C'è molta attesa per conosce l'esito del meeting della Federal Reserve, che sarà noto questa sera. Non si può certo dire che la banca centrale abbia compiuto la propria missione di ridare slancio alla crescita economica degli Stati Uniti. Tuttavia, è fuor di dubbio che alcuni importanti risultati la Federal reserve può dichiarare di averli ottenuti. E forse ha già iniziato a fare una parziale marcia indietro, dopo tanti stimoli. i
Nel frattempo ha esteso i suoi programmi di prestiti di emergenza a sostegno dell'economia fino alla fine del 2020. Molti dei nove piani lanciati dalla banca centrale sarebbero dovuti scadere alla fine di settembre. Questa misura va a colmare il ritardo con cui il Congresso cerca di deliberare una nuova tornata di aiuti di emergenza da 1.000 miliardi di dollari, che però dovrebbero prevedere sussidi dimezzati rispetto ai 600 $ settimanali erogati fino ad ora e che scadono a fine mese.
Cosa farà la FED
Sia chiaro, l'orientamento della Federal Reserve rimarrà ancora molto espansivo per diverso tempo, perché gli Stati Uniti sono ancora alle prese con un’epidemia piuttosto forte, che peraltro in alcune zone è in preoccupante crescita. Tuttavia, la FED ha ottenuto il ripristino della stabilità finanziaria. Se osserviamo l’indice nazionale delle condizioni finanziarie della Fed di Chicago, che di fatto misura la stabilità dei mercati, si può vedere un rapido ritorno nell’area espansiva, ma anche la rapidità della risposta della Fed.
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La curva dei rendimenti e il cambio
Bisogna però guardare anche alla curva dei rendimenti. E questa si trova sui minimi da sei anni, oltre ad essere molto più in basso rispetto ai livelli della fine del quantitative easing, nel 2014. Il sussulto che si era visto a giugno, nelle scadenze più lunghe, è stato annullato.
L'ultimo elemento che la Federal Reserve deve considerare è il cambio effettivo del dollaro. Non piacere agli utenti dei broker autorizzati Consob, ma bisogna sottolineare che è il meno importante. Dopo aver perso il 6% tra marzo e giugno, adesso si è stabilizzato intorno quota 120, che è un livello molto più alto rispetto alla media post-Grande recessione (a 103).
Questi fattori fanno ritenere che la FED, dopo una manovra molto aggressiva, potrebbe ridurre base monetaria e dimensioni del bilancio, forse per frenare il boom nell’offerta di moneta.