Dal 28 Gennaio 2022 sarà disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme digitali “Inesorabilmente” (Italiana Musica Artigiana) , il nuovo singolo di Giovanni Zavagno.
“Inesorabilmente” è un brano malinconico che racconta un vivere alla giornata intriso di ricordi legati all'infanzia. Una madre che per quanto fosse stata presente non ha saputo trasmettere al figlio abbastanza amore e sicurezza, ma lui non la colpevolizza perché sa che è opera del destino e nonostante tutti i suoi sforzi non cambierà mai, per questo decide di farla finita e raccoglie tutto il suo coraggio per abbandonarsi alla morte.
Spiega l’artista a proposito del brano: “Inesorabilmente nacque attraverso un incontro scaturito fra le pagine di Facebook. Quasi per gioco inviai delle mie canzoni a Valeria Rossi, che con grande gentilezza accolse positivamente domandandosi chi fosse il sottoscritto. Non ci potevo credere, io uno qualunque l’avevo colpita attraverso la mia musica. Ci scambiammo i numeri telefonici e gli indirizzi di posta elettronica e di lì a breve Valeria mi inoltrò delle frasi che aveva abbozzato con lo scopo di accendere in me una scintilla, quel qualcosa che dà lo spunto necessario per scrivere una canzone. Quelle frasi divennero per me una dolce ossessione, tanto che nel giro di poche ore venne alla luce il brano. Intenso e profondo come il mare nominato nella stessa canzone, lo considero fra i più belli che abbia mai scritto.”
Il videoclip è un lyric video che dolcemente rivela il testo della canzone all’ascoltatore.
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Biografia
Giovanni Zavagno è nato tanti anni fa, con precisione nel 1972. Non nasconde che la passione per la musica l’ha sempre avuta sin da bimbo, quando a gambe larghe sedeva in prossimità di un giradischi ascoltando le canzoni dei Beatles. L’esplosione artistica si è rivelata verso i 14 anni quando per gioco si è messo a strimpellare una chitarra con sole 4 corde. Ha capito che nonostante tutto, uno strumento poteva tornargli utile per scrivere qualcosa di suo, e allora… eccolo dedito ad imparare i rudimenti della musica per iniziare a buttare giù qualche riga di testo musicato. Quindi arrivarono le prime canzoni alle quali si sono susseguite molte altre sempre più elaborate e vicine alla sua personalità sino a trovare il proprio stile. I primi gruppi, le bands che ambivano a fare serate dapprima per gli amici, sono diventate un modo per imparare a stare sul palco ed il pretesto per fare conoscere le proprie canzoni. Molti concorsi, provini in giro per l’Italia e poi l’incontro con Vincenzo Micocci, colui che coniò il termine cantautore. Lo incontrò a Roma, nell’ufficio della sua etichetta, la “it”, quella famosa etichetta che aveva scoperto talenti di fama internazionale come Antonello Venditti, Amedeo Minghi, Francesco De Gregori e molti altri ancora. A lui le sue canzoni piacevano e gli parlò di una possibile collaborazione, ma per fare ciò, si sarebbe dovuto trasferire a Roma. All’epoca non se la sentì di lasciare il proprio lavoro per tentare la fortuna con la musica perché gli sembrava di dover fare un salto nel buio dovendo cominciare una nuova vita nella Città Eterna da solo e quindi gli rispose che non poteva accettare. In realtà il suo sogno è sempre stato quello di scrivere per altri, magari giovani talenti in cerca di canzoni da cantare. Nel frattempo Giovanni è cresciuto e si è reso conto di quanto interessante fosse la proposta di Micocci ma ormai il treno era passato. Gli anni sono trascorsi lentamente e nonostante avesse continuato a scrivere canzoni, aveva perso la speranza di poterle proporre a qualcuno. Oggi, ringrazia Dio di avere ricevuto improvvisamente la telefonata di Gianluca Fiorentini, un editore e musicista nonché collaboratore della storica etichetta “It”che anni or sono ascoltò una canzone dal titolo “Da un punto di vista obbiettivo”, un provino inviato proprio al grande Vincenzo Micocci. Ne rimase positivamente colpito a tal punto che decise di contattarlo chiedendogli di collaborare alla sua neonata etichetta “Italiana Musica Artigiana”. Accettò senza battere ciglio. Il treno che sembrava perduto per sempre, ora aveva fatto nuovamente fermata dalle sue parti e questa volta vi era salito con tanto di biglietto. Di nuovo in viaggio.