripetitività anche nelle nostre giornate: casa, lavoro, casa, lavoro… in questa società frenetica è importante invece fermarsi ogni tanto, per godere delle piccole cose belle di ogni giorno, una passeggiata, un tramonto, la compagnia degli amici. E’ importante rallentare e ritrovare noi stessi.>>
Suoni solo musica tua o hai altri progetti?
<< Suono anche in altri progetti, per esempio nel Trio Kalliope, un trio vocale femminile, con i Bossa Loca, rivisitiamo brani di repertorio in chiave bossanova/swing/funky, e ho delle collaborazioni con diversi musicisti e cantanti.>>
Progetti per il futuro
<< Le idee sono sempre troppe. Sto continuando a scrivere e comporre, non voglio anticipare ancora nulla. Ma nel frattempo sto organizzando altre date di presentazione di “Loop”, oltre alle prime tre che ho organizzato per questo autunno. Per seguirmi e ascoltarmi, ci sono i social, le piattaforme online e il mio sito:www.michelafranceschina.it.>>