La distorsione alla caviglia capita spesso agli sportivi e il suo trattamento non va sottovalutato
La distorsione alla caviglia è una delle lesioni più comuni tra i giovani atleti che praticano sport che richiedono salti o bruschi cambi di direzione. Tra questi sport possiamo citare calcio, tennis, pallavolo e rugby. La distorsione alla caviglia non causa particolari problemi nei pazienti che non praticano sport. Nell'atleta però, soprattutto quello agonistico, l'infortunio causa un'interruzione dall'impegno agonistico e dagli allenamenti e se non adeguatamente trattato può portare a esiti invalidanti.
Distorsione alla caviglia: fisiopatologia e classificazione
I meccanismi traumatici che determinano una distorsione sono principalmente due: la distorsione laterale e quella mediale. Distorsione laterale: la caviglia effettua una rotazione interna (sollecitazione di varismo) e il piede presenta un'ulteriore rotazione verso l'interno (supinazione del piede). Questo tipo di distorsione alla caviglia ha un alto riscontro. Negli USA, per esempio, ogni giorno si calcolano quasi 10.000 distorsioni il cui 85% riconosce un meccanismo di inversione. Distorsione mediale: La caviglia effettua una rotazione esterna (vagismo), causando una pronazione del piede, ossia una rotazione verso l'esterno. Tra i sintomi clinici più riconoscibili citiamo:
- tumefazione precoce ed a volte imponente della regione malleolare.
- ecchimosi tardiva.
- dolore in sede premalleolare e sottomalleolare, a volte in sede retromalleolare esterna.
- impotenza funzionale.
- sofferenza in sede di lesione provocata dai tentativi di pronazione o supinazione del piede.
- segno del "cassetto anteriore" in caso di rottura totale del compartimento esterno.
Il trattamento
Il trattamento delle distorsioni della caviglia non va sottovalutato, soprattutto negli sportivi. Infatti anche un solo uno spostamento minimo tra tibia e astragalo può provocare l'insorgere di problemi come la caviglia del calciatore. In fase acuta è preferibile adottare un trattamento non invasivo: riposo, ghiaccio e arto sollevato. In seguito, se il problema continua si può provvedere a trattamenti come il bendaggio funzionale che evita l'immobilizzazione prolungata della caviglia. Quest'ultimo ha anche altri vantaggi rispetto alle altre soluzioni (come per esempio il tutore dinamico o lo stivaletto da scarico). Mantiene il tono muscolare, garantisce una rapida guarigione dei legamenti e non interrompe la stimolazione dei propriocettori capsulari. Tuttavia questo trattamento ha una lunga durata: deve essere applicato in assenza di tumefazione e rinnovato ogni settimana circa. Nei casi più gravi la chirurgia è consigliata solo al 15% circa dei pazienti con instabilità. L'instabilità è riconoscibile dalla ricomparsa del dolore e della tumefazione a ogni episodio distorsivo e instabilità dell'articolazione. In questo caso sarà necessario sottoporsi a radiografie effettuate sotto stress per determinare l'entità del danno.