“CABRUJA”, il primo album del cantautore venezuelano, genovese d’adozione, CABRUJA
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QUI UNA INTRO AL NUOVO SINGOLO
“La Corazonada” è una canzone molto personale, legata strettamente a Cabruja e al suo vissuto, ma condivisa con milioni di altre persone. Riprendendo le canzoni e le sonorità della vecchia Caracas, città natale del cantante, Cabruja desidera, più che raccontare, esprimere da un punto di vista emotivo cosa vuol dire crescere e vivere in una delle città più violente e pericolose al mondo.
La corazonada
La calle solitaria
Bañada de miedo
En la luz plomiza
Es un altar
Miradas paranoicas
Un sexto sentido
La corazonada
Ya es morir
De un waltz
Los latidos marcan
El compás
Es la danza final
Una vía para escapar
El caos desintegra
Las memorias de infancia
Trópicos maternos
Coloreados de ansia
Cuántas las razones
Para el llanto en el valle
Aves sobrevuelan
Repitiendo los tormentos
De cien años
De calamidad
La calle solitaria
En la luz plomiza
La corazonada
Ya es morir
Los techos escarlata
Destiñen su historia
Sangre sobre asfalto
Al llover
La ciudad,
Paraiso primaveral
Donde crecen las flores
En el camposanto crepuscular
El caos desintegra
Las memorias de infancia
Trópicos maternos
Coloreados de ansia
Cuántas las razones
Para el llanto en el valle
Aves sobrevuelan
Repitiendo los tormentos
De cien años
De calamidad
La tumba improvisada
En mi pecho profanado
Donde yacen
Nostalgias de ayer
La calle solitaria
En la luz plomiza
La corazonada
Ya es morir
Il Presentimiento
La strada solitaria
Bagnata di paura
Nella luce plumbea
È un altare
Sguardi paranoici
Un sesto senso
Il presentimiento
È già morire
Di un waltz
I battiti segnano
la battuta
È la danza finale
Una via per scappare
Il caos disintegra
Le memorie d’infanzia
Trapoci materni
Colorati di ansia
Quante le ragioni
Per il pianto nella valle
Uccelli che volano sopra
Ripetendo i tormenti
Di cent’anni di
Calamità
La strada solitaria
Nella luce plumbea
Il presentimiento
È già morire
I tetti scarlatti
Perdono la loro storia
Sangue sull’asfalto
Quando piove
La città
Paradiso primaverile
Dove crescono i fiori
Sul camposanto crepuscolare
Il caos disintegra
Le memorie d’infanzia
Trapoci materni
Colorati di ansia
Quante le ragioni
Per il pianto nella valle
Uccelli che volano sopra
Ripetendo i tormenti
Di cent’anni di
Calamità
La tomba improvvisata
Sul mio petto profanato
Dove giacciono
Le nostalgia di ieri
La strada solitaria
Nella luce plumbea
Il presentimiento
È già morire
L’ALBUM
L’album rappresenta un viaggio a molteplici livelli. Dal Venezuela all’Italia, dagli anni formativi dell’adolescenza all’età adulta conclamata, dall’amore alla solitudine, dalla mera esistenza alla consapevolezza di se stessi, dalla vita alla morte. Cabruja omaggia gli artisti e le canzoni che l'hanno accompagnato durante la sua vita, interpretandole in chiave personalissima e intima. I brani sono legati da un sottile filo rosso non subito apparente, ma che intercetta sensazioni e immagini che fanno parte del mondo dell’artista.
Sono presenti inoltre due brani inediti, scritti da Cabruja stesso, Lisboa Tbilisi e La Corazonada, che parlano del dialogo tra “un prima” e “un dopo”, un passaggio difficile ma necessario per l’evoluzione di una persona, così come l'inevitabile lutto da elaborare quando si lascia indietro una parte di se stessi.
L’atmosfera drammatica creata dagli arrangiamenti di Giancarlo Di Maria, Cristiano Alberghini per All Mine e Denis Biancucci per la parte pianistica di Alfonsina y el mar, risulta talvolta epica e profondamente malinconica grazie all’esecuzione magistrale dei musicisti che fanno parte di questo progetto.