Le profezie inascoltate del nuovo Millennio inaugurano il nuovo anno della rassegna teatrale Campi Ardenti al Teatro Serra di Napoli (a Fuorigrotta, in Via Diocleziano 316). Con “Cassandra, o della rivoluzione mancata” Riccardo Pisani firma e dirige una storia ispirata a Christa Wolf e interpretata da Maria Guida nei panni di una donna moderna che attualizza la figura della profetessa mitologica, per incarnare le nuove istanze della contemporaneità. Una produzione Contestualmente Teatro e Giardino Segreto di Roccaromana. Voci fuoricampo di Nello Provenzano. Disegno luci di Victoria De Campora. In scena Venerdì 6 e sabato 7 alle 21:00 e domenica 8 gennaio alle 18:00. Info e prenotazioni: teatroserra@gmail.com,347.8051793
Il testo parte dallo studio della “Cassandra” di Christa Wolf da cui emerge un personaggio che attualizza la figura mitologica della profetessa condannata dal Dio Apollo a prevedere il futuro senza essere creduta, per farle incarnare le istanze del presente. Dov’è oggi Cassandra? Qual è la profezia inascoltata del nostro tempo? Per l’autore è la deriva della Globalizzazione della quale, più di vent’anni fa, il movimento no global – una vera e propria biodiversità politica dagli anarchici alla Chiesa – aveva denunciato i gravi rischi sociali e ambientali. Un vaticinio rimasto inascoltato. « La protagonista è una giovane militante, una donna emancipata, che rifiuta di essere solo l’appendice di un uomo, in opposizione a un mondo dominato da logiche violente» dice Riccardo Pisani, autore e regista di “Cassandra, o della rivoluzione mancata”una produzione Contestualmente Teatro e Giardino Segreto di Roccaromana interpretata da Maria Guida – voci fuori campo di Nello Provenzano – in scena al Teatro Serra di Napoli (a Fuorigrotta in Via Diocleziano 316, adiacente all’Osservatorio Vesuviano) venerdì 6 e sabato 7 alle 21:00 e domenica 8 gennaio alle 18:00. Info e prenotazioni: teatroserra@gmail.com,347.8051793.
Lo spettacolo si articola in quattro movimenti che raccontano, rispettivamente, il No Global Forum di Napoli del marzo 2001, il G8 di Genova nel luglio dello stesso anno – con le cariche della polizia, le torture alla caserma Diaz, la morte di Carlo Giuliani – le repressioni giudiziarie e i giorni nostri, in cui la lotta non è morta, ma necessita di nuove forme. «Questo mondo non mi piace. L’idea che il denaro sia più importanti dei diritti basilari e della devastazione ambientale, non mi piace. In un’epoca in cui si acuiscono le ingiustizie, il pensiero non può non tornare a quella irripetibile esperienza di lotta e progettazione sociale, stroncato da pestaggi, torture e colpi di pistola – conclude il regista che ci ricorda l’ultima profezia di Cassandra – bisogna essere come l’acqua, morbida, inarrestabile e infiltrarsi in ogni fessura, fino a scavare la dura roccia, e diventare insieme l’onda del cambiamento».
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