Klaus Zambiasi vive e lavora in provincia di Bolzano. Appassionato di pittura e di scrittura, ha lavorato nella pubblica amministrazione, prima di trasferirsi a Bratislava e mettersi in proprio nel settore immobiliare turistico. Nella capitale della Slovacchia ha scritto "Il sorriso della luna", ispirato a una storia realmente accaduta.
Siamo a Castelrotto, piccolo comune ai piedi dell'Alpe di Siusi, in provincia di Bolzano, nell'aprile 1970. Una tragedia improvvisa, non meglio precisata, scuote la comunità montana. L'autore accenna in termini vaghi all'accaduto. La tragedia, come un fiume carsico, riaffiora in superficie solo nell'ultimo capitolo. Tra l'inizio e la fine del romanzo, si incastra la vicenda di Joe, il giovane protagonista.
Sono trascorsi quattro anni dal tragico antefatto. La narrazione riprende, cambiando completamente registro. A parlare in prima persona è proprio Joe. Egli è ignaro di tutto e ripercorre, come in un diario, le emozioni, i pensieri, i timori, le angosce, i sogni e le speranze che lo accompagnano nel suo viaggio attraverso la vita, dall'infanzia all'età adulta. Il suo racconto abbraccia un arco temporale che va dalla prima metà degli anni Settanta alla fine degli anni Novanta. L'infanzia trascorre felice con la famiglia su in montagna, tra prati, boschi e ruscelli, in mezzo alla natura e all'aria buona. Finché, un giorno, scopre che quella con cui è cresciuta non è la sua famiglia d'origine e quelli non sono i suoi genitori naturali. C'è, infatti, una seconda famiglia a Bolzano che lo vuole con sé. È quella del suo vero padre, che si è risposato. Ma le domande che il piccolo si pone sono tante. Gli unici punti fermi, nell'incertezza di quei momenti, sono il volto noto e amato della nonna, alla quale lo lega uno speciale rapporto, e il ciclico sorriso della luna alla quale può confidare i suoi pensieri più reconditi. La dolorosa separazione familiare, le difficoltà di ambientarsi nel nuovo contesto e il persistente mistero sulle sue origini conferiranno al protagonista, fin da bambino, una precoce coscienza di sé e un solido equilibrio esistenziale. La ricerca della verità sarà condotta non in maniera sistematica, ma affidandosi all'invisibile regia di un Destino che riveste di apparente casualità eventi, incontri o particolari rivelatori.
Il tormento interiore per la ricerca della verità sulle origini costituisce il fil rouge del romanzo, mentre gli anni volano via veloci. L'autore tratteggia con rapide ed efficaci pennellate ambienti e atmosfere: la scuola alberghiera a Merano, il lavoro al campeggio, la caserma e la leva militare, i primi amori giovanili. Quegli anni sono rievocati attraverso fatti e avvenimenti che li hanno segnati, dai successi musicali ai film cult, dalle trasmissioni televisive ai modelli di auto più popolari, fino ai campionati mondiali di calcio. Con una prosa "pittorica" (non a caso l'autore è un artista: sua l'immagine di copertina, tratta da un olio su tela del 2007) e una scrittura sensibile, capace di restituire le sfumature emozionali che nascono tra le pieghe dell'anima del protagonista, Zambiasi accompagna il lettore per mano fino alla rivelazione finale. Nell'ultima pagina, infatti, uno scarno articolo di cronaca si riallaccia all'antefatto, illumina retrospettivamente l'intero romanzo e ne rende chiaro il significato. Esso può riassumersi nell'invito a non arrendersi, a credere in se stessi, nella vita e nelle persone. Nonostante tutto.
Il romanzo sarà protagonista della puntata di "Due minuti un libro" in onda il 30 dicembre (e in replica il 13 e 25 gennaio) su 130 emittenti radiofoniche in tutta Italia.
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www.klaus-zambiasi.com