ROMA 4 GIU 2022 - «Due vili aggressioni, un copione tragicamente già scritto, un film drammatico con la stessa medesima sceneggiatura.
I protagonisti sono ancora una volta loro, in uno scenario che potremmo definire per certi versi surreale, dal momento che si tratta di un pronto soccorso, laddove si dovrebbero curare i malati con la tempestività e la professionalità che occorrono per salvare vite umane.
Invece accade l’incredibile, perché ancora una volta ci illudiamo che sia finzione cinematografica, ma non lo è. Da una parte gli infermieri, dall’altra i pazienti o i parenti di questi ultimi, in preda ad una rabbia fuori controllo, alle prese con atteggiamenti e azioni che è impossibile prevedere ma che di certo, con le dovute strategie, si possono arginare sul nascere.
Siamo in Toscana, Regione “martoriata” dalla carenza di personale. Ne risentono, inevitabilmente, i pronto soccorsi, dove gli operatori sanitari hanno raggiunto da tempo l’acme dello stress psico fisico, oltre che essere tra i professionisti peggio retribuiti nella Vecchia Europa.
Ma i tristi primati qui passano in secondo piano, dal momento che la realtà, a tinte fosche, ci racconta nuovamente di episodi vergognosi.
Ospedale della Versilia, prima alcuni infermieri vengono malmenati da un gruppo di pazienti che sono stanchi di attendere il loro turno: volano strattonamenti, spintoni, poi calci e pugni, come fossimo nelle peggiori curve di uno stadio italiano. Invece siamo in un luogo dove la priorità dovrebbe essere la tutela della salute dei malati, dove gli infermieri dovrebbero essere messi nella condizione di fare quello che sono capaci di fare meglio, da sempre.
Ma non è finita qui, dal momento che il giorno successivo, sempre nel medesimo pronto soccorso, ignoti hanno tentato di dare fuoco ad una delle tende poste all’ingresso, mettendo in pericolo la vita di pazienti e operatori sanitari, dopo che questi ultimi sono stati ripetutamente minacciati.
«Dove siamo finiti? Sentenzia Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up. Fino a che punto le aziende sanitarie, le Regioni, il Governo, nessuno è esente da colpe, saranno incapaci di difendere l’incolumità degli operatori sanitari?
Senza il ripristino dei presidi di pubblica sicurezza all’interno degli ospedali, continueremo a essere costretti a raccontare di episodi degni di un paese del Terzo Mondo.
Di recente, il 2 giugno, abbiamo visto sfilare gli infermieri durante la parata per la Festa della Repubblica.
Per carità, non possiamo che essere onorati che in un evento così solenne si dia spazio agli sforzi compiuti dagli operatori sanitari, rilanciando la loro figura agli occhi della collettività.
Ma la gloria e le medaglie, una volta per tutte, devono fare il paio con la sicurezza sul luogo di lavoro, e non solo... Gli infermieri sono prigionieri di una realtà che non gli appartiene e dalla quale, se non avverrà prima possibile l' atteso cambiamento, saranno sempre di piu' quelli che sceglieranno di fuggire», chiosa De Palma.