Con la scomparsa della regina Elisabetta II, il mondo si e' accorto di come la sua figura fosse davvero inserita nella quotidianità del popolo britannico.
Una presenza così longeva – Sua Maestà ha regnato per settant’anni – tanto da dare per scontati i riferimenti a Elisabetta II nella vita reale.
Aspetti di vita pratica che sono destinati presto a cambiare.
Con l’ascesa al trono di re Carlo III si avvia la sostituzione della regina come ‘icona’ presente su simboli, sigilli ed effigi, come ad esempio le banconote, le monete, i passaporti, i francobolli, il passaporto dei sudditi di Sua Maestà, le cassette della posta, i documenti ufficiali di Buckingham Palace, gli elmetti della polizia, ecc.
Ed è già cambiato l’inno nazionale: non è più “God Save the Queen”, Dio salvi la regina, come era stato per gli ultimi settanta anni di regno, ma “God Save the King”, Dio salvi il re, suonato pubblicamente durante la proclamazione del re, inno che torna alla sua versione originale del 1745.
Ed in campo musicale una band, da poco sulla scena indie, i BATCAVERNA, gruppo italiano che si muove tra musica rockabilly, psychobilly, surf e trash e definiti irriverenti, ironici e demenziali, non poteva mancare all'appuntamento con la storia della musica e, tra un uscita e l'altra, ha messo per primi mano alla famosa ed iconica "GOD SAVE THE QUEEN", l'inno punk dei SEX PISTOL.
E' uscito cosi', con tanto di video girato in barca sul Tevere (i Sex Pistols tentarono di eseguire live il brano a bordo di un barcone sul Tamigi ma il mini show fu interrotto dalla Polizia), il brano cover “GOD SAVE THE KING" , canzone caratterizzata da un ritmo ed una sonorita’ meno arrabbiata e piu’ canzonesca.
Chissa cosa dira' John Lyndon (Johnny Rotten), che aveva gia' criticato ogni sfruttamento commerciale di "God Save The Queen" dopo la morte di Elisabetta II.