Egregio direttore,
sono inzuppato e senza ombrello per questo acquazzone di metà luglio. Per la rilevanza data sulla pretesa partecipazione della Romeo Gestioni Spa ad una vicenda, definita “Affittopoli” - con tutto il senso criminalizzante attribuito a questa espressione - alla quale la società, che qui mi sento in dovere di rappresentare, è invece totalmente estranea. E sono costretto allora a rispondere sulla stampa all’invito a dedurre, che la Corte dei Conti tramite stampa mi fa pervenire.
Tra il 2013 ed il 2018, secondo l’atto della Corte dei Conti, non sarebbero stati riscossi canoni e/o indennità di occupazione per il godimento delle aree di proprietà comunale destinata a circoli sportivi (Il Circolo Tennis ed il Circolo Posillipo) per circa tre milioni di euro. E che c’entra la Romeo Gestioni SpA con la mancata riscossione di dette (supposte) somme, dal momento che la Romeo Gestioni ha riconsegnato il patrimonio al Comune con una puntuale, analitica e certificata documentazione nel dicembre 2012? E che la gestione del patrimonio immobiliare comunale e le relative riscossioni sono state affidate - e sono state svolte da quel momento - da altri soggetti?
Il problema che ci si sarebbe dovuto porre è diverso: perché la Procura della Corte dei Conti contesta il presunto danno erariale non a chi da 6 anni (dal 2013) lo starebbe provocando, ma alla Romeo Gestioni SpA?
Infatti, bastava informarsi un po’ rispetto alla macroscopicità dei dati (al di là di ogni considerazione sulla insussistenza del danno erariale per mancanza di attualità) per scoprire una circostanza elementare: e cioè che i contratti di locazione ad uso sportivo rientrano nella previsione dell’art. 27 della legge 27/07/1978 nr: 392. Pertanto i contratti di locazione del 2007 con il circolo Tennis e con il Circolo Posillipo – la cui riduzione al 10% dell'importo del canone periziato da Romeo Gestioni era stata espressamente disposta con decreto assessoriale - dopo il primo periodo di locazione (rispettivamente di sei e di otto anni) si sarebbero dovuti rinnovare ex lege, quindi, non tacitamente. Con l’effetto che detti contratti, regolarmente disdettati dalla Romeo Gestioni Spa, scadevano in un periodo successivo al 2012 e, quindi ancora, era il nuovo gestore a dover procedere ai contenziosi e alla riscossione di quanto, secondo la Procura, dovuto al Comune di Napoli. Disdette di cui l’Amministrazione era stata posta a conoscenza attraverso le specifiche informative, le relazioni semestrali, e con la stessa riconsegna della gestione a fine 2012; e delle quali in ogni caso qualunque gestore professionale e non improvvisato avrebbe dovuto accorgersi immediatamente. Il contratto con il Tennis scadeva il 31-12-2013 e quello con il Circolo Posillipo ancora dopo, quindi vi era almeno un anno di tempo per svolgere le eventuali attività che invece in circa sei anni non sono mai state svolte.
Non si racconta in questa vicenda, poi e invece, delle centinaia di contenziosi e istruttorie (che pure sono agli atti e sono stati tema di decine e decine di articoli scritti negli anni da giornali che oggi sembrano dimenticare una storia ventennale), avviati da Romeo Gestioni per moralizzare la “questione canoni” a Napoli per tutto il patrimonio immobiliare. E sì, anche per i Circoli del Tennis e Posillipo. Non si racconta delle scelte fatte dalle Amministrazioni, a cui Romeo Gestioni - non concessionaria come erroneamente afferma la stessa Corte dei Conti, ma titolare di un appalto di servizio – non aveva titolo per opporsi.
Perché, dunque, la Procura Regionale della Corte dei Conti si concentra sulla Romeo Gestioni e non su chi ha materialmente gestito e gestisce da sei anni il patrimonio comunale? Quale è stato l’effettivo ammontare dei canoni e delle indennità di occupazione di tutto il patrimonio immobiliare incassato dal Comune di Napoli dal 2013 ad oggi? Quale è stata la percentuale dell’incassato rispetto al dovuto? Come mai il piano di dismissione del Comune di Napoli non decolla dopo i 108 milioni rogitati da Romeo Gestioni nell’ultimo anno della sua gestione? E anche, se ed in quale misura l’utenza del patrimonio immobiliare comunale non costituisca un bacino di voti gestibile invece che una risorsa economica? Perché tutto questo passa sotto silenzio? Perché ancora una volta è Romeo che fa titolo? Perché?
Piove, governo Romeo!