- una presenza residua sulle superfici di sporco o di altre sostanze, che può costituire una barriera fisica per il principio attivo del prodotto detergente può reagire chimicamente col principio attivo;
- la presenza anomala sul substrato di acqua da un precedente risciacquo o a seguito di altri eventi, con conseguente diluizione del principio attivo;
- la preparazione della soluzione disinfettante in quantità inadeguata o con qualità dell’acqua inadeguata, ad esempio acqua con elevata durezza;
- soluzioni poco stabili (cloro, ossigeno), ovvero preparate con troppo anticipo rispetto all’impiego.
- la natura della superficie disinfettata (levigatura, porosità, potere assorbente, presenza di irregolarità, angoli morti, spazi molto difficili da raggiungere);
- le proprietà tensioattive della soluzione disinfettante, ovvero la sua capacità coprente e penetrante.
- difficoltà di sanificazione (tipo dei materiali componenti l'attrezzatura, necessità di smontaggio, presenza di superfici lisce o frastagliate, stato di manutenzione);
- criticità di contatto - difficoltà o meno di raggiungere tutte le superfici che devono essere disinfettate;
- inoltre sono da considerare gli aspetti relativi alla presenza di eventuali residui per quelle attrezzature che sono a contatto con alimenti, farmaci, cosmetici.
- il tempo di contatto tra disinfettante e superficie;
- l'eventuale presenza di materiali o sostanze inattivanti (per esempio liquidi biologici, saponi, ioni metallici, pH).
- il sotto dosaggio del principio attivo;
- la formazione di biofilm batterici favoriti dalla presenza di un substrato di residui di carattere proteico.
Fonte notizia
www.splendidaservice.it