Disponibile in radio il singolo “QUALCOSA DI FAMILIARE feat. ROBERTO VECCHIONI” di MASSIMO GERMINI scritto con Michele Caccamo, brano che dà il titolo all’album negli store e sulle piattaforme dallo stesso giorno (PLAYAUDIO/AZZURRA MUSIC).
“Questa canzone vuole essere un appello all’attenzione e alla cura dell’altro - dice Massimo Germini - infatti racconta di una piccola, comune storia d’amore schiacciata dall’indolenza. I rapporti di coppia sono, purtroppo spesso, schiavi di una predominanza, quando invece sarebbero necessari il dialogo e l’apertura verso l’altro.”
Qui il video: https://youtu.be/pi-qjIY-tFg
Questa la track list dell’album: “ODÒS”, “QUALCOSA DI FAMILIARE - feat Roberto Vecchioni”, “PER MARINO”, “VUOL DIRE”, “SOLO AD AGOSTO”, “TU LO SAI”, “IL BRUSIO DELLE PAROLE”, “SAI COME SONO LE ESTATI”, “ULISSE RACCONTA”, “AMORE È FORSE”, “DOPO UN ABBANDONO”.
In questo album dal punto di vista dei testi, il filo conduttore è evidentemente la fragilità dell’uomo e il suo rapporto con l’amore e con la fine. I testi, scritti da Michele Caccamo, grande poeta contemporaneo, nascono da esperienze di vita molto intense, che sono diventate esperienze di tutti con la tragedia del Covid-19. Sentimenti che prima potevano provare solo le persone che avevano vissuto tragedie personali oggi sono comuni a migliaia di persone. Michele ha dato la voce a queste emozioni e credo che, ascoltare questa voce, possa essere in qualche modo di conforto e di liberazione. Dal punto di vista musicale, l’album riscopre un modo di suonare primordiale, etnico, ci sono tanti strumenti della tradizione popolare di diversi paesi, una contaminazione che ha al centro l’uomo e le sue modalità fisiche di espressione, non falsificate dalla tecnologia. È un album suonato in studio, con strumenti veri e che si rifà alla tradizione della musica d’autore italiana, con alcuni tributi ai maestri.
Massimo Germini, nasce a Limbiate (Monza Brianza) il 28 ottobre 1962. Chitarrista e compositore, da trent’anni svolge un'intensa attività concertistica, collaborando con artisti delle più svariate estrazioni e contaminando così la propria tecnica chitarristica. Oltre alle chitarre, suona strumenti a corda tipici della tradizione popolare italiana e straniera (mandolino, mandola, liuto cantabile, charango, bouzouki). Anche grazie all’incontro con Lucio Fabbri all’Entropia di Milano, iniziano nei primi anni novanta le sue collaborazioni importanti, tra cui quella con Grazia Di Michele, con la quale ha calcato le scene per diversi anni. Nel 2002 viene chiamato da Roberto Vecchioni a suonare nel tour estivo legato alla pubblicazione dell’album “Il lanciatore di coltelli” e, dopo una breve interruzione, i loro rapporti umani e artistici si consolidano, proseguendo stabilmente tutt’oggi, non solo per l’attività concertistica. Fondamentale è il contributo di Massimo Germini nella parte musicale degli ultimi album del cantautore: “Io non appartengo più”, “Canzoni per i figli” e l’“Infinito” (disco d’oro nel 2018), nei quali la chitarra è strumento portante.
In una intervista rilasciata alla rivista Vinyl del 5 gennaio 2019, Roberto Vecchioni si esprime in questi termini sulla loro collaborazione: “Massimo Germini è il mio chitarrista storico: conosce tutte le mie canzoni, più di me. È un grande musicista che insegna nelle carceri, canta bene, fa le prove lui al posto mio e sa eseguire qualsiasi cosa io possa avere in mente. Da quando lo conosco ho smesso di suonare. Io non sono un grande chitarrista ma con lui sono già a posto”. Da tanti anni Massimo Germini presta le sue chitarre all’intenso progetto musicale di Giovanni Nuti, artista sensibile e raffinato di grande spessore che ha musicato alcune tra le più belle poesie di Alda Merini, la quale, ancora in vita, prendeva direttamente parte agli spettacoli. Al progetto, da cui sono nati alcuni dischi, hanno nel tempo collaborato anche Milva, Valentina Cortese, Lucia Bosè, Simone Cristicchi e, da ultimo, Monica Guerritore. Della grande poetessa Massimo Germini dice: “Alda Merini è stata sicuramente una persona con una marcia in più. Era impressionante anche solo lo sguardo, tanto era comunicativo. Alda aveva la capacità di dire sempre qualcosa di profondo e intelligente, e non risultare mai scontata e banale. Sicuramente il fatto di averla conosciuta è stato un dono prezioso” (così nell’intervista rilasciata a Francesca Bignami nel 2015 per L’Isola che non c’era, “... con i segni di chitarra che mi rigano la vita”). Sempre in ambito teatrale, Massimo Germini ha curato gli arrangiamenti musicali degli spettacoli “Musicalmente scorretto” e “Ce n’est qu’un début” di Giangilberto Monti nei primi anni 2000, “Di là del mare” di Kaballà nel 2013 (con Mario Saroglia), “Ma sono mille Papaveri Rossi” nel 2015 e “Wind Blow” nel 2019 di Ivana Ferri per il Tangram Teatro di Torino. Dal 2017 accompagna alla chitarra Syria nello spettacolo teatrale “Bellissime”, tributo alla canzone italiana al femminile, nonché, dal 2018, nello spettacolo “Perché non canti più”, omaggio a Gabriella Ferri con la regia di Pino Strabioli, di cui Massimo Germini ha curato la direzione musicale unitamente a Davide Ferrario. Attualmente Massimo Germini sta collaborando all’allestimento di uno spettacolo teatrale sull’accoglienza, il quale contiene otto sue canzoni che canterà direttamente in scena, “Ogni luogo è un dove”, scritto da Marco Aime e prodotto dal Teatro Pubblico Genovese, in uscita nell’estate 2021. Innumerevoli le ulteriori collaborazioni live di Massimo Germini: Nicola di Bari, Susanna Parigi, Mario Incudine, Cecilia Chailly, Patrizia Cirulli, Giorgio Faletti, Rossana Casale, per citarne solo alcuni. Numerosissime le sue partecipazioni come strumentista in produzioni discografiche, colonne sonore (“Il cosmo sul comò” di Aldo Giovanni e Giacomo, “Zoe’” di Giuseppe Varlotta, “Un figlio di nome Erasmus” di Alberto Ferrari), manifestazioni, festival, rassegne e spettacoli televisivi. Massimo Germini ha all’attivo due dischi di musica strumentale (“Fuoco” e “Corde e Martelli”, quest’ultimo composto con il pianista Diego Baiardi) ed alcune produzioni (“Dai tempi duri alla Carboneria”, con Lucio Fabbri, ed “Erba, vento e fuoco” di Carlo Facchini e La Carboneria, “È così che va” e “Come sempre” di Icio Caravita, “Basta unire i puntini” di Alberto Caramella Foà). Nel 2020 ha inoltre prodotto e arrangiato l’album “Pura come una Bestemmia” di Rossella Seno, che comprende anche otto sue composizioni, il quale ha ottenuto ottime recensioni dalla critica. La sua lunga esperienza professionale lo ha reso un cultore appassionato della musica d’autore, tanto da guadagnarsi grande stima tra gli addetti ai lavori, che da anni lo coinvolgono in convegni ed eventi culturali (come la Fiera delle Parole), oltre che in rassegne musicali (Premio Bianca d’Aponte, L’artista che non c’era, Premio Andrea Parodi), alle quali prende parte in qualità di giurato. Un suo contributo è oggetto dell’Epilogo del libro “Non avrai altro Dio all’infuori di me spesso mi ha fatto pensare – La Buona Novella di Fabrizio di André, 50 anni dopo” di Mario Bonanno, edito nel 2020. La passione per la musica italiana d’autore ha inoltre determinato la collaborazione di Massimo Germini, a partire dal 2016, alla cattedra di Roberto Vecchioni, “Forme di poesia in musica”, all’Università di Pavia. È in uscita un libro per Bompiani, scritto a quattro mani da Massimo Germini e Paolo Jachia, “Roberto Vecchioni, Una vita per Canzoni”, che nasce proprio da questa esperienza didattica. Massimo Germini ha sempre coltivato, oltre all’attività da musicista, l’attività didattica, collaborando con istituti ed enti pubblici e privati e prestando la propria opera di educatore nelle carceri di Monza, Opera e Parma, dal 2016 al 2019, nell’ambito del meritorio progetto ideato da FrancoMussida “CO2 - Musicaincarcere”, progetto insignito dal Presidente della Repubblica con la Medaglia di Rappresentanza nel 2017.