In questa intervista esclusiva, ci immergiamo nella vita e nella carriera di Vincenzo Sorrentino, Managing Partner della LFA, un'agenzia di talenti che sta facendo parlare di sé nel mondo della musica. Da un inizio modesto a una rinascita coraggiosa, Sorrentino condivide la sua storia di successo, le sfide personali e professionali che ha superato e la sua visione per il futuro.
Dire primi giorni è riduttivo, ho iniziato da ragazzino alle scuole medie ad organizzare con gli amici del quartiere le prime feste per gli studenti.
Ricordo ancora il primo locale che feci, dovettero firmare mia madre e la madre di un mio amico per farci prendere il club, si chiamava il Liberty era a Soccavo, in periferia di Napoli, quartiere dove sono nato e cresciuto.
Diciamo che il vero e proprio inizio di carriera è arrivato con la maggiore età, uscivo da una storia tormentata e uno dei miei più cari amici, Simone, mi fece entrare nella sua crew che si chiamava Panic, da li a poco diventammo soci e portammo il nostro prima artista internazionale in un grande club campano come il Duel.
Poi è stato tutto un divenire, creai uno dei party da club di musica elettronica più in voga nel biennio 2015-2017 ed entrai a far parte come responsabile delle vendite e promozione eventi di una delle società più grandi in Italia di festival di musica elettronica come International Talent. Furono anni incredibili, poi l’idea folle della live music e li iniziò tutto con la mia prima società la Synergy pr .
2. Durante il tuo percorso professionale, quali sono stati i momenti di maggior successo che ritieni abbiano contribuito a plasmare la tua carriera?
Sono stati svariati, di sicuro la nascita della Synergy Pr, poi diventata Synergy Music Group, mi ha fatto capire che potevo farcela. In quegli anni collaborammo con tantissimi artisti di buonissimo livello italiano, feci un acquisizione con un grosso gruppo inglese e portammo l’azienda in contesto europeo, ci trovammo a gestire artisti che provenivano dall’Eurovision, producemmo i primi festival live e i primi tour importanti in Italia . Era più orientato sul management però, cosa che ad oggi ho capito non voglio realmente fare, l’agente è il ruolo più adatto. Ecco quella prima grossa esperienza mi fece capire il mio posto nella discografia quale era.
3. D'altra parte, ci sono state sfide o momenti difficili che hai dovuto affrontare lungo la strada? Puoi condividere un esempio di come hai superato una di queste sfide?
Certo per dirne una, di sicuro il periodo del Covid. Fu devastante per un azienda che stava inziando da poco a farsi conoscere. All’epoca ero l’unico socio, dovevo portare sulle spalle il peso di tutti gli artisti, le scelte aziendali e soprattutto il macigno economico che in quel momento si sarebbe abbattuto su tutto il mondo dell’intrattenimento per almeno un anno e mezzo.
Perdemmo lo slancio che avevamo avuto, le risorse economiche finirono e non potevamo più permetterci di lavorare con determinati artisti .
Ricordo che ci fu un momento che dissi basta, ora chiudo tutto e cerco lavoro e se nessuno mi vuole torno a fare l’elettricista.
Mi diedi un mese di tempo per provare a risolvere tutto, fortunatamente trovammo la strada dei partner inglesi, cedetti il 49 percento delle quote aziendali e ci fu un immissione di liquidità da parte dei nuovi partner che ci permise di ripartire.
4. Il settore musicale può essere molto competitivo e spesso soggetto a pressioni. Come gestisci il duro riscontro da parte del pubblico, della famiglia e degli addetti ai lavori?
Non lo gestisco, dopo tante cose che mi sono successe, ormai credo di averci fatto l’abitudine, non ascolto più nessuno, vada avanti per la mia strada. In famiglia alcuni pensano che ancora non lavoro, nonostante oggi nel 2023 posso dire di avere una delle agenzie più in crescita nel mercato dell’entertainment italiano.
5. Come hai affrontato le sfide personali legate alle vicende legali nella tua carriera musicale? Quali insegnamenti hai tratto da queste esperienze?
Sapevo sarebbe arrivata questa domanda e forse ci speravo anche, spiego per bene.
Sono quindici anni che lavoro nel mondo della musica in particolare.
Ho venduto migliaia di biglietti per anni a tutta Italia, ho organizzato eventi su eventi con decine di migliaia di persone al seguito che acquistavo titoli di accesso di ogni party, concerto o evento che facevo.
Posso mai aver perso la testa all’improvviso? No, te lo dico io.
La vicenda prima cosa era slegata alla mia ex azienda, che però ci è finita dentro comunque. Erano delle vendite parallele che effettuavo con una biglietteria aperta con un amico. Purtroppo, le cose sono andate male, mi sono fidato delle persone sbagliate, persone che alla fine sono uscite pulite e io ho pagato economicamente e legalmente per tutti. Logicamente ero il volto di tutto ed era facile puntare il dito e scatenare l’opinione pubblica su di me che ero comunque una persona nota nel mio mondo soprattutto a Napoli.
Ci furono dei biglietti per diversi concerti non buoni, quando ce ne accorgemmo era troppo tardi, avevamo investito una marea di soldi per acquistarli e li piazzammo.
Fu un grande sbaglio, ma fu l’unico in quindici anni di carriera che mi stava costando la professione e la galera.
Ad oggi mi scuso pubblicamente ancora una volta verso tutti quelli che hanno avuto dei problemi, ma credetemi ho pagato un prezzo molto alto.
6. Durante periodi di contestazione legale o professionale, come hai mantenuto la tua motivazione e la tua fiducia nel perseguire i tuoi obiettivi nel settore musicale?
Molto difficile è stato non mollare tutto. In quel periodo tutti o quasi tutti mi vedevano come un mostro, dimenticando troppo in fretta chi ero e cosa avevo fatto di buono per anni.
Il servizio televisivo poi ampliò tutto, quando si stava smontando la storia, la riportò ad un livello ancora più alto, perché tutti all’improvviso videro e giudicarono senza sapere nulla di me però.
Perfino la mia famiglia mi ha allontanato, per mesi sono stato un appestato.
Ma io sapevo chi ero, quando tutti mi dicevano di togliere i social e non scendere, io ho attaccato e sono sceso in piazza. Non ho mai abbassato la testa, ho preso di petto il problema e l’ho affrontato. Devo dire grazie anche al mio avvocato che mi ha difeso in maniera eccellente sulle numerose cause penale che mi sono piovute addosso. Mi sono sentito un po' Corona in quel momento, c’era Mattia Messina Denaro latitante da trent’anni, ma il mostro era Vincenzo Sorrentino per due biglietti falsi.
7. L'affrontare questioni legali o controversie può essere emotivamente gravoso. Puoi condividere come hai gestito il sostegno della famiglia e degli amici in questi momenti?
Ho capito le priorità, sono andato in terapia perché non ero al meglio mentalmente, facevo finta di nulla in pubblico, ma mi sentivo solo e ho capito, sentivo che nessuno più mi sosteneva, neanche mia madre per un periodo, si vergognavano. Gli amici per tutelarsi dalla gogna mediatica che ci è stata presero le distanze, salvandone veramente due. Sentivo che stavo cadendo in depressione e decisi di riprendermi in mano la vita.
Ho messo tutto in standby e nuotato forte verso la riva. Mi sono salvato e posso dirlo stavolta solo grazie a me.
8. Quali sono state le lezioni chiave che hai imparato dalle vicende legali e professionali che hai affrontato e come queste esperienze hanno plasmato la tua visione e il tuo approccio nel settore musicale?
Ho imparato a fidarmi solo di me stesso. Mi guardo le spalle da solo oggi, sono più forte, molto più forte. Non ha cambiato la mia visione, è sempre la stessa. Amo questo lavoro, semmai ha rafforzato la mia voglia di farlo, perché per un momento lo stavo perdendo. Ecco forse le uniche persone che per uno strano senso dell’ironia non hanno fatto una piega in questa vicenda, sono gli addetti ai lavori. Questo mondo non mi ha sputato fuori, forse perché vedevano la realtà del mio lavoro da vicino rispetto a tutto il resto, anzi sono nate opportunità.
9. La rinascita con LFA è un capitolo significativo nella tua storia professionale. Puoi raccontare come hai trovato la forza per affrontare e superare le sfide legate alla chiusura dell'azienda precedente e come hai iniziato questo nuovo capitolo con determinazione?
Dovetti chiudere l’azienda Synergy, perché ormai si era bruciata, ogni giorno un gruppo di persone andavano a commentare e scrivere alle persone che lavoravano con noi cose negative.
CI fu però una proposta, di quello che è oggi uno dei miei più grandi produttori, di realizzare una società con me a capo dell’operativo e composta da più soci capitali, persone di spessore nell’imprenditoria italiana.
Mi sono trovato a gestire un azienda con un capitale enorme da investire e da lì siamo ripartiti più forte che mai. Ho fatto capire a tutti che c’ero ed ero più tenace che mai.
10. Come hai gestito il passaggio da una fase di difficoltà professionale alla creazione e al successo di LFA? Quali sono stati i fattori chiave che hanno contribuito a questa rinascita?Le intuizioni, decidemmo di partire con piccoli artisti ed investire forte su di loro, procacciare importanti opportunità ma con artisti che partivano con noi.
Creammo un roster di grande talento. Oggi alcuni hanno vinto dischi d’oro, altri hanno firmato in major.
Logicamente è stata una crescita verticale che in poco tempo ci ha portato inevitabilmente a lavorare non solo con giovani ma anche con tantissimi artisti affermati .
11. Come bilanci il tuo impegno professionale con gli aspetti personali della tua vita, specialmente considerando le pressioni e le responsabilità del settore musicale?
Complicato, ho la fortuna di avere un grande staff ad oggi che mi permette di delegare qualcosa in più. Con la mia compagna, che lavora nel mondo dell’Intrattenimento anche lei, cerchiamo di ritagliarci i nostri spazi. Spesso quando può la porto con me in giro ai concerti.
12. Infine, cosa consiglieresti a chi sta cercando di intraprendere una carriera nel settore musicale, alla luce delle tue esperienze e delle sfide che hai superato?
Qualche giorno fa, ho fatto da relatore per un accademia napoletana di music business management, per i ragazzi del primo anno, per orientarli su quello che sarà il loro percorso.
Gli ho semplicemente detto, che questo è un mondo complicato, in alto ci arriva il dieci percento delle persone, ma che sia breve o lunga, grande o piccola la loro carriera, non conta, perché varrà la pena. Questo è il lavoro più bello del mondo.
L'intervista a Vincenzo Sorrentino ci ha portato in un viaggio emozionante attraverso la sua carriera nel settore musicale, dalla crescita dei successi alle sfide affrontate con determinazione. La sua visione, la sua resilienza e la sua dedizione alla musica continuano a guidare il successo della LFA e a ispirare chiunque cerchi di intraprendere una carriera nel mondo della musica.
Questo articolo fornisce un ritratto approfondito di un professionista della musica che ha lasciato un'impronta indelebile nell'industria e offre ispirazione per chiunque cerchi di perseguire la propria passione nel mondo della musica.