Dopo l’arte contemporanea e il dialogo tra arte e scienza, con “L’Arte della Fisica. Da Luigi Russolo a Renzo Bergamo”, il Palazzo Vescovile di Portogruaro presenta, dall'8 ottobre 2022 al 5 febbraio 2023, la mostra “L’Italia di Magnum. Da Robert Capa a Paolo Pellegrin”, una straordinaria carrellata di oltre cento immagini che raccontano la cronaca, la storia e il costume del nostro paese negli ultimi 70 anni. Un progetto che porta, per la prima volta in città, i grandi fotografi dell’agenzia fotografica Magnum Photos, fondata a New York nel 1947, un’iniziativa di respiro internazionale che intende promuovere e valorizzare la Città di Portogruaro e l’intero territorio della Venezia Orientale.
La mostra, curata da Walter Guadagnini con Arianna Visani, gode del patrocinio della Regione del Veneto, è organizzata dal Distretto Turistico Venezia Orientale con SUAZES, la collaborazione di Magnum Photos e Camera – Centro italiano della fotografia di Torino, e la partecipazione attiva del Comune di Portogruaro, di Banca Prealpi SanBiagio e di molte aziende sponsor del territorio.
Autori chiamati a raccontare eventi grandi e piccoli, personaggi e luoghi dell’Italia dal dopoguerra a oggi, in un affascinante intreccio di fotografie celeberrime e di altre meno note, di luoghi conosciuti in tutto il mondo e di semplici cittadini, che compongono il tessuto sociale e visivo del nostro paese. La mostra prende avvio con due serie strepitose, una di Robert Capa, dedicata alla fine della Seconda Guerra Mondiale, che mostra un paese in rovina, distrutto da cinque anni di conflitto, e una di David Seymour, che nel 1947 riprende invece i turisti che tornano a visitare la Cappella Sistina: l’eterna bellezza dell’arte italiana che appare come il segno della rinascita di un’intera nazione.
La mostra, ordinata per decenni, prosegue con le immagini di Elliott Erwitt, René Burri: il primo racconta Roma, le sue bellezze e le sue contraddizioni con lo sguardo affettuosamente ironico che lo ha reso famoso; il secondo ci porta all’interno della storica mostra di Picasso del 1953 a Milano, un evento indimenticabile per la cultura italiana, che tornava a confrontarsi con i grandi miti della contemporaneità.
Un decennio che in mostra è raccontato da tre figure forse meno conosciute, ma non per questo meno interessanti della storia della fotografia e di Magnum: Thomas Hoepker, che presenta tre immagini del trionfo di Cassius Clay (poi Mohamed Alì) alle Olimpiadi di Roma del 1960, Bruno Barbey, che documenta i funerali di Togliatti, figura centrale della politica italiana, e non solo, figura amata dal popolo al di là del giudizio che ne darà poi la storia.
Cambia il clima negli anni Settanta e Ferdinando Scianna racconta il passaggio tra i due decenni attraverso le immagini di una Sicilia sempre uguale e sempre mutevole, Leonard Freed riprende frammenti dello storico referendum sul divorzio che cambiò per sempre la società italiana. Una decina di fotografie ancora realizzate da Scianna aprono gli anni Ottanta: sono le immagini di un Berlusconi in versione imprenditore di successo, appena prima della discesa in politica, immagini illuminanti sul rapporto tra potere e immagine a partire da quel momento storico.
Ma il decennio è anche quello della definitiva affermazione del turismo di massa nel nostro Paese: le grandi fotografie di Martin Parr colgono genialmente il contrasto tra la bellezza dei luoghi e il cattivo gusto dei nuovi visitatori, con effetti di mirabile comicità.
Alla fine del percorso si arriva alla contemporaneità. Gli anni Novanta e Duemila sono come un viaggio tra i nostri ricordi più recenti e le nostre vicende attuali: Alex Majoli racconta le discoteche romagnole di allora e di oggi, in un lavoro concepito appositamente per questa occasione; Thomas Dworzak ci riporta alle drammatiche giornate del G8 di Genova, Peter Marlow all’ancor più tragica vicenda della guerra nella ex Jugoslavia, narrata dagli occhi dei soldati americani su una portaerei al largo delle coste italiane.
Paolo Pellegrin chiude il decennio, con le immagini della folla assiepata in Piazza San Pietro nella veglia per la morte di Papa Giovanni Paolo II e con quelle di un’altra folla, quella dei migranti su un barcone, tragico segnale dell’attualità.