La leggenda vuole che durante una visita al centro spaziale Nasa di Houston, l’allora Presidente degli Stati Uniti, John F. Kennedy scambiò due chiacchere con un addetto alle pulizie. Kennedy chiese all’uomo cosa stesse facendo, e questo gli rispose “Sto aiutando a mandare un uomo sulla Luna”. Spesso questo aneddoto viene usato per spiegare l’importanza del contributo di tutti nel successo di un progetto, indipendentemente dal loro ruolo che, nel caso degli addetti alle pulizie, è quanto mai fondamentale nel permettere a tutti noi di viaggiare, lavorare e andare a scuola, ai concerti, al mare, senza dover pensare alla pulizia dei servizi che utilizziamo.
Eppure troppo spesso chi si occupa della pulizia dei bagni e a volte di liberare i wc ostruiti, viene trattato con sufficienza. Siamo di parte? E certo! Ma non dimentichiamoci chese da trent’anni i bagni chimici Sebach possono essere avvistati in giro per tutta l’Italia è anche grazie a chi si occupa della loro pulizia. L’operato di questi professionisti viene spesso guardato dall’alto in basso, dimenticando che se non ci fossero loro a pulire i bagni pubblici, chimici, scolastici, eccetera, non ce la passeremmo così bene mentre il colera sarebbe contentissimo.
In questo senso, è incredibile dover leggere quello che raccontano i dipendenti dell’aeroporto di Roma, che giornalmente subiscono ingiurie, molestie, provocazioni oscene da parte dei passeggeri che transitano per le toilette dello scalo. Per capirsi: non solo queste persone sono esposte a situazioni che la maggior parte di noi preferirebbe evitare anche nel bagno di casa propria, non solo fanno un lavoro faticoso, duro, spesso non pagato molto bene, ma devono anche sentirsi in pericolo mentre lo fanno.
E’ forse ora di darsi una regolata e finalmente apprezzare il lavoro di questi super eroi dell’igiene. Si, anche di quella megera che nel ‘96 all’autogrill di Fiorenzuola non ci ha fatto usare il bagno senza darle la mancia. Se la meritava, nonostante le parolacce.
Cosa fare per provocare il cambiamento di un atteggiamento tanto becero? Pensiamo di più. Partiamo dal presupposto che non sappiamo mai chi abbiamo davanti, che non sappiamo cosa li ha portati lì, che non ne conosciamo i sogni e le ambizioni. Chiunque di noi, o almeno la maggior parte, si è trovata, almeno una volta, con una spugna ed spazzolino da bagno in mano. Non per questo siamo meno meritevoli di rispetto, né tantomeno lo è il nostro lavoro.
Partiamo magari anche dal presupposto che entrando in un bagno esercitiamo un nostro diritto fondamentale, e che chiunque faccia in modo che possiamo farlo con rispetto e dignità si meriti il rispetto di tutti noi.
Fonte notizia
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