SPARARE A VISTA è il secondo disco di GAETANO NICOSIA, in uscita per FF Recordings. Un album ruvido e corposo, che si distingue per l’impegno politico e il linguaggio diretto.
Scritto e arrangiato con pazienza e profonda consapevolezza, SPARARE A VISTA si ispira al libro del collettivo N23 "Perché non sono nata coniglio", dedicato alla storia di Lydia Franceschi, staffetta partigiana, preside, insegnante e madre di Roberto Franceschi, ucciso il 23 gennaio 1973 da un colpo di pistola sparato dalle forze dell'ordine davanti alla Bocconi, durante una manifestazione del Movimento Studentesco. Lydia combatte 23 anni per ricostruire i fatti, ottenendo dallo Stato, che si assume l’intera responsabilità senza identificare i colpevoli, il risarcimento che ha permesso la nascita della Fondazione Roberto Franceschi Onlus.
9 tracce che restituiscono a nuova vita la subcultura punk degli anni Settanta, andando contro i canoni sociali e puntando a un reale cambiamento del mondo a partire dalla memoria e dall’assimilazione dei fatti di cronaca.
Link a SPARARE A VISTA: https://spoti.fi/3RT7a7Q
Quello di Lydia Franceschi è un lascito importante: la sua storia ci insegna che, anche quando abbiamo perso tutto, possiamo salvarci attraverso la forza delle nostre idee. E se siamo disposti a fare un passo indietro, abbiamo la possibilità di disinnescare le logiche di potere, vedere la situazione nel suo complesso e costruire un futuro più accogliente.
Gaetano Nicosia è un avvocato di Milano che è stato per più di 20 anni in prima linea in una serie di vicende giudiziarie legate alle mafie.
Con il prezioso aiuto di Flavio Ferri, produttore del disco, ha costruito un sound coerente con i contenuti e le atmosfere del libro, cesellando 9 brani duri e crudi, arricchiti da chitarre aspre ed essenziali, che puntano diritte ai contenuti, senza fronzoli.
Il disco, pubblicato da FF Recordings, è in vendita nello store di VRec.
GAETANO NICOSIA PARLA DI SPARARE A VISTA
Sparare a vista è il mio secondo disco. Anche in questo lavoro ho privilegiato il formato di concept album. L’idea mi è venuta nell’estate del 2020 leggendo il libro “Perché non sono nata coniglio”, curato da un mio caro amico, Claudio Jampaglia, che lo vede coinvolto anche in veste di autore.
La storia di Lydia è un condensato del lato drammatico del 900, l’esito spietato di quel concetto di potere che ha dominato il secolo passato. Un potere inizialmente nuovo, alla ricerca del consolidamento, un potere che ha anche illuso, ma che, alla fine, ha mostrato il suo lato aggressivo, spietato. Un potere guerriero ma tangibile.
Tangibile al punto che le masse, che lo hanno attraversato e che sono state attraversate, sono riuscite ad organizzare un dissenso nel corso dei decenni: prima la resistenza, poi i sogni infranti e infine la contestazione. Un potere diverso da quello di oggi, che invece si muove sotterraneo, impalpabile e inafferrabile, spesso incomprensibile al punto che è ancora inconcepibile organizzarne un’alternativa o forse anche pensarla, quanto meno in forma collettiva.
A Lydia quel potere ha estirpato le radici prima e le propaggini poi. Questo è il monito che la sua immensa lezione ci lascia: siamo tutti possibili bersagli dell’arbitrio delirante che sgorga dalle nude logiche del potere. Ma Lydia ci lascia anche un grandissimo segnale di speranza: non possiamo salvarci quando il potere ci travolge, ma se solo abbiamo la forza di controbattere con logiche antitetiche, pur avendo perso tutto, abbiamo vinto.
CREDITI
Gaetano Nicosia: voce e chitarre
Simone Filippi (Üstmamò): batterie
Ulrich Sandner: chitarre
Olden: doppie voci e organo
Flavio Ferri: basso e pianoforte
Registrato a Villa Minozzo (RE), nello studio Üst Recording Station degli Üstmamò, e a Barcellona (Republica Recordings). Prodotto mixato e masterizzato da Flavio Ferri.
TRACKLIST
1. Ma io non sono Stato
2. Anime perdute
3. Molto semplice
4. Odessa
5. Sparare a vista
6. Uomo nero
7. Bocca a bocca
8. Urla e ricordi
9. Caro papà
GAETANO NICOSIA PARLA DEL DISCO SPARARE A VISTA
TRACCIA PER TRACCIA
1. Ma io non sono Stato
La marionetta che meccanicamente obbedisce agli ordini non è Stato. Lo Stato che cerca il capro espiatorio non è Stato. Il soldato che urla la sua innocenza, dichiarando al contempo quello che ha fatto, non può rappresentare lo Stato. La vittima rompe queste prime parti con una drammatica irruzione sulla scena, tanto semplice quanto potente: “In silenzio dovreste stare…”. E il burattino crolla e urla con rabbia i misfatti suoi e dell’esercito di cui fa parte: “Tutti armati fino ai denti…massacrate gli studenti”.
2. Anime perdute
Non si può vivere la perdita di un figlio senza sensi di colpa: anche davanti all’imponderabile, alla violenza di Stato, un genitore non si risparmia questa ulteriore, penosa e dolorosissima afflizione. Ma coloro che se ne sono andati sono tracce cancellate da chi avrebbe dovuto proteggerle. E nessuno deve dimenticare tutte quelle “notti disperate”. Se poi la forza delle vittime è quella di raccogliere ogni anima perduta, di proteggerla, di raccontarla, sarà un miracolo di forza collettiva che genererà nuova vita.
3. Molto semplice
È un monologo in cui Il figlio sta al fianco di sua madre, sempre e comunque, rassicurandola che ne sono usciti vivi e, per farlo, raccoglie la sua disperazione cercando di rendergliela più sostenibile attraverso la vicinanza, la compassione, la dimensione del soffrire insieme. In equilibrio precario fra la disperazione e la necessità di sopravvivere. In questa distruzione interiore siamo pensieri labili, onde per sempre instabili.
4. Odessa
Una città in una dimensione storico-onirica che drammaticamente stiamo rivivendo: “Naufraghi arrivano a Odessa…la libertà…”. Odessa è la città dove nasce Lydia e contemporaneamente muoiono le sue speranze. Il sogno si trasforma in incubo, fuga. I mostri ghiacciano la libertà, ma se mi darai una sola speranza (scrivimi), io tornerò a sognare con voi.
5. Sparare a vista
La ballata del potere è ossessiva. Monotoni, che sia la strofa, che il ritornello, si ripetono incessantemente nel corso dei secoli. Ma è il potere che ci risbatte in faccia la nostra responsabilità di averlo concepito, forgiato e fatto crescere in questo modo. Alla parata di famiglia, in cui quel potere ci ricorda i suoi misfatti (Rossi, Calvi, Ustica, Bologna, Italicus, piazza Fontana, le stragi di mafia) alla fine ci ricorda che puntare il dito contro il potere è facile, ma in fondo è sempre una mano a sparare.
6. Uomo nero
È l’unico pezzo che non rientra nel concept, mantenendo comunque una coerenza narrativa. È una narrazione del potere, il potere come strumento di dominio e non come enorme incremento di responsabilità. Il potere contro alcuni e non come protezione per tutti. La necessità di fare show sulla pelle delle persone, con il risultato che anche il soffocamento di una persona diventa altro, diventa sarcastica pantomima di un uomo che non sta morendo, bensì scivola giù in un balletto, accompagnato da una musichetta da trasmissione televisiva.
7. Bocca a bocca
Alla fine del suo lungo percorso Lydia risponde alla domanda che suo padre le fece quando era piccola: “perché non sei nata coniglio?” Non sono nata per brucare l’erba, le foglie secche, ma per vivere la vita piena che ho vissuto, per lottare costantemente contro il potere ipocrita e assordante. Sono nata per traiettorie lunghe un secolo, sono nata per reificare il sogno del figlio, per permettere agli altri quello che a lui non è stato concesso.
8. Urla e ricordi
Mentre fuori, per le strade di Milano, la violenza fa urla e ricordi di persone che ci sono state accanto, mentre Lydia sente solo la paura nella sua anima, assordata dalle emozioni, qualcuno, che poi diventerà suo marito, affronta un ulteriore pericolo, nel cuore della notte, sfiorando convogli fascisti e nazisti, per avere un piccolo segnale di luce da consegnare a Lydia, per restituire pace alla sua esistenza.
9. Caro papà
È tenera Lydia che scrive a suo padre, che si preoccupa di suo padre. Sono parole piene di forma che proiettano in una dimensione onirica di elevazione verso un’altra dimensione, quella dell’intimità assoluta di chi ha attraversato atroci sofferenze e riesce a conservare la leggerezza che in pochi sono capaci di avere. Chi sopravvive, chi ce la fa, si salda nell’amore.
GAETANO NICOSIA | BIOGRAFIA
Gaetano Nicosia nasce nel 1969, il 3 settembre. Il suo approccio al mondo della musica è alquanto tardivo e decisamente poco metodico. A circa vent'anni si ritrova a imparare i primi rudimenti della chitarra dal grande Elio Bottari, chitarrista e musicista combattente negli scantinati del liceo G. Berchet di Milano, di cui Elio è il custode (la storia racconta che in una delle numerose occupazioni degli anni di piombo Marco Barbone gli ruppe una gamba).
Di Gaetano però non si hanno notizie fino al 2020, precisamente il 25 febbraio, data di uscita del suo primo disco, SENZA STORIA: un concept album che racconta la vita di un batterista sordo, che in realtà sordo non è. Fino a quel momento Gaetano frequenta sale prova, forma band che vede disgregarsi senza soluzione di continuità, fatto che ritarda ma alla fine non a impedisce il suo esordio.
Nel giugno 2021, grazie all'amico Olden, incontra Flavio Ferri che ascolta e apprezza i brani del nuovo disco che Gaetano sta scrivendo. Flavio coglie l'anima e l'essenza delle nuove canzoni che raccontano una storia densa e drammatica del '900, quella di Lydia Franceschi. Così nel novembre 2021 i due registrano negli studi degli Üstmamò le batterie di Simone Filippi e nel febbraio 2022 completano la registrazione dell'album, che prenderà il titolo SPARARE A VISTA, negli studi di Flavio Ferri a Barcellona, con la collaborazione di Olden e Ulrich Sandner.
L’album, composto di 9 tracce, esce il 16 settembre 2022 per la FF Recordings di Flavio Ferri.
Fonte notizia
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