L’Italia conferma la sua posizione di leader nel campo della produzione di macchine agricole per la lavorazione del terreno e gli interventi sulle coltivazioni, sia a livello globale che in un contesto macroeconomico continentale dove specializzazione e forte tradizione nel comparto fanno del nostro Paese uno dei protagonisti principali della crescita delle esportazioni dell’Europa.
A delineare il quadro è FederUnacoma nel corso dell’assemblea 2019: l’Europa è al primo posto sia nella produzione che nelle esportazioni di macchinari in tutto il mondo, ovvero un settore il cui giro d’affari si aggira intorno ai 47 miliardi di euro. Il merito è soprattutto della tecnologia, che consente di progettare mezzi per la produzione di alimenti agricoli, ma anche della manodopera specializzata.
Guardando ai dati del 2018, l’Europa si conferma il principale esportatore delle macchine agricole con una quota del 60% del totale delle esportazioni mondiali (circa 36 miliardi di euro) con Stati Uniti e India che risultano essere i principali mercati di riferimento, a differenza di Turchia, in calo, così come la Cina, paese nel quale è in atto un programma di riduzione della produzione industriale in aggiunta alla guerra commerciale sulla soia e alla peste suina.
Tuttavia, l’Europa si trova costretta a fare i conti anche con altri aspetti non proprio positivi. In primis, il calo nel 2018 delle immatricolazioni pari al 10%, che risente anche di quello della domanda delle trattrici (scese dal 38 % al 31% in dieci anni) a favore di altre tipologie di mezzi più specializzati; ma l’aspetto più significativo è l’ascesa dei produttori asiatici, in grado di arrivare a prendersi il 19% dell’export mondiale nel giro di pochi anni e di raggiungere un colosso come gli Stati Uniti.
Insomma, la domanda a livello globale sta cambiando, come testimonia l’avvento in molte aree del mondo dell’agricoltura specializzata a scapito di quello tradizionale, e i produttori di macchinari e trattori agricoli italiani ed europei si trovano di fronte a una grande sfida: rispondere adeguatamente alle nuove dinamiche dei mercati, e quindi ai cambiamenti dell’industria agricola globalizzata, e mantenere allo stesso tempo elevati livelli di qualità della produzione. Una sfida non facile ma che in ogni modo va affrontata puntando con maggiore forza sulla tecnologia.
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