Un disco che unisce tradizione e innovazione e che trasporta l’ascoltatore alla scoperta di nuovi paesaggi sonori. Si presenta così A Postcard From Nowhere, disco d’esordio del quartetto Mantis che esce il 22 aprile per l’etichetta Emme Record Label. La band nasce nel 2018 ed è formata da giovani musicisti marchigiani incontratisi nell’ambito dei seminari estivi di “Arcevia Jazz Feast”. La line-up, dunque, è composta da Marta Giulioni (voce); Thomas Lasca (chitarra elettrica e loop); Edoardo Petracci (contrabbasso e basso elettrico) e Andrea Elisei (batteria) con la partecipazione speciale in alcune composizioni del sassofonista Simone La Maida. Il disco raccoglie le diverse influenze di ogni componente dando vita ad un linguaggio comune che si è declinato fin da subito nella scrittura di brani originali. In esso convivono diverse anime che spaziano tra la musica moderna, il latin jazz e persino il free jazz, senza mai tralasciare un innato senso melodico che è sempre una delle principali caratteristiche del progetto. Nelle composizioni della band la scrittura e l'improvvisazione convivono e alimentano un costante dialogo tra tradizione e innovazione non solo dal punto di vista delle scelte compositive ma anche e soprattutto nel sound. La tracklist è composta da sei composizioni originali, l’arrangiamento, da parte del batterista Andrea Elisei, del famoso standard In Spring You Must Believe di Michel Legrand e una traccia introduttiva all’ultimo brano interpretata dal contrabbasso solista di Edoardo Petracci.
L’album si apre con la title track A Postcard From Nowhere, composta dal chitarrista T. Lasca. Il brano comincia con un un riff dal groove marcato sul quale la voce, il sax e la chitarra descrivono una melodia dal carattere lirico. Decisivo è il contributo artistico del sax alto di Simone La Maida, che regala uno splendido assolo perfettamente coerente al mood del brano. Con Hearing A Whistle (T. Lasca) il quartetto esplora un mondo sonoro fatto di sussurri con una grande attenzione alla dinamica e all’espressività. Il tema del brano è inizialmente esposto dalla chitarra e sussurrato dalla voce, mentre nella parte centrale si sviluppa un solo di contrabbasso perfettamente inserito nel contesto. Colibrì, di Marta Giulioni, è lo spartiacque del disco: il tema, costituito da un’articolata melodia eseguita a velocità sostenuta, è interpretato dalla voce e dal sax soprano mentre la sezione ritmica assicura un coeso portamento ritmico. Un brano in cui la band, grazie alla sua innata coesione, si avvicina ad atmosfere più latineggianti. In Spring You Must Believe (arr. A. Elisei) rappresenta un episodio unico all’interno dell’album perché inizialmente il quartetto esplora il terreno del free per poi rendere un vero e proprio omaggio alla musica di Legrand. L’album si chiude con Hiya, composizione dolcissima scritta da Andrea Alisei il cui titolo è una parola araba che significa “Lei”. La melodia all’inizio viene esposta all’unisono dalla voce e dal sax e nel corso dell’esecuzione prendono vita gli interventi solistici attraverso i quali si raggiunge l’apice espressivo del brano. Il tema, ripreso nel finale, sfocia in una coda che sorprende l’ascoltatore con un mood completamente diverso.
SPOTIFY
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Tracklist
A Postcard From Nowhere
Sorry, You Are Not The Winners
Hearing a Whistle
Colibrì
In Spring You Must Believe
Finally Spring
E-Ntro
Hiya