Le problematiche di Rsa e aziende pubbliche di servizi alla persona sono state presentate agli Stati Generali della Sanità Aretina. La terza edizione dell’evento organizzato dal Comune di Arezzo ha proposto una riflessione sulle difficoltà vissute dagli istituti di assistenza socio-sanitaria e una condivisione delle priorità su cui la Regione Toscana dovrà andare a intervenire per sostenerne e per migliorarne l’attività. Il tema è stato approfondito dalle parole di Debora Testi, vicepresidente dell’Associazione Regionale Toscana delle Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona e presidente della Casa di Riposo “Fossombroni”, che ha presentato una dettagliata relazione per evidenziare alle istituzioni le complesse situazioni vissute dalle aziende pubbliche di servizi alla persona che, in tutta la regione, forniscono circa 1.500 posti letto e garantiscono lavoro per altrettanti operatori.
La prima criticità riguarda la Quota Sanitaria per gli ospiti non autosufficienti a carico del Sistema Sanitario Regionale per la copertura dei servizi necessari: dal 2010 a oggi, nonostante l’aumento generale dei costi della vita, l’adeguamento è stato di appena un euro, passando da 52,32 euro agli attuali 53,32 euro. Con questo importo, la Regione Toscana richiede il rispetto dei parametri del personale socio-sanitario riferito esclusivamente ai non autosufficienti, ma in realtà i costi sanitari sostenuti dalle Rsa sono molti maggiori dal momento che anche i residenti autosufficienti richiedono una presa in carico per diverse patologie afferenti alla sfera cognitiva, psichiatrica e caratteriale.
Un’ulteriore criticità economica è conseguente alla delibera 995 del 2016 che ha previsto una riduzione del 30% della Quota Sociale per ogni giorno di assenza per motivi familiari o per rientri temporanei in famiglia, oltre che per il ricovero ospedaliero per cui non viene corrisposta nemmeno la Quota Sanitaria; questa misura ha determinato una diminuzione delle entrate a fronte di costi fissi soprattutto per il personale che è prevalentemente con rapporto stabile di lavoro dipendente per garantire miglior qualità nell’assistenza. Dal 2017, inoltre, le strutture residenziali sono state obbligate a dotarsi autonomamente di presidi assistenziali quali carrozzine, deambulatori, materassi e cuscini antidecubito, con un ulteriore aggravio dei costi che, nel quinquennio, per la Casa di Riposo “Fossombroni” è stato stimato in circa 25.000 euro.
Il sistema socio-sanitario toscano, nonostante le continue richieste e sollecitazioni alla Regione, non prevede la presenza di un unico direttore sanitario per ogni Rsa capace di assicurare coordinamento con il personale infermieristico e presenza continua e costante, con gravi ripercussioni sulla qualità dell’assistenza sanitaria: una riforma “a costo zero” in questo ambito è dunque necessaria e urgente per portare significativi miglioramenti allo stesso servizio. Una problematica peculiare delle Rsa gestite da aziende pubbliche di servizi alla persona riguarda, infine, l’IRAP - Imposta Regionale sulle Attività Produttive che è superiore di circa il 5% rispetto a quanto previsto per le Rsa private e le cooperative sociali, creando dunque una disparità dispendiosa e penalizzante. «Gli Stati Generali della Sanità Aretina - spiega Testi, - sono stati un’importante occasione per evidenziare le principali problematiche socio-sanitarie del sistema delle Rsa pubbliche, favorendo un focus sugli interventi necessari a livello regionale per un’offerta assistenziale realmente rispondente ai bisogni degli ospiti e al miglioramento della loro qualità di vita. L’invito alla Regione Toscana è a fornire risposte entro il mese di febbraio, poi promuoveremo un tavolo di confronto per trovare soluzioni condivise e costruttive. Ringraziamo il vicesindaco Lucia Tanti per il coinvolgimento e per l’attenzione riservata al tema nell’ottica di fornire risposte sempre più efficienti e efficaci in termini di salute, cura e benessere».