La nota Naturopata e Counselor, Adele Lamonica, Presidente dell’Università Popolare Giordano Bruno, si candida in politica e in arrivo un suo nuovo libro. Una carriera ricca di riconoscimenti e cariche importanti, una donna che ha fatto delle scelte professionali e personali che sono un inno alla vita e alla bellezza. Punto di riferimento della formazione nelle Discipline Naturali della Salute, in questa chiacchierata ci racconta la sua storia.
Tu provieni da studi scientifici e hai scelto invece di praticare, insegnare e scrivere di discipline naturali. Come nasce la tua passione per queste materie e perché si dovrebbero conoscere di più?
Ho scelto di dedicarmi alla ricerca di una nuova "scienza dello star bene” e studiare l’energia vitale e il suo rapporto con la salute per aiutare le persone ad avere una consapevolezza responsabile del proprio stile di vita. L’ ambito delle Discipline del Benessere si basa su un concetto di fondo: celebrare la vita in una visione integrata della persona. Non siamo fatti a compartimenti stagni, è questo è importante per recuperare una visione dell’essere umano che è un unicum di corpo, mente e spirito. Discipline come il Counseling e la Naturopatia hanno come principio base proprio questo: il rispetto della vita, della libertà e della dignità della persona, non vedono l’individuo come un elemento di serie. Ne colgono la bellezza e l’unicità in una visione integrata. Come professionista questa visione mi ha affascinato e nella mia esperienza ormai trentennale ho aiutato molte persone a riappropriarsi di questa consapevolezza.
Sei un punto di riferimento per tanti allievi che oggi sono validi professionisti. Il tuo istituto, L’università Popolare Giordano Bruno, è intitolata ad un grande filosofo che ha scarificato la vita per le sue idee. Perché la libera scienza è fra i maggiori temi che hai approfondito negli ultimi anni?
Giordano Bruno è stato un uomo che con le sue idee ha rivoluzionato il suo tempo. Persone come lui o come Ipazia di Alessandria hanno cercato di dare un volto nuovo al sapere in aperto contrasto con idee chiuse, autoritarie che non permettevano uno scambio, un dialogo. Queste due grandi personalità, come molte altre, sono state viste come “nemici” perché portavano idee nuove. Da vent’anni ormai nel nostro istituto stiamo cercando di portare avanti una nuova visione della realtà e quindi anche della scienza. "Formiamo Coscienze non solo Intelligenze", è il nostro motto e identifica perfettamente il criterio educativo di fondo che ci caratterizza: il raggiungimento della completa interazione tra sapere e sentire, il costante perfezionamento dei talenti culturali, umani e professionali. Sai perché abbiamo l'immagine dell'albero sul nostro logo? Perché l'albero viene generalmente considerato come il luogo da cui ha origine ogni essere vivente. L'esistenza viene rappresentata dagli elementi che lo compongono: le Radici, sono il passato, le tradizioni e la profondità dell'essere, Il tronco, solido e resistente, rappresenta il Presente, i Rami, sono il futuro, il mondo spirituale e dei talenti individuali e il Legno è simbolo della conoscenza sia teorica che pratica. Questi elementi dovrebbero costituire le fondamenta della “scienza” e del sapere.
Tante le esperienze nell' insegnamento e tante le cattedre che negli anni hai ottenuto e persegui tutt' ora, quali sono secondo te le materie che andrebbero maggiormente approfondite dai nostri giovani durante il percorso formativo e perché.
La scuola è rimasta ancorata a vecchi schemi che non aiutano certo le nuove generazioni al metodo della ricerca e dell’apertura al sapere. Viviamo in un sistema educativo che non prepara i giovani all'apertura, all'inclusione e alla cultura della diversità, al contrario di quanto si dica. Si dovrebbe abbracciare maggiormente il libero pensiero, lo spirito critico e il rispetto della libertà nostra e altrui. In molte scuole europee (soprattutto nei paesi scandinavi) hanno materie come l’educazione alla salute naturale, oppure lo yoga o la meditazione. Nelle nostre scuole statali questo è impensabile. È possibile soltanto in quelle scuole, che fortunatamente esistono, dove si abbraccia un modo diverso e innovativo di fare educazione, ma sono strutture spesso private e invece dovrebbe essere data la possibilità a tutti di una visione diversa. Il dovere della scuola è quello di creare menti aperte, che sappiano consapevolmente scegliere e non soltanto di far imparare “nozioni”. La persona ha bisogno non solo di sapere, di saper fare e, soprattutto, di saper essere.
Hai deciso con tanta tenacia e coraggio di candidarti in politica quest'anno, quali sono i punti principali che volete attuare insieme alla tua squadra?
Ho scelto VITA come partito perché rispecchia esattamente tutte le mie convinzioni di cui ti ho parlato prima. E poi perché è un partito nuovo, di gente comune che in questi anni si è molto impegnata per aiutare in tutti i modi le persone ad attraversare questo periodo difficile. Ci sono medici, avvocati, insegnanti, ma anche mamme, nonne. Insomma, gente comune che ci sta mettendo impegno. E poi è stato fondato da una donna straordinaria, Sara Cunial, che in questi anni con il suo lavoro in parlamento ha portato la voce di tutte queste persone. Sarebbe troppo lungo parlare qui del programma che tratta del rispetto della Costituzione, della salute, della scuola, dell’economia e di tanto altro. Si può andarlo leggere interamente sul sito www.votalavita.it
Fra poco uscirà un tuo nuovo libro, scritto con tanta passione che da sempre ti contraddistingue, vuoi anticiparci qualcosa?
È un libro a cui tengo molto perché è il frutto di questi trent’anni di lavoro e di ricerca, un modo diverso di vedere la malattia e di conseguenza come affrontarla. La Biosimbologia (questo è il titolo del libro) si caratterizza per una attenzione particolare al dato simbolico indagato nelle sue varie espressioni (animiche, culturali, spirituali), quale elemento primario della risposta biologica (che solitamente chiamiamo malattia). Tutte le risposte biologiche dell’organismo (patologie) e le loro rappresentazioni (sintomi) hanno origine da specifici input animico/simbolici primari, che rappresentano stati dell’essere e eredità genealogiche (famigliari) ben precisi. La “malattia” , al contrario di quanto e come siamo stati abituati a pensarla, è un segnale evolutivo che ci invita al cambiamento, insegnandoci la cura di noi stessi attraverso il silenzio dell’ascolto interiore. Ed è allora che essa, da limite, si trasforma nel “miracolo” della crescita del sé.
Cosa pensi bisognerebbe fare per i nostri giovani, che rappresentano il nostro futuro?
Insegnare loro ad avere responsabilità della propria libertà di scegliere e accogliere chi la pensa diversamente per un dialogo che possa costruire e non distruggere o mettere in opposizione. Solo così potremo veramente costruire un mondo nuovo.
Un saluto ai nostri lettori.
Abbracciatevi, sorridete e diffondete la bellezza. Dopo tutta questa oscurità, il mondo ne ha veramente bisogno.