L’impatto Covid-19 sul comparto della produzione dei macchinari per agricoltura avrà effetti devastanti per i prossimi mesi dell’anno. A lanciare il grido d’allarme è la CAI – Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani – per bocca del suo presidente Gianni Della Bernardina, il quale prevede un calo delle immatricolazioni di trattrici e mietitrebbiatrici da parte delle imprese agromeccaniche superiore al 50% rispetto al 2019, a causa di una crisi di liquidità che impone al settore di sostenere le spese correnti, sottraendo risorse destinate all’innovazione.
Stime fatte sulla base delle analisi pervenute dai territori, tenuto conto che i contoterzisti rappresentano circa il 30% delle immatricolazioni di trattrici e oltre il 60% delle mietitrebbiatrici a livello nazionale, e che portano a ipotizzare nel 2020 non più di 16 mila unità complessivamente immatricolate, contro le 18.500 del 2019.
Insomma, l’intera filiera delle macchine agricole è seriamente a rischio se non vengono subito adottati provvedimenti urgenti per far fronte ad alcune criticità. Su tutte, la carenza di liquidità necessaria a sostenere i costi per le lavorazioni, e una burocrazia esasperata che rende estremamente complicata l’erogazione dei finanziamenti dalle banche. Se gli scenari sono negativi per le immatricolazioni, lo stesso non si può dire per le macchine agricole usate, per le quali si prevede invece un incremento proporzionale.
In definitiva, non è illogico pensare ad un annus horribilis per l’intero settore primario, se alle problematiche sopra citate se ne aggiungono altre come l’assenza di manodopera professionale causata dalle misure anti-Covid e alle difficoltà di esportazione delle filiere.
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