Sergio Ottaviano (noto Mancini), nato a Sassari nel 1971, cresciuto in Sardegna ma vivo in Abruzzo da quasi
trenta anni. Ci ero arrivato per studiare all’Università di Pescara, non me ne sono più andato da questa
regione. Sono giornalista pubblicista, lavoro fin dall’età di diciannove anni nell’emittenza locale; cronista e
presentatore radio-televisivo, ma da qualche anno lavoratore part-time. Presento eventi e manifestazioni
varie, ho la passione per il canto pur non avendo studiato musica. Ho pubblicato un racconto nel 2011, ‘La
strada…non fermarti mai !’. Dopo qualche anno di ricerca interiore, ho deciso di scrivere un altro racconto
che identifichi la realtà attuale. ‘Generazione part-time’ racchiude sprazzi di ieri e di oggi e del passaggio
alla nuova generazione. E’ il diario di un quarantenne che cerca la sua identità, nell’era del web, dei ritmi
frenetici ma, paradossalmente, dai tempi dilatati. Una strada in salita, ma è importante concentrarsi sulle cose
‘che fanno bene’ e non perdere la speranza. Mi sono sposato a quarantacinque anni, sarò forse in ritardo ?
Sto scrivendo un altro romanzo, che tratta del rapporto tra amore e solitudine, un romanzo post-covid che
farà discutere per i contenuti
CODICE ISBN
9788885515635
SINOSSI GENERAZIONE PART TIME
Ho festeggiato i miei primi quarantanni (senza apostrofo perché le età vanno vissute tutte di un fiato), faccio il giornalista, lavoro circa otto ore al giorno, preparo e leggo i notiziari alla radio e conduco trasmissioni sportive. Ho un mutuo sulle spalle e non sono riuscito a mettere da parte un solo euro; sopravvivo mese dopo mese, ingoio amarezze che mi faccio scivolare addosso dopo pochi minuti, vivo attimi di felicità, non mi sono mai sposato, non ho figli e ho sempre sognato il grande amore. Da qualche anno, causa riduzione delle ore di lavoro per crisi economica, guadagno meno di mille euro al mese.
Mio padre a quarantanni lavorava da venti, otto ore al giorno, aveva uno stipendio da dipendente pubblico, una moglie, due figli, riusciva anche a risparmiare del denaro ed è andato in pensione prima dei sessantanni “per fare spazio ai giovani” diceva…A me e mio fratello non è mai mancato nulla e ci divertivamo con le biglie di vetro, le piste per far correre le macchinine radiocomandate, saltavamo con la corda, giocavamo a nascondino, a uno-due-tre-stella e se c’erano ragazzine facevamo il gioco della bottiglia per baciarle o almeno provarci. Andavamo in bicicletta senza caschetto, in motorino senza casco, ci sbucciavamo gomiti e ginocchia tutti i giorni, eppure siamo ancora vivi ! I figli di adesso, invece, hanno almeno due telefoni cellulari, Facebook, Twitter, gli mp4, I-pod, Ipad, Tablet di ultima generazione, fanno i tronisti e i provini per il Grande fratello.
Ho conosciuto Lucilla, ventenne disposta anche a compromessi di natura sessuale pur di apparire e far risaltare la sua immagine. E’ la figlia di una mia amica, indossa solo capi firmati, sbaglia tutti i congiuntivi e pensa che la fashion-blogger sia un lavoro. L’ho accompagnata a fare un provino in un’agenzia di spettacolo, è rimasta un po’ delusa. Le ho detto che non deve arrendersi, che dopo aver preso un pugno in faccia ci si rialza più forti e determinati, ma qualche giorno dopo hanno arrestato suo padre (separato dalla madre) in una retata antidroga e prostituzione
La sera della presentazione del mio primo libro è stata una catena di emozioni, in compagnia di Stefania, fidanzata capricciosa e presentatrice televisiva complice di serate indelebili. Un racconto sfrontato che ha messo in imbarazzo un noto docente di letteratura chiamato per la recensione dal mio editore Ludo, personaggio sciatto e poco affidabile, poi sparito nel nulla, proprio quando stavo assaggiando il successo editoriale.
Recentemente mi sono reso conto di essere stato sempre sopraffatto dagli eventi, di avere accettato ciò che mi riservava il destino senza cercare di stuzzicarlo, mi sono adattato accontentandomi, fino a quando un moto di ribellione interna mi ha pervaso ed ho pensato che, per dare un senso alla mia vita, avrei dovuto osare per ottenere ciò che davvero desideravo. Sono reduce da tre convivenze con altrettante donne, nella mia casa. Non c’è stato mai il ‘lieto fine’, per ragioni diverse, così come differenti sono state le convivenze: una la definirei ‘convivenza viziosa e opportunista’, un’altra ‘convivenza orgasmica illegale’, la terza è stata una ‘convivenza apparente tradita’.
Con Claudia sono stati due anni di buon sesso, lei non si muoveva da casa mia se non per andare a comprare stecche di sigarette, raccattare qualche pezzo di fumo di qualità scadente o casse di birra, che tracannavamo ad ogni ora. Claudia era una donna formosa e comoda, un visino da bambola, non le piaceva alcun tipo di lavoro e quando ci provava durava pochi giorni. Dopo due anni l’ho mandata via.
Sabrina era minuta, una settima misura di seno, riccia capricciosa, nata per fregare il prossimo. Lei le chiamava opportunità di guadagno, aveva tante idee ma anche tanti debiti a causa del gioco: regina delle Slot e del Bingo, del Gratta e vinci, degli investimenti a rischio: ho resistito con Sabrina oltre due anni perché era una vera bomba sessuale, quando stava sopra di me e poteva guidare il gioco aveva orgasmi ravvicinati a volte le mancava il respiro, era molto divertente.
Carola, invece, era ai miei occhi la donna perfetta. Laureata in lingue, svolgeva servizi a pagamento in qualità di interprete per conferenze, interviste ed eventi multiculturali. Aveva trentaquattro anni, alta, mora, provocante, slanciata e con una grande passione per il canto: voce potente ma anche ritardataria cronica; è stata la convivenza più duratura, oltre quattro anni. Simpatica, ironica, forse insicura: Carola diceva a tutti di adorarmi e mi chiedeva cento volte al giorno se la amassi.
Il destino ha voluto che io, durante una trasferta di lavoro per la cronaca di una partita di calcio, rincontrassi Grazia, mia coetanea, con la quale ero stato insieme per cinque anni ai tempi dell’Università, poi l’avevo lasciata perché donna troppo regolare e moderata in tutto e perché, nei frequenti pranzi di famiglia alla domenica, mi sentivo soffocare la vita. A distanza di quindici anni Grazia era ancora più bella, con il fisico allenato dalla palestra ed il sorriso smagliante. Me ne sono innamorato perdutamente e lei ha detto di avermi sempre amato; tra noi c’è stata subito un’intesa fortissima e avevo la sensazione di avere a che fare con una persona nuova, mai conosciuta in passato. Grazia era diventata la mia amante, ci divideva una distanza di seicento chilometri e ci incontravamo in occasione delle mie trasferte di lavoro: la squadra di calcio che seguivo perdeva ovunque, invece io con Grazia vincevo ore indimenticabili nelle stanze d’albergo.
Mi sentivo in colpa con Carola, mentre Grazia mi pressava affinché decidessi ciò che volevo veramente. Io non volevo perderla ma avevo sempre creduto che la mia vita fosse accanto a Carola, fino a quando una sera, su Facebook , ho letto casualmente un messaggio privato, scoprendo che la mia convivente mi tradiva con un musicista della sua band: ero incredulo ma non disperato e provavo un misto di sensazioni. Una forte delusione dalla donna che per anni avevo idealizzato e un sospiro di sollievo per la relazione ben avviata con Grazia, il mio primo amore. Carola diceva che la sua era solo una sbandata e che voleva costruire un futuro insieme a me, le ho dato una settimana di tempo per andarsene. Qualche giorno dopo, però, il ‘colpo di scena’: Carola era rimasta incinta ma ha voluto abortire per non pregiudicare la sua vita sul palco ed il suo lavoro già precario. Non ho mai appurato se l’autore della gravidanza ero stato io o il musicista, ma diventare padre non mi sarebbe dispiaciuto, anche se non in quella situazione. E così è proseguito il rapporto a distanza tra me e Grazia, che ha svestito i panni dell’amante.
Un potente terremoto dal quale sono uscito vivo mi ha fatto riflettere: non è vero che abbiamo tanto tempo per decidere cose importanti, andare con lentezza può essere letale, basta rimandare ! Per la prima volta ho scelto, desidero diventare padre e desidero che Grazia sia madre, anche se ha già compiuto quarantanni; ci proviamo ogni volta che possiamo stare insieme, ma fino ad ora senza risultato: Carola non voleva un figlio ed è rimasta incinta, Grazia invece lo vorrebbe tanto. Mentre rifletto sulla giustizia divina, squilla il cellulare, è Grazia. Con tono di voce di allerta dice è al settimo giorno di ritardo nel ciclo mestruale, ma non c’è la minima parvenza che stia per arrivare, anzi, dice che da un paio di giorni avverte un senso di nausea, ma anche stanchezza immotivata, uno stato di ansia e difficoltà ad addormentarsi. Dice che ha sempre avuto un ciclo regolare, di aver notato perdite ematiche qualche giorno addietro, poi più nulla. Cerco di rassicurarla, le dico che forse sono coincidenze, in realtà non so cosa dirle, lei è determinata ad andare a prenotare una visita dal ginecologo, ci salutiamo con tono dimesso. Spengo il cellulare, sono di fronte allo specchio agganciato alla parete del corridoio, mi viene un sorriso amaro, accendo una sigaretta nella serenità di una notte come tante altre e aspetto la pubblicazione del mio secondo libro.
Fonte notizia
linktr.ee self.festival