Buon Pomeriggio a tutti!
Benvenuti nella Presentazione dell'Opera dell'autrice Anna D'auria
"Mala Jin- Tulipani nel Cemento"
Se siamo pronte, mettiamoci comode e iniziamo!
Nell' incipit del tuo romanzo inizi con la descrizione di un luogo suggestivo e simbolico, la terra scarlatta. Cosa rappresenta e che valore ha per te la dimensione sovrasensoriale?
La terra scarlatta è un luogo sacro, un giardino della memoria dove sono custodite, racchiuse in tulipani dalle corolle chiuse, le anime delle donne curde che hanno sacrificato la loro vita per la libertà. Un giorno i fiori sbocceranno e spargeranno nel mondo il profumo della loro testimonianza. Nel libro c’è un’intersezione continua di due dimensioni: reale e sovrasensoriale. Da un lato la concretezza dei luoghi, dei gesti e delle azioni, dall’altro il sogno, le visioni che hanno la finalità di guidare la protagonista verso il vero. Non esiste l’una senza l’altra. Credo che siano due piani complementari, non solo nel romanzo ma nella vita di tutti noi.
Nel tuo libro, il filo conduttore è l'amore. L'amore è un sentimento complesso, come hai incastrato i diversi tipi di amore nella narrazione?
L’Amore rappresentato nel libro assume svariate forme, che possono ricondursi ad un’unica matrice: l’amore per la vita, un sentimento duttile ma al contempo forte, motore dell’agire di ogni uomo e, in quanto tale, destinato a diventare la caratteristica più autentica dei miei personaggi.
La protagonista inizia a viaggiare, un viaggio lungo, fino in Turchia. Quali fonti hai utilizzato per descrivere ogni cosa? Hai fatto anche tu quel viaggio?
No, assolutamente. È un nostos, un viaggio di ritorno che la protagonista intraprende per recuperare il proprio passato. Per costruire questa scena, ho rielaborato notizie e letture personali, un repertorio di conoscenze sedimentato negli anni. Quando scrivo, estraggo dal mio bagaglio personale ciò che può servirmi per arricchire le storie narrate, che prendono forma progressivamente con la mia penna, alimentata dall’estro.
La protagonista è alla ricerca del proprio passato per trovare sollievo nel proprio futuro. È stato difficile la costruzione del personaggio anche a livello psicologico?
La caratterizzazione di un personaggio non è mai semplice ma devo confessare che la mia scrittura è istintiva, soggettiva e intrisa di autobiografismo emotivo. Ogni personaggio mi appartiene caratterialmente, possiede un segmento della mia personalità. Elena-Doris, la protagonista di ‘’Mala Jin’’, si può definire il mio alter ego: caparbia, tenace, introversa e bisognosa di conferme e di protezione.
Le donne curde, l'etnia curda. Quanto ti è caro questo tema e che riscontri hai avuto con il pubblico?
Il libro ha ottenuto molti consensi, generando grande interesse e curiosità presso un pubblico ampio e variegato di lettori. È una tematica attuale e silenziata, che purtroppo persiste da anni e prosegue ancora, è un dramma infinito che si svolge sotto gli occhi indifferenti di tutti.
Narri donne- bambine guerriere, quante pagine di schematizzazione delle scene sono servite per costruire la narrazione?
Nessuna, perché ribadisco che la mia narrativa rifugge da schematismi concettuali per sostanziarsi di spontaneità e istintività.
L'allegoria del tulipano nel cemento, ne possiamo parlare?
Le donne curde, per la loro tenacia e forza possono diventare "Tulipani nel cemento", capaci di resistere alla violenza, che prorompe nel loro quotidiano, altresì assurgono a simbolo di abnegazione e di dignità per le nuove generazioni. Il tulipano, un fiore molto diffuso e amato in Turchia, dove è ambientata la vicenda, nel libro assume una valenza simbolica, ricordandoci che ogni donna ha in sé una forza sconosciuta capace di generare dal dolore i semi della rinascita.
Grazie mille ad Anna per essere stata con noi oggi!
Noi ci vediamo al prossimo appuntamento con un nuovo articolo!
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