CAIVANO. “I barbecue della morte non hanno fine, è il momento di smuovere le coscienze e di porre la problematica come priorità nell’agenda politica”. A parlare è il militante di “Europa Verde”, Fabio D’Ambra, che, in una nota ufficiale, ha voluto porre l’accento sul pericolo ambientale in “Terra dei fuochi”, costantemente all’ordine del giorno.
“Nonostante le urla silenziose nelle stanze della sofferenza, nonostante il riconoscimento del nesso tra inquinamento e cancro rilasciato dalla Procura e l’istituto superiore della sanità, nonostante le indagini abbiano acclarato le responsabilità di una porzione di delinquenti dei campo Rom, favoreggiati dalle industrie a nero, nonostante i numerosi comitati che combattono da soli un sistema radicato da un quarto di secolo, il momento del basta non arriva ancora - si legge nella nota -. I campi Rom devono essere smantellati e la politica deve attivarsi, ove vi siano i requisiti, per aprire spiragli integrativi. L’Italia è la patria dell’accoglienza, ma i diritti e i doveri devono valere per tutti. Iniziamo da qui. La stagione dei fuochi è iniziata e, al sorgere del sole nelle giornate primaverili, si avvistano già fumate che non sono quelle della nomina del papa. Fumate nere, nere come l’oscurità e il male. Siamo decisi a concludere questo abominio, Terra dei fuochi si desta”.
Sulla stessa linea Massimiliano Esposito, appartenente al Fronte di Liberazione Terra dei Fuochi: “Nel 2020 siamo arrivati, nel periodo estivo, ad oltre 100 roghi al giorno. La stagione del terrore sta ricominciando. Non saremo spettatori passivi, come mai lo siamo stati, di un'apocalisse continua, dai tratti oscuri ed agghiaccianti. Abbiamo dichiarato guerra a chi uccide lentamente la nostra gente, alla politica collusa con criminali assetati di potere e denari. Non ci fermeremo”.