Firenze, Italia – Il mondo si riunisce per celebrare il dono della vita: si accendono le luci sulla 24a edizione dei World Transplant Games, manifestazione sportiva internazionale che riunirà oltre 3.000 trapiantati di organi e tessuti provenienti da piú di 60 nazioni. I Mondiali si terranno a Perth, in Australia, dal 15 al 21 Aprile 2023 e la Nazionale Italiana si presenterà con 35 atleti – 7 donne e 28 uomini, tra cui Niccolò Scelfo, trapiantato di fegato nel Novembre 2019 al suo esordio nella massima competizione di categoria e unico Fiorentino della spedizione Azzurra. Come unica è la sua storia di rinascita.
Riunire la comunità dei trapiantati di tutto il mondo, sensibilizzare sull’importanza della donazione di organi e tessuti e dimostrare che – anche dopo un intervento così importante - si può tornare a fare sport ad alto livello ed essere felici - tutto grazie al gesto di altruismo di un donatore: sono solo alcuni dei motivi fondanti della World Transplant Games Federation, ente riconosciuto dal Comitato Olimpico Internazionale, che organizza i World Transplant Games. Un evento nello stile e nello spirito simile alle Olimpiadi, con edizioni estive e invernali, che quest’anno farà tappa in Australia, nella città che vanta la più vasta comunità di Italiani – già pronti a fare il tifo per gli Azzurri che, senza il sostegno di uno sponsor e fronteggiando molti sacrifici, faranno di tutto per dare il loro meglio e rappresentare con onore il nostro Paese.
Niccolò Scelfo arriva a questo appuntamento con una storia particolare: diagnosticato con una malattia rara autoimmune tutt’oggi senza cure, la Colangite Sclerosante Primitiva, l’atleta toscano si è sottoposto a trapianto ortotopico di fegato – unica possibilità per restare in vita nella sua condizione, nel Novembre del 2019. Un trapianto che ha significato un cambio radicale di vita, con un percorso particolarmente difficoltoso nel quale ha dovuto superare diversi ostacoli, tra cui l’incorrere di ben 7 episodi di rigetto acuto d’organo. Andando oltre a queste difficoltà, oggi porta il messaggio dell’importanza della Donazione di Organi e Tessuti attraverso lo sport e la divulgazione sul web.
Gli appuntamenti di Niccolò ai World Transplant Games 2023: Domenica 16 Aprile, Corsa 5 Km – Lunedì 17 Aprile, Pallavolo – Mercoledì 19 Aprile, Pallacanestro – Venerdì 21 Aprile, Lancio del Giavellotto.
APPROFONDIMENTO
Pallavolo, Pallacanestro e Lancio del Giavellotto: entrato a far parte della Nazionale Italiana da poco più di un anno, Niccolò si è subito distinto conquistando due medaglie d’oro e una di bronzo ai Campionati Nazionali di Milano, nel Giugno 2022, confermandosi poi con una medaglia d’oro e una di bronzo ai Campionati Europei di Oxford, nell’Agosto dello scorso anno. A Perth si metterà alla prova anche nella prova di Corsa su strada 5 Km – disciplina il running a cui si è avvicinato per la prima volta nel 2021, quando nel giorno del suo secondo anniversario dalla data del trapianto, è riuscito a concludere la Maratona di Firenze portando per 42,195Km il suo messaggio di amore per la vita, ed entrando subito dopo a far parte della Community degli ASICS FrontRunner – gli ambasciatori del movimento del Brand giapponese fondato sulla filosofia del ‘A Sound Mind in A Sound Body’, ispirato dal più celebre ‘Mens Sana in Corpore Sano’, famosa locuzione latina tratta da un capoverso delle Satire di Giovenale.
Ai Trapiantati viene data infatti la possibilità, nel corso delle manifestazioni sportive a loro dedicate, di partecipare ad un massimo di 5 discipline sportive diverse: Niccolò ha sempre voluto cimentarsi nel maggior numero possibile di competizioni il suo fisico potesse sostenere, non soltanto per lo spirito combattivo che lo contraddistingue, ma anche per i benefici psicologici legati alla pratica sportiva. Cercare di infondere speranza nelle migliaia di pazienti in lista di attesa per un trapianto, in Italia piú di 4.000 lo scorso anno, e portare con sé tutte le persone a cui viene detto “non puoi farcela”, sono i suoi veri obiettivi, molto più delle singole medaglie – che infatti solitamente dona alle persone che lo hanno aiutato e supportato nel suo percorso di recupero dal letto di ospedale al podio.
“Non potrai mai più fare sport”: furono queste infatti le parole di una Dottoressa che, nel suo percorso pre-trapianto, anziché rassicurarlo mise erroneamente un veto sulle sua possibilità di tornare a vivere una vita da sportivo post-intervento: parere questo non solo smentito dai fatti, ma da numerosi studi e ricerche che provano chiaramente quanto l’attivitá fisica rappresenti un fondamentale strumento per la piena ripresa funzionale, il miglior assorbimento dei farmaci salvavita, e un ottimo impulso alla socialità per tutti i trapiantati. Fortunatamente, altri professionisti hanno riesaminato il caso, creduto in lui, fino ad incoraggiarlo al ritorno all’attività.
In Australia Niccolò sfiderà persone provenienti da tutto il mondo, con storie di trapianto di cuore, polmone, rene, midollo, pancreas e fegato, tra gli altri – e tutti loro saranno lì grazie ad un donatore. Ognuno di loro deve qualcosa alla ricerca scientifica e al personale medico e infermieristico, alla propria rete di supporto: molti hanno combattuto e continuano a lottare per battaglie molto più grandi di quelle che li vedranno avversari sui campi di gioco, come ad esempio quella per sensibilizzare chiunque non abbia ancora espresso il proprio “Sì” alla Donazione di Organi e Tessuti, a quella del sangue, o ancora alla tipizzazione del midollo osseo, di fare un piccolo passo avanti per informarsi, trovare risposte ai propri dubbi e alle domande, superare superstizioni e disinformazione.
“Questi anni sono stati ben più duri di una maratona! Il mio fegato aveva una funzionalità residua del 10% quando mi hanno operato, la grande azienda per cui lavoravo mi fece firmare un foglio di dimissioni mentre ero ancora in terapia sub-intensiva, poi i rigetti d’organo, le terapie, l’incorrere di tanti effetti collaterali dovuti agli alti dosaggi di farmaci… ma fin dal primo momento, una volta riaperti gli occhi, ho pensato a come poter tornare – non com’ero prima, ma un pochino meglio, ogni giorno, cercando di testimoniare con la mia esperienza il valore che ognuno di noi può scegliere di dare alla propria vita, anche dopo averla vissuta. Purtroppo, non tutti possono farlo data la scarsità di organi disponibili a causa del tasso di opposizione alla donazione così elevato del nostro Paese. Io sono uno di quelli che ce l’ha fatta, e quando mi dicono 'Sei un esempio!' rispondo non mi sento affatto così: sono solo una persona molto fortunata che ha potuto contare sulla scelta di un donatore e della sua famiglia, così come su tante persone straordinarie, conosciute o sconosciute, a cui non ho mai fatto fatica a chiedere aiuto. Sono loro gli esempi da seguire e imitare, per me. Non credo nella retorica del “se vuoi puoi” e non mi sento un sopravvissuto – casomai un sopravvivente che nel suo piccolo cerca di fare la differenza a piccoli passi, cercando di arrivare lontano insieme piuttosto che in alto da solo. E forse è proprio questo che mi ha salvato.”