Ci troviamo di fronte ad una sentenza non solo ingiusta, ma anche sbagliata nel merito – hanno dichiarato gli avvocati Renato Borzone Roberto Capra difensori di Finnegan Lee Elder - La lettura delle motivazioni, mostra la precisa volontà di non voler vedere la verità processuale.
Con che coraggio i giudici affermano che non sono emerse negligenze da parte delle forze dell’ordine quando diversi carabinieri sono ancora oggi sotto indagine per questa vicenda? Ci sono dati scientifici che dimostrano che tutte le ferite sono laterali al corpo e compatibili solo con una difesa da terra, come ha sempre dichiarato l’imputato. Ci sono i video delle telecamere che smentiscono platealmente il principale testimone dell’accusa. E’ chiaro che né i tempi né la logistica hanno permesso ai due carabinieri in borghese di identificarsi mostrando il tesserino ai due giovani americani. Questo non vuol negare la tragicità dei fatti, ma cambia completamente la situazione per i due ragazzi che hanno pensato di trovarsi di fronte due malviventi e non rappresentanti delle forze dell’ordine.
Leggere nelle motivazioni che la difesa ha “dileggiato la condotta delle vittime” più che un insulto alle persone che cercano di far emergere la verità, appare come una necessità dei giudici per poter difendere, a prescindere, alcune testimonianze davvero poco credibili solo perché fatte da rappresentanti dell’Arma.
Andremo avanti con l’appello – sottolinea l’avvocato Capra – perché la ricostruzione che leggiamo nella sentenza è errata e dobbiamo dare ai due ragazzi imputati una valutazione equilibrata dei fatti e delle prove che arrivi da un giudizio che fotografi realmente come sono andate le cose.
La difesa – conclude l’avvocato Borzone - proseguirà alla ricerca di un vero processo e di un giudice non condizionato dalla divisa dei testimoni per stabilire una volta per tutte la verità dei fatti.