«barbie percezioni» è il nuovo singolo di Saphe uscito venerdì 3 marzo per l’etichetta NEEDA e distribuito da Altafonte. Prodotto da Luigi Cervellini, mix e master di Roberto Riccardo presso il RR Studio.
Dopo il successo dei brani “faccioschifoadamare”, con più di 32 mila ascolti su Spotify e di “1410” con più di 18mila streaming, la cantautrice torna con un nuovo singolo facendosi spazio all’interno dello scenario punk italiano.
IL BRANO
«Barbie percezioni» è il manifesto di Saphe. Il brano utilizza una barbie per riferirsi ad una figura apparentemente perfetta e senza enigmi.
Un'apparenza colorata, infantile e fintamente perfetta contrasta la presenza di una varietà di modi di percepirsi, fatta di paura ed esistenzialismi, dove si corre verso una sola versione di sé stessi senza però mai trovarla. Il focus del brano è infatti accettare di non poter vivere in una realtà fatta da un unico riflesso nello specchio, ma costruita su infinite percezioni.
LE PAROLE DELL’ARTISTA
Barbie Percezioni vive in una stanza fatta di specchi in cui la realtà prende forme sempre diverse. Una combinazione di paure e sentimenti esistenziali si intrecciano con la quotidiana corsa a chi siamo davvero, in cui mi rincorro senza fiato, ma senza mai afferrarmi. E forse è proprio questo il punto: non si può afferrare una realtà unidimensionale, una realtà che non faccia i conti con le sue infinite sfaccettature. Ecco perché ciò che non sembra altro che una perfetta barbie, nasconde in realtà aspetti ben più enigmatici.
BIO
Saphe nasce dalla battaglia interiore tra l’essere autenticamente sé stessi e non sentirsi mai a proprio agio. È il tentativo rivoluzionario di fermarsi e toccare i propri sentimenti senza paura, nel mezzo di vite veloci che ci educano alla repressione emotiva.
Il suo sound è caratterizzato da sonorità decise che riportano al mondo pop punk degli scorsi decenni, accostato a una scrittura intima che non ha paura di scontrarsi con la prepotenza della realtà odierna.
Saphe è la figlia impulsiva ed iperemotiva che vuole costringere i padri della scorsa generazione a dire ti voglio bene.