Matteo SIMONE
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La corsa ti fa faticare ma ti rende felice. La maratona è il coronamento di un sogno, il resoconto di un periodo di lavoro dove si raccolgono i frutti. Correre una maratona diventa un’impresa poi quando ne corri una fatta bene diventa una soddisfazione personale che corona il periodo di allenamenti, impegno, fatica.
Carlo Poddighe: Quali sono i sogni che hai realizzato? “Ho realizzato il sogno di correre maratone. Poi quello di farlo migliorando i miei tempi.”
Vito Cafaro: Quali sono i sogni realizzati: “Un sogno realizzato è sicuramente la maratona.”
Benedetto Scarpellino: Quali sono i tuoi pensieri? “I pensieri più belli e forti sono nel rettilineo finale di una maratona, quando ti rendi conto di aver raccolto quanto seminato nei mesi precedenti.”
Lo sport in generale e soprattutto la maratona diventa una scuola di vita, si apprende sempre. La maratona ti cambia la vita, fortifica, incrementa autoefficacia e resilienza. La maratona è un’esperienza che ti rende forte nello sport come nella vita di tutti i giorni. La maratona insegna a essere riflessivi e pacati, a non essere impulsivi.
Silvia Bortolotti: “La maratona, corrine una e ti cambia la vita dico sempre io ... per me nulla ti rende forte come l'esperienza della maratona ... ti rende forte nello sport come nella vita di tutti i giorni.”
Francesco Fagnani: “La maratona mi ha insegnato a non essere impulsivo, ma pacato e riflessivo.”
Tanti sono i fattori che possono influenzare l’atleta nella sua prestazione. Importante è un’autoconoscenza personale ed interiore, ad iniziare dal proprio respiro, dall'osservazione interna ed esterna, dall'ascolto delle proprie sensazioni.
René Cuneaz (Maratona 2h15’32”): “Ho una sensibilità incredibile del mio limite. Sento se sto correndo più piano o più forte della mia soglia. In maratona è un pregio. Quando provo ad andare oltre faccio talmente tanta fatica che rischio di pagare lo sforzo calando notevolmente il ritmo. Per questo, molte volte, in gare anche più corte, mi stacco dal gruppo e continuo col mio passo. Molti atleti, solitamente, li riprendo nel finale di gara.”
E’ importante conoscersi bene, sviluppare consapevolezza delle proprie capacità e limiti e saper gestire le proprie forze e le proprie energie per non svuotare troppo presto i serbatoi di carburante.
Carlo Poddighe: Quale è stata la tua gara più difficile? “Paradossalmente quella dove avevo riposto maggiori aspettative. Nel 2015, maratona di Valencia, in Spagna. Forse per il caldo, forse perché ci sono arrivato stanco. Avevo corso troppe gare poco prima. Ricordo una 33 km con parecchia salita in Toscana, la Firenze Reggello. Credevo di aver recuperato, invece no. Alla fine credo che tagliai il traguardo in 3h35' un po' troppo per i mei tempi abituali; ma portare a termine una maratona è sempre un’impresa, è sempre bello.”
Raffaele Luciano: Quali saranno le strategie di gara? “L'Idea è quella di partire tranquillo e poi fare la gara in progressione, cercando di evitare la sofferenza dello scorso anno, dove dal 23° al 39° ho spinto troppo e poi ho pagato nel finale.”
La maratona permette di sperimentare sensazioni uniche. Di seguito alcune testimonianze di maratoneti che rispondono alla domanda: Qual è stata la gara della tua vita, dove hai sperimentato le emozioni più belle?
Carlo Poddighe: “Io direi che ogni maratona mi ha regalato forti emozioni. La prima, fine 2013. Arrivai in 3h.29'. Poi la soddisfazione provata quando sono riuscito a tagliare il traguardo in 3h.13' lo scorso ottobre.”
René Cuneaz: “Di gare belle ce ne sono state tante ma quelle che in assoluto mi hanno dato più soddisfazione sono state le due maratone da 2h15. La prima a Firenze 2015 perché non mi aspettavo di correre così forte alla mia terza maratona; la seconda a Francoforte 2016 perché ho corso con una facilità paragonabile a Firenze ma con una chiusura nel finale più forte e con un margine nella parte centrale di gara che mi dà la consapevolezza, sempre che la preparazione vada per il verso giusto senza infortuni e con la giusta motivazione, di poter scendere sotto le 2h15 nei prossimi anni.”
Vito Cafaro: “L'emozione più intensa è stata senza ombra di dubbio la prima maratona. A 1 km dall'arrivo non trattenevo le lacrime.”
Michele Fiale: “La gara del mio cuore è stata nel 2007 la maratona di New York che mi ha dato sensazioni ed emozioni indescrivibili che tutt'ora porto nel cuore e racconto con piacere ad amici e conoscenti."
Elisa Tempestini: “Ovvio l'emozione più grande è stata la mia prima Maratona a 50 anni!”
Flora Alicino: “La mia prima maratona a Roma, la prima sfida che ho vinto con me stessa.”
William Alfredo: “Maratona di Roma 2013, la mia prima maratona in un anno da quando ho iniziato a correre, mai avrei immaginato finire una regina, questo mi ha dato spinta per far altre 4 maratone.”
Cosa c’è di così importante nel raggiungimento di questo obiettivo? E’ importante avere chiari gli obiettivi che devono esere difficili e sfidanti ma raggiungibili gradualmente e progressivamente. Inoltre bisogna avere una motivazione adeguata che ti permette di impegnarti con determinazione e convinzione per raggiungere l’obiettivo stabilito.
Eligio Lomuscio: Cambia qualcosa dopo questa maratona? “Il traguardo di questa maratona mi ha fatto capire che con un po’ di buona volontà tutto è raggiungibile, in una maratona per me non ci vuole solo la forza delle gambe, ma ci vuole anche e soprattutto una grande forza mentale.”
E’ importante porre tanta attenzione nelle cose che si fanno e sviluppare consapevolezza di sé e fiducia in se stessi. La motivazione deve essere solida. E’ necessario attingere alle risorse interne per perseguire le mete desiderate e cavalcare l’onda del cambiamento per seguire la direzione che porta a trasformare sogni in realtà e raggiungere obiettivi sfidanti ma non impossibili. Siamo tutti in grado di perseguire i nostri sogni.
Liberato Pellecchia (Maratona di Berlino PB 2h14'28): “Spesso negli allenamenti o nei momenti che mi prendo per me stesso visualizzo o immagino spesso le gare che preparo con l'idea: ‘se lo sogni lo puoi fare’.”
La self efficacy è la convinzione di possedere le capacità per raggiungere i risultati prefissati. Le fonti delle convinzioni di efficacia: esperienze di successo, modelli di riferimento, persuasione verbale, sensazioni sperimentate in esperienze di successo. Le persone con un alto senso di autoefficacia percepiscono le difficoltà come sfide.
Lorena Brusamento: Cosa ti aiuta in gare importanti? “Sicurezza in me stessa, forza mentale, determinazione, voglia di dimostrare a me stessa che il limite si può sempre superare...e che quindi il limite non esiste.”
E’ importante considerare l’eventuale ansia di prestazione saperla affrontare, accettarla, gestirla, superarla.
Eleonora Bazzoni (2h45’ prima Italiana alla maratona di Roma): Pensieri, sensazioni, emozioni, prima della gara? “I giorni precedenti la gara ero molto emozionata, tesa, nervosa, diciamo che chi mi incontrava percepiva il mio stato d'animo, non riuscivo a pensare ad altro. Il giorno stesso della gara ero molto tranquilla, felice e curiosa trasformando quell’agitazione in concentrazione e determinazione. Inoltre accanto a me avevo il mio allenatore e questo ha contribuito alla mia tranquillità.”
I maratoneti vanno alla continua ricerca di sondare le proprie possibilità, osano ma sono convinti di farcela e hanno dalla loro parte le sensazioni di benessere che sperimentano mentre fanno quello che vogliono con passione e dedizione.
Federica (Viola) Sicignano: Sensazioni, emozioni, pensieri prima della prossima gara importante? “Mi si è aperto di nuovo il piede. Reggerà il ginocchio? Speriamo non mi venga il mal di schiena. Sono stanca ce la farò? Poi il miracolo! La mente si libera e il tuo corpo si carica di energia. Rimangono solo la determinazione e la voglia di sentire i piedi dentro le miua amate scarpe. Guardo per l’ennesima volt ail video del percorso e mi metto le cuffie per tuffarmi nel mio mondo insieme alla musica. Si parte! Con una squadra speciale di spettatori ad accompagnarmi. Papà guida e Valeria pensa alla compilation per il viaggio. Mamma a casa con Kikko a fare il tifo per me. Senza dimenticare di chi ti chiama per assicurarsi che sia pronta e di chi invece attraverso un sms lascia il segno. Io dormo con i piedi all’aria intanto, per riposare le gambe. Stiamo andando a Parigi! Semplicemente emozionate!”
Una ricca e bella testimonianza che riassume quello che può vivere un atleta prima di un grande evento come la gara della maratona. Davvero una bella storia, un bel mondo da vivere e sperimentare. Dietro l’atleta c’è un mondo oltre a se stesso, ci sono famiglie e amici, qualcuno che ti accompagna, ti sostiene, si preoccupa, ti coccola, qualcuno che ti segue, ti contatta, ti manda messaggi augurali. Vale proprio la pena di entrare nel mondo dello sport per allenarsi, gareggiare, condividere momenti preziosi di fatica, gioie e soddisfazioni. La maratona inizia tanto tempo prima dello start, per Federica credo sia iniziata a Iten, quando eravamo in gruppo ed eravamo accanto a lei nel momento della sua iscrizione alla maratona di Parigi, da lì si è attivata Federica per allenarsi e arrivare al giorno della gara pronta, dopo aver sperimentato anche lo stage running in altura in Kenya proprio a Iten, la città dei campioni correndo accanto a pacer eccezionali, con un gruppo di amici italiani eccezionali e di kenyani straordinari.
Percorrere la maratona significa anche vivere l’esperienza di una giornata di eccessivo caldo oppure una giornata di pioggia, sentire l’acqua addosso, inzupparsi le scarpe nelle pozzanghere, insomma, osservare, sentire, percepire, giocare, tutto questo è anche maratona, come riporto nel libro “O.R.A. Obiettivi, Risorse, Autoefficacia”.
https://www.ibs.it/obiettivi-risorse-autoefficacia-modello-di-libro-matteo-simone/e/9788896378991
Matteo SIMONE
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html
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