SEI IL MIO EROE
LA TRAMA :
Un gruppo di quattordicenni con errori e problemi di vita decide di mettersi
alla prova in maniera particolare, diventando giocatori dell`Oikos Club, la
squadra di calcio piu` pazza dell`intera citta` di Catania. La storia difficile
di Davide Cifala`, dall`infanzia all`adolescenza, fino all`eta` adulta. Da
calciatore triste a karateka indomito.
" Sei il mio eroe " un
libro che racchiude sogni, speranze, messaggi a persone che non ci sono piu`, fino
ad arrivare all’ amicizia con “ la musa “ Michelle... Il libro mostra la
solitudine di un artista, un karateka malinconico alla ricerca del suo posto
nel mondo. La sincerita’ del dolore, la purezza di un artista maledetto.
€ 10,00
Sconto 0%
(€0.00)
Totale €
10,00
Consegna in
48h lavorative
Disponibilità
immediata
Dettagli :
Libro: |
Bianco & Nero |
||
Formato: |
21 x 29,7 (A4) |
||
Copertina: |
Morbida |
||
Pagine: |
124 |
||
Categoria: |
Narrativa |
||
Editor: |
Photocity Edizioni |
||
Lingua: |
Italiana |
ISBN: | 978-88-6682-966-9 |
PAROLA DELL' AUTORE :
" Cosa sono stato realmente ?
Un golden Boy irripetibile, o un’ atleta che era in realta’, molto meno di quanto voleva sembrare ?
Ora che non gareggio piu’ da un po’ di anni, capisco che forse sono stato tutte e due le cose insieme…
Sono stato il simbolo di un quartiere periferico di Catania, fatto di degrado e sporcizia, del riscatto, del primo sensibile e tangibile cambiamento per la gente meno fortunata, che ispirandosi ed identificandosi in me, usciva dai ghetti, pur essendo all’ epoca, un ragazzo irruento, per niente simpatico, che comincio’ con le arti marziali ad un eta’ in cui di solito si e’ gia’ cinture nere ( 19 anni ).
Ma ancora oggi, qualcuno accusa il mio maestro Giulio Ragusa, di essersi concentrato su di me, solo con lo scopo di creare un karateka straordinario, senza pero’ farmi progredire come persona, considerando tutti i mostri che covavo all’ epoca.
Probabilmente, c’e’ del vero anche in questa tesi.
Il mio maestro di Karate Giulio in compenso, mi diede lo stile ( Wado Ryu ), lo stile che aveva reso campioni prima di me, molti dei suoi allievi, che nelle mani di un ragazzo irruento qual’ ero, divento’ un arma di distruzione.
La storia di un ragazzo come me, che pativa una drammatica situazione in famiglia, che arrivo’ addirittura secondo alla sua gara d’ esordio di Karate, dopo soltanto un’ anno di gavetta ed addestramento ( partendo da zero ).
Ma poi cadde…
Parlare di me infatti, significa anche parlare di distruzione, autodistruzione.
Un’ autodistruzione che mi colse soprattutto quando se ne andarono nonno Natale e nonna Rita, lasciandomi senza una bussola, rendendomi un ragazzo non dissimile allo stesso che a quattordici anni era scivolato nel tunnel dell’ anoressia.
Senza di loro, mi persi dinuovo dietro ai miei demoni, dietro al mio fratello maggiore malato di mente, dietro soprattutto a quel mio bisogno di sentirmi amato… accettato.
La mia carriera nel karate si interruppe, soprattutto perche’ a casa non c’ erano soldi per potermi pagare le lezioni, perdemmo tutti il lavoro, proprio quando mi ero guadagnato la reputazione di “ campione di tutti “.
In quel periodo si rafforzo’ la mia amicizia virtuale con Michelle, che all’ epoca non era ancora una showgirl di “ La 7 “, ma solo una ragazza che sognava di fare tv, che contattai virtualmente su internet, perche’ il suo viso, mi ricordava in modo impressionante il mio amore platonico di gioventu’, che eppure fu il piu’ vero di tutti : Luana, la compagna di scuola del primo superiore, l’ unica ragazza che ho amato nella mia vita, pur non avendola mai sfiorata con un solo dito.
In “ Sei il mio eroe “ ci sono mille aneddoti su quel periodo di profonda depressione, sempre piu’ perso ed annebbiato, quando non potetti piu’ aggrapparmi alla mia identita’ di VillainDavid, e alla reputazione di campione di karate.
Parlando per lettera con quella ragazza, Michelle, capii che felicita’ e successo non sono esattamente la stessa cosa, e che vincere tante coppe o medaglie non conta, rispetto a una madre che soffre per colpa di un figlio maggiore squilibrato.
Il silenzio di quella notte che ti avvolge e non ti fa capire se domani valga la pena di essere vissuto.
Io credo di si, che valga sempre la pena.
Michelle mi ha insegnato a saper accogliere una parte diversa di me una volta ogni tanto, a lasciarmi andare, e che l’ autenticita’ di noi si trova nel buio del nostro essere, al di la’ della superficie di noi, di quel modello di persona che ci creiamo in mente, che a volte va contro le nostre vere radici, alla casa della nostra anima.
Pur non essendoci mai visti ( lei vive a La Spezia, io a Catania ), di strada insieme ne abbiamo fatta…
Lei e’ diventata un “ personaggione “ di La 7, ospite fisso a “ Non e’ l’ arena “ di Massimo Giletti, e spesso invitata nei programmi piu’ importanti, come il Maurizio Costanzo Show ed “ Il bivio “ ( la trasmissione dove la vidi per la prima volta ), mentre io, due anni dopo il mio ritiro nel karate avvenuto nel 2008, ho cercato di ricostruirmi, tentando una breve esperienza nella Kick Boxing, ma a parte qualche sprazzo, non fui piu’ io, ne’ tecnicamente, ne’ come atleta, come atteggiamento.
Cominciai a cercare altri stimoli percio’, andando ad incocciare anche in qualche caduta di stile, dietro alla quale pero’, c’ e’ soprattutto la sincerita’ del dolore, la crescita di un uomo.
Penso che non sia mai troppo tardi per uscire dall’ inferno, per reinventare la tua vita, per dare speranza e mostrare che ci si puo’ sempre reinventare, anche quando nessuno crede in te, anche se in tanti, compresi alcuni miei parenti, mi ritengono uno spiantato, un matto.
In questo risiede la mia presunta grandezza, e probabilmente e’ per questo che per la gente, per la mia gente, sono il loro eroe : per il mio essere stato cosi’ forte, eppure anche cosi’ fragile, cosi’ vincente eppure anche cosi’ perdente, nel mio essere stato tutto cio’ che gli altri temono di essere.
DAVIDE CIFALA’ "
SINOSSI DEL LIBRO :
“ Da un po’ di tempo non sei piu’ tenace. Non sei piu’ il ragazzo indomito che andava dritto per la sua strada, fregandosene di tutti. Fa’ una bella cosa: riprendi quei chili che hai perso e assieme ad essi riacquista la forza interiore che ho sempre ammirato in te “.
La mia storia comincia cosi’, con mio padre che poco dopo il mio quattordicesimo compleanno mi fa un discorso che mi sconvolge.
Pur non essendo un grande comunicatore, si accorge che in me qualcosa non va. Del resto bisognerebbe essere ciechi per non accorgersi di un ragazzo che soffre, e bisognava essere ciechi allora per non accorgersi che non ero piu’ lo schiacciasassi di una volta, quello che terrorizzava la gente.
E’incredibile come il tempo trascorra velocemente senza che te ne accorgi.
Mi sembra di essermi addormentato quel giorno e di essermi svegliato la mattina dopo che improvvisamente non avevo piu’ quattordici anni, ma piu’ di venti.
Sembra ieri quando papa’ mi disse quelle parole.
Una mattina sempre in quel periodo, vado a prendere a scuola il mio cuginetto Christian, che frequenta la stessa scuola media che frequentavo io alla sua eta’, e nel momento in cui rincontro la mia vecchia professoressa di lettere Rina Pennisi, quest’ultima mi guarda come se fossi uno spettro.
L’ultima volta che ci eravamo visti io ero orgogliosamente grasso, fiero, arrogante. Grosso venti chili di piu’, sprizzavo sicurezza da tutti i pori.
“ Ma che cosa ti e’ successo ? – esclama con gli occhi sgranati non appena mi vede, deperito – Tu stai morendo ! “
E non e’ solo un modo di dire.
Dice sul serio.
Io non faccio nulla per smentirla, anzi, faccio una risata sarcastica da pazzo psicopatico.
Non faccio nulla per farle credere che si stia sbagliando.
In effetti anch’io quando mi guardo allo specchio penso : “ No, questo non sono io. E’ solo il mio fantasma “.
CATANIA , GIUGNO 2002
" Mister Orazio sta elencando nomi e numeri davanti a una lavagnetta col gessetto in mano.
Oggi noi dell’ Oikos Club ce la vedremo con la Pro Catania, una squadra di calcio dalla grande fama, in una partita amichevole tra “ Giovanissimi “.
Da circa sette mesi sono un calciatore.
Un calciatore privo di talento, entrato in squadra solo grazie alla “ raccomandata “ di mio cugino Alfio, membro della societa’.
Sono un anoressico, sotto peso di almeno venti chili.
Una volta spaventavo la gente perche’ ero grosso, forte e irascibile, ora perche’ sembro un morto.
Mister Orazio, un uomo buffo dalla criniera brizzolata, ha una particolare simpatia per i casi umani come me. Non mi ha mai fatto giocare una partita vera di campionato, perche’ sa che mi umilierebbe in mezzo a ragazzi che giocano a calcio sul serio, pero’ nelle amichevoli non fa che incoraggiarmi ed apprezzarmi per la mia volonta’, che definisce “ una volonta’ di ferro “.
Non ha ancora notato che ultimamente ed oggi in particolar modo, sono imbronciato piu’ del solito, abbattuto.
Stamattina ho appreso di essere stato bocciato a scuola.
Frequento il primo superiore, l’istituto tecnico industriale Guglielmo Marconi. O meglio, frequentavo.
Perche’ ho appena deciso che non mettero’ mai piu’ piede dentro a un aula scolastica.
Per quanto tutti mi dicano di non arrendermi, di rimboccarmi le maniche e riprovarci, tutto quello che e’ successo quest’anno mi ha letteralmente spento.
Non riesco a perdonarmi per aver fallito.
Non riesco ad immaginare di vivere un altro anno come questo, che tra l’altro non si e’ ancora concluso, ma mi ha gia’ rotto. "
IL MALEDETTO :
" Il maledetto " e’ quello che attrae di piu’ nella letteratura, in modo particolare il combattente, pugile o karateka che sia.
La maggior parte delle persone che combattono, hanno storie di vita tragiche alle spalle, ragione per cui appunto, hanno scelto di combattere.
Ci sono quelli che continuano a “ peccare “, e poi ci sono quelli che invece, proprio grazie allo sport, trovano la strada giusta da seguire.
Il Karate ha salvato molti ragazzi, grazie ad alcuni fondamentali insegnamenti, come il rispetto delle regole e degli altri, cosa assai rara in una societa’ moderna che perdona qualsiasi scorciatoia, se essa e’ finalizzata al raggiungimento dell’ obiettivo.
La cultura del sacrificio, consapevoli che solo facendola diventare parte della nostra esistenza, si possono realizzare i sogni.
Il rispetto per il proprio corpo, consci che sul tatami, cosi’ come sul ring, non si puo’ bluffare.
La capacita’ di incanalare energia fisica attraverso un percorso strategico che richiede intelligenza e autocontrollo.
Ed infine, la certezza che la paura vada affrontata.
Un match di Karate, e’ uno dei rari momenti della vita, in cui si va incontro al dolore, anziche fuggirne, perche’ si sa, e’ l’ unico modo per riuscire a farcela. “
Tra il 2007 e il 2008, Davide Cifala’ incanto’ la Sicilia con pugni e danze.
Lotto’ per dare un senso alla sua vita, e per salvare i suoi cari da un’ incubo.
Voleva essere come Gianluca Branco ( a cui ha poi dedicato il suo quarto libro “ Il ring della vita “ ).
Davide Cifala’, detto “ VillainDavid “, e’ nato a Catania ed e’ cresciuto nel quartiere popolare dove c’ era la casa dei suoi nonni : il quartiere Librino.
Crebbe nella tensione e nell’ angoscia, nel dubbio, sottoposto allo squilibrio ereditato da chi aveva intorno.
Sboccio’ in un polveroso tatami immaginario, fatto di risse furibonde a scuola, la carriera di un karateka che avrebbe catalizzato l’ attenzione generale su uno sport, fino a quel momento poco considerato, specialmente in Sicilia, trascinando nelle sue lotte personali, quella che lui ama definire la sua gente , cioe’ i ragazzi sfortunati del suo stesso quartiere.
Un pesantissimo viaggio nella speranza lo condusse disperato, con poche prospettive e pochissimi spiccioli in tasca, in una palestra di arti marziali di Catania, un piccolo ghetto simile al buco sperduto dal quale proveniva, dove all’ eta’ di diciannove anni imparo’ le basi del Karate.
Il suo maestro si chiamava Giulio, Giulio Ragusa, amico d’ infanzia di suo padre, papa’ Santo.
Il diciannovenne Davide si rifugio’ in quella palestra, pensando solo a muovere i piedi velocemente, a schivare e colpire.
Comincio’ a vincere : il 20 luglio 2007, nella sua Catania, nel suo primo esame per il passaggio di cintura, fece un figurone…
Non era soltanto una questione di cintura per lui, ma era una questione di sangue, di radici, d’ inconscia appartenenza.
Come Gianluca Branco, anche Davide combatteva per qualcosa di piu’ della semplice gloria sportiva.
Eppure, gli venne affibbiata la nomea di cattivo da battere, di ragazzo antipatico ed intrattabile.
La realta’ pero’, non diede ragione a quelle persone e a quelle calunnie.
La rabbia di Davide nasceva da una situazione orribile dentro casa : come poteva sorridere, essere solare come tutti gli altri ragazzi, con un fratello maggiore con gravi problemi mentali dentro casa, che faceva disperare sia lui che i suoi genitori ?
C’ erano dei momenti, durante le sue giornate, in cui, pur essendo un’ anima bella, Davide era costretto a fare ricorso a tutto il proprio autocontrollo per non cedere alla tentazione di uccidere il mostro che aveva dentro casa, che inevitabilmente, creava dei mostri anche dentro la sua persona, rischiando di farlo diventare cattivo come in realta’ non era mai stato davvero.
“ Sul tatami – dice sempre Davide – una ferita, un taglio, prima o poi guariscono. Ma se sei ferito dentro l’ anima, il tuo cuore sanguinera’ sempre di dolore.
Tuttavia questo, non e’ un buon motivo per smettere di lottare. “
Seguendo quel motto di vita, quel “ non rinunciare a lottare “, Davide sul tatami diventa incontenibile : ottiene un’ eroico secondo posto nella gara “ Natale sotto l’ albero “ del 23 dicembre 2007, poi vince una medaglia nell’ aprile del 2008, nel “ Secondo Trofeo Madonna Della Pace . “
Ed anche nel panorama scandalistico, egli non e’ da meno : quando la sua carriera da karateka si interrompe ( non per colpa sua ) proprio sul piu’ bello, dopo la fine della relazione con la fidanzatina d’ infanzia Jessica, che riporta la sua vita sui binari a cui sembrava destinata gia’ in partenza, egli finisce al centro dei rotocalchi, prima per un Sex- Tape con la pornostar Jeniffer “ La Porno “, poi per un chiacchieratissimo casting virtuale fatto per un’ altra pornostar di nome Roberta Gemma ed infine per via dell’ amicizia speciale con un’ altra sexystar… Michelle Ferrari.
A volte sembrava proprio che, i genitori di Davide, volessero tarpare le ali a quest’ ultimo, solo per poter pareggiare i conti con l’ altro figlio, il primogenito Daniele, un vigliacco viziato che si trovava male nel mondo e con gravissimi problemi mentali, sul quale avevano costruito sbagliando, tutte le loro aspettative.
Anche per causa loro, la carriera di “ VillainDavid “ sul tatami si era interrotta… e non era stata solo la poverta’ il motivo della fine della sua avventura nel Karate.
Avevano fermato la sua corsa, gli avevano tagliato le ali per volare in alto, e non era neanche la prima volta che lo facevano…
Una volta smesso di essere un campione, anche l’ essere piu’ forte, si arrese per un po’, dando inizio ad una sorta di errante ricerca di se’ stesso, in altri contesti, in un mondo che sempre meno lo desiderava, e in una famiglia dove sembrava che lui non contasse niente, che non esistesse neanche…
Le vittorie nel torneo “ Natale sotto l’ albero “ e nel “ Secondo trofeo Madonna Della Pace “, svanirono nel quartiere librino, dove Davide si rifugio’ per un po’, a casa dei suoi nonni materni, per i quali lui esisteva eccome.
Fino alla mazzata finale, quando prima nonno Natale e qualche anno dopo anche nonna Rita, se ne andarono.
Tutto questo sfocio’ in una grave forma di depressione per lui, che torno’ minacciosamente, dopo che gia’ a quattordici anni aveva visto la morte in faccia, lottando contro l’ anoressia.
Fortunatamente, anche stavolta Davide riusci’ a salvarsi, quando la sua storia, narrata nei libri “ Libero da ogni limite “, “ Sei il mio eroe “ e “ Ritornai a volare “, fecero tornare a vivere sia lui, che il suo alter- ego estremo “ VillainDavid “, detto anche, “ La voce dei senza voce. “
Fonte notizia
www.riccichiara.com libri letto-per-voi-sei-il-mio-eroe-di-davide-cifala