In Umbria abbiamo ben presente il culto di San Michele Arcangelo, il
famoso personaggio che con la sua spada sconfisse il Demonio e che in Giosuè e
Zaccaria viene definito “Angelo personale del Signore”.
Ma siamo certi che San Michele sia di matrice prettamente cristiana?
E’ vero che il culto micaelico si sviluppò presso i Longobardi dopo che il
popolo germanico si convertì al cattolicesimo (568), ma perché proprio San Michele?
Insomma la scelta dei santi era vasta; addirittura dedicarono diversi edifici
all’Arcangelo, ad esempio nel Ducato di Benevento sorgeva il Santuario di San
Michele Arcangelo, per citare il più noto.
Questo fu possibile perché i Longobardi attribuivano a San Michele le virtù
guerriere del Dio germanico
o
Wotan, ovvero la personificazione del
sacro ed il principale rappresentate delle divinità nordiche.
La devozione a Michele rimase tra le più preponderanti durante tutto il regno
longobardo, non trascurando quella di Giovanni Battista ed in misura minore di
San Giorgio, ma ricordiamo sempre che anche quest’ultimo è rappresentato come
colui che trafigge il drago, il male, molto simile all’iconografia di San Michele.
In Umbria, sono vari gli edifici di culto cristiani dedicati a Michele, ad
esempio l’Eremo di San Michele a Ferentillo, sulla cima dell’omonimo Monte.
Non trascurabile è la linea immaginaria chiamata “linea di San Michele”, ovvero
una linea “sacra” che collega sette punti sui quali sorgono sette santuari dedicati
a San Michele Arcangelo, non dimentichiamo inoltre che il numero sette è un
numero sacro.
Questa linea parte dall’Irlanda e finisce in Palestina, passando ovviamente per
l’Italia, nella meravigliosa Sacra di San Michele in Val di Susa e nell’omonimo
santuario di Monte Sant’Angelo sul Gargano.
Secondo la leggenda, questa linea mistica avrebbe avuto origine quando Michele,
insieme alle schiere di Angeli sconfisse il Maligno, creando questa profonda
frattura sulla terra con il colpo di spada; infatti non a caso i luoghi
micaelici sorgono equidistanti gli una dagli altri, benché a km di distanza.
La linea che percorre questi luoghi ha inizio in Irlanda, su un’isola deserta,
luogo in cui l’Arcangelo Michele sarebbe comparso a San Patrizio ed in cui
sorse il monastero di Skelling Michael, ovvero “roccia di Michele”.
Si prosegue verso l’Inghilterra, a St. Michael’s Mount, un’isola della
Cornovaglia; qui l’Arcangelo apparve ad un gruppo di Pescatori.
Dopodiché si prosegue per il celebre santuario che si trova sulla costa della
Normandia, Mont Saint Michel, luogo con grande valenza mistica già dal tempo
del popolo Gallo.
In Italia sono due i luoghi in cui è preponderante la figura dell’Arcangelo,
parlo della Sacra di San Michele in Val di Susa, che era luogo di appoggio per
i pellegrini che attraversavano la via Francigena ed il Santuario di San
Michele Arcangelo, in Puglia, sul Gargano.
Si arriva così in Grecia, al Monastero di Symi, in cui è costudita la più
grande effige di San Michele; infine il Monastero del Monte Carmelo ad Haifa in
Israele.