46^ Marcialonga di Fiemme e Fassa oggi da Moena a Cavalese
Festeggiato l'ultimo arrivato, valdagnese trapiantato in Francia
Soddisfatto il presidente di Marcialonga Corradini per l'ottima riuscita della gara
Caratteristica peculiare e vanto della Marcialonga è, da sempre, il fatto di festeggiare l'ultimo che taglia il traguardo, almeno quanto il primo. Ed è per questo che arrivare a Cavalese in coda a tutti gli altri, dopo aver sciato spensieratamente per 70 chilometri, diventa un vero e proprio onore. I vincitori, i big, sono arrivati circa 7 ore prima, ma al tramonto, nelle Valli di Fiemme e Fassa, non contano più né i tempi né le classifiche: conta invece il divertimento, e la voglia di chiudere in bellezza un evento che è molto più di una semplice gara di sci di fondo. La Marcialonga è una grande festa, e l'ultimo dei bisonti ne diventa l'invitato speciale.
Quest'anno il ‘fanalino di coda’ della ski-marathon è stato Davide Bettin, che è arrivato a Cavalese mentre soffici e beffardi fiocchi di neve imbiancavano la cittadina, quella stessa neve che si è fatta inutilmente attendere nei giorni scorsi. Alla natura, però, non si comanda, e anzi questo scherzetto meteorologico ha aggiunto un tocco tutto speciale ai festeggiamenti. Accompagnato dagli scroscianti applausi del pubblico, Bettin ha chiuso in 9 ore, 39 minuti e 48 secondi, per ricevere gloriosamente la corona dalla Soreghina Michela Delvai, dal presidente di Marcialonga Angelo Corradini e da Mister Italia Gerardo Stanco. Valdagnese di nascita ma trapiantato in Francia, l'ultimo dei bisonti è musicista, manca quasi totalmente di allenamento e dichiara di 'essersela vista brutta' tra Predazzo e Molina, rischiando d'essere tagliato fuori dal carro scopa. «Questa è la mia prima Marcialonga» esclama ridendo, sottolineando «se il prossimo anno tornerò, mi allenerò un po' di più. Del resto, posso solo migliorare!». Iscritto dal fratello, vestito con la tuta degli anni Settanta del padre e attrezzato da amici che hanno prestato sci, scarponcini e bastoncini, Bettin è decisamente l'eroe di giornata.
Soddisfatto il presidente di Marcialonga Angelo Corradini, che spiega «è bello chiudere sotto questa leggera nevicata, che sì, sembra un po' una presa in giro, ma nonostante tutto possiamo certamente dire che siamo stati fortunati. Ce l'abbiamo messa tutta: la misura della riuscita si valuta proprio dalla faccia soddisfatta di questi ultimi sciatori, stanchi ma sorridenti».
Termina così una Marcialonga più Marcialonga che mai, che ha visto le eroiche vittorie del norvegese Petter Eliassen e della svedese Britta Johansson Norgren, stupendamente incorniciate dalla sciata in compagnia dei 4 campioni olimpici Cristian Zorzi, Paolo Bettini, Antonio Rossi e Jury Chechi, i quali sono arrivati al traguardo dopo una singolare staffetta, in cui 'Zorro' Zorzi ha raccolto paese dopo paese gli allegri compagni d'avventura. Immancabili, come da tradizione, i senatori, gli atleti d'altri tempi che hanno completato tutte – o quasi – le edizioni della Marcialonga, e che ancora oggi continuano a fare le scarpe a migliaia di atleti ben più giovani.
Grandioso come sempre il tifo e il trasporto del pubblico, disseminato lungo tutto il percorso a incitare i concorrenti, dal primo all'ultimo. La Marcialonga, insomma, si conferma ancora una volta imperdibile. E ora, che dire? Inizia domani il conto alla rovescia per la 47.a edizione, nel 2020: stasera, però, si festeggia e si riposa, mentre i fuochi d'artificio illuminano stupendamente i minuti cristalli di ghiaccio.
Info: www.marcialonga.it
Fonte notizia
www.marcialonga.it