Roberta Boriosi è una scrittrice e drammaturga. Dal 1984 pubblica col suo nome e con lo pseudonimo di Minever Morin diverse opere di narrativa e di teatro. Del 1990 è il romanzo Licenza di pensare, ispirato alla sua esperienza di agente della Polizia Stradale. Nel 2000 pubblica con Marco Melloni il romanzo Occhi di sorcio, e nel 2001 ne trae l’omonima riduzione teatrale. Nel 2007, sotto pseudonimo, esce il romanzo Esperia. È la città il corpo del reato (Robin Editore), in collaborazione con Marco Melloni. Il seguito Esperia. La polizia è infetta esce nel 2012 (Corbo Editore). Nel 2016 pubblica il romanzo umoristico Il Grande Cetriolo. Manuale eroicomico di sopravvivenza, al quale segue nel 2017 il secondo volume La (inesorabile) vendetta del grande cetriolo. Secondo manuale eroicomico di sopravvivenza, entrambi per Sillabe di Sale editore. Quest’ultimo romanzo riprende le avventure della protagonista Oscarina Mammaliturchi nel mondo di Cucurbilandia, confermando l’abilità di Roberta Boriosi di trattare con ironia e intelligenza situazioni all’apparenza assurde, ma che celano FORSE importanti verità.
«Lei è stata una delle prime donne a entrare nella Polizia di Stato. Un lavoro che ha ispirato molti suoi romanzi, in ultimo i due volumi ambientati nel mondo di Cucurbilandia. Quali aspetti del mestiere di poliziotto hanno più influenzato la sua produzione letteraria?»
R - L'essere immersi, durante i servizi di pattuglia e specie in quelli notturni, in una dimensione semionirica, dove la realtà conosciuta lascia il posto a una quasi aliena. In quel territorio di confine la mente si apre a pensieri inattesi. Ecco, direi che in gioventu' il "duro lavoro di pattuglia" per me ha sostituito quelle sostanze psicotrope a volte così decantate da alcuni artisti...
«In La (inesorabile) vendetta del grande cetriolo. Secondo manuale eroicomico di sopravvivenza ha una parte importante la riflessione che la protagonista Oscarina fa sulla mancanza del libero pensiero nella società a cui appartiene. Ella cerca di porre rimedio alla disinformazione dei cittadini, e al loro crogiolarsi nella mediocrità, purtroppo con esiti più comici che proficui. Anche nei suoi precedenti romanzi distopici, ambientati nella città-stato di Esperia, è presente la stessa riflessione, lo stesso incubo di un mondo dominato dal controllo e manipolazione della libera espressione delle idee. Crede che la nostra società sia arrivata già a questo punto, e che la libertà che pensiamo di avere sia solo un’illusione?».
R - Diciamo che potrei rispondere a questa domanta in maniera piu' esauriente e serena se fossi già in pensione e magari trasferita in un altro continente....
«Lei è un’autrice molto diretta, esplora territori scomodi e afferma verità che potrebbero far storcere il naso a qualcuno. Il fatto che sia anche un poliziotto probabilmente limita il suo margine d’azione e di denuncia sociale. Nella sua attività di scrittrice e drammaturga le è mai capitato di scrivere un’opera talmente tagliente da averla dovuta censurare lei stessa, per non imbattersi in sanzioni o critiche?»
R - Non mi sono mai autocensurata e non sono stata mai censurata, perché nessuno si è mai potuto "attaccare" al contenuto di ciò che ho scritto o al modo in cui l'ho scritto.
Diciamo che intingendo la penna nel calamaio della "misura", sono riuscita sempre a dire cià che volevo: anche nelle ventidue lettere che dal 2000 al 2004 sono apparse con dignità di articolo sulle pagine di diversi quotidiani italiani e "trasversalmente" direi, da La Repubblica a La Padania, da Famiglia Cristiana a Piazza Grande e al Corriere della Sera.
Poi, certo, se ti esponi può capitare che rispondi al telefono di casa alle tre di notte e ti senti dire "ti taglieremo la gola poliziotta di merda sul portone della tua casa di via eccetera" o ti ritrovi trasferita d'ufficio di qua e di là. E magari può capitare pure che un collega sogghigni e dica che te la sei cercata. Ovviamente dico che può capitare, non che mi sia capitato...
«Torniamo all’origine del mondo di Cucurbilandia. Qual è stata l’idea, la suggestione, l’intento che l’ha portata a scrivere questi romanzi? Da dove derivano i bizzarri nomi dei personaggi? Ci racconta qualcosa della loro creazione, e delle influenze che l’hanno ispirata a costruire caratteri così particolari ed eccentrici?»
R - I personaggi letterari godono di vita propria. Nascono da soli quando meno te lo aspetti e, soprattutto, quando decidono loro. L'Autore deve solo starsene lì pazientemente a "pescarli" al momento giusto. E' inutile che gli scrittori si diano tante arie: sono i Personaggi a far tutto da soli... Se ci fossero riferimenti alla realtà (e ovviamente ribadiamo sempre che non ce ne sono) potrei fornirvi la lista dei nomi dei personaggi reali a cui mi sono ispirata. Ma, ahimé, tale lista non è mai esistita...
«Nel romanzo La (inesorabile) vendetta del grande cetriolo. Secondo manuale eroicomico di sopravvivenza ha luogo un divertente confronto tra due mondi paralleli, la Terra e Cucurbilandia. In dialoghi brillanti e ricchi di spunti interessanti emerge come sia difficile il confronto tra due paesi lontani, e quanti fraintendimenti possano avere luogo, a volte solo semantici, altre legati a differenti norme morali, e come sia semplice distorcere la realtà e farsi un’idea sbagliata di chi si ha di fronte. Una critica, celata dietro il nonsense dei discorsi di Oscarina e dei suoi amici, al nostro mondo pieno di troppi pregiudizi. Qual è il significato profondo alla base del personaggio di Oscarina? Che valori cerca di veicolare attraverso di lei?»
R - Lascio rispondere direttamente Oscarina, alla sua maniera "Eccheccacchio, quanto parlate difficile: mo' chiamo Carapace, se ci si raccapezza lui...". Oscarina è candida, onesta, sincera e non sale un gradino di carriera. Però ha tanti amici leali e puri come lei: tutti lì, piazzati sul primo gradino. Stanno un po' scomodi: però da quel gradino riescono a guardare il mondo di Cucurbilandia disincantati ma sorridenti (o forse il sorriso che appare sui loro faccioni è un "trisma tetanico da disincanto"?)
«Ha in mente di trarre un’opera teatrale dai suoi romanzi ambientati nel mondo di Cucurbilandia, come ha già fatto con il suo lavoro Occhi di sorcio?»
R - Se trovo un teatro che non mi risponde "Bel testo e tematica interessantissima, però dato che è scritto da poliziotti non se ne parla proprio", come mi sono sentita dire da due teatri italiani per Occhi di Sorcio prima della mia "fuga" in Francia (dove invece è stato pure pubblicato), magari sì...
«Può raccontarci qualcosa del seguito de La (inesorabile) vendetta del grande cetriolo. Secondo manuale eroicomico di sopravvivenza? Avremo il piacere di partecipare al riscatto di Oscarina?».
R - Oscarina è una che non molla: magari i suoi sodali cadono come birilli, ma lei prosegue diritta e sola alla meta. Nella terza avventura la Prode si imbarcherà in una perlustrazione dei meandri della Distorsione del Potere e incontrerà Superioroni Supremi (ma anche di gradi intermedi) che riescono a sentirsi vivi solo schiacciando qualcuno. Ne uscirà viva? Boh: al momento, non lo so neppure io...