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Rimini,5 agosto 2024 – “Della direttiva Bolkenstein si può pensare il peggio o il meglio possibile. Ciò che è certo è che il mondo dei balneari è già cambiato e che niente sarà più come prima. In alcune Regioni i primi bandi per le nuove concessioni sono già usciti, mentre quelli che coinvolgono la nostra fascia costiera sono di imminente pubblicazione Gli imprenditori e gli attuali concessionari devono sapere come e cosa fare senza perdere tempo E per prepararsi giocando in anticipo sulle scadenze che stanno arrivando”. È questa la situazione dei “bagnini” della riviera romagnola, di quella marchigiana e di tutto il litorale italiano, secondo Gabriele Baschetti e Stefano Fabbri, fondatori e partner dello studio di consulenza aziendale Skema di Rimini.
“Quello che abbiamo di fronte è uno scenario completamente nuovo, che avrà un forte impatto sociale, culturale ed economico. Per questo – continuano i due professionisti- abbiamo costituito in Skema un team di professionisti ed esperti dedicato, che dalla primavera di quest’anno tengono incontri formativi con gli imprenditori balneari della riviera tra Ravenna e Cattolica e di quella marchigiana fino da Senigallia. Obiettivo, spiegare come prepararsi, cosa fare e quando e come farlo. E la frequenza e il numero di questi incontri sta costantemente aumentando”.
Un tema che coinvolge una platea estremamente estesa. Oggi L'Emilia-Romagna è la regione con il maggior numero di stabilimenti balneari in Italia (1.052), realtà che rappresentano il 14,5% del totale nazionale. Ravenna (186), Rimini (154) e Cervia (150) guidano la classifica regionale dei “bagnini”. Tutte loro danno lavoro mediamente a 6,5 addetti per ogni stabilimento balneare. Ovvero almeno 7mila occupati. E visto che nelle Marche il numero di queste attività si attesta a 904, si ha un’idea di quanto questo comparto pesi sulla vita economica e sociale dei due territori, oltre alle concessioni che riguardano chioschi e ristoranti.
Ognuna di queste realtà deve fare subito i conti con un percorso inevitabilmente nuovo per la loro cultura d’impresa. Un Bando regolato da norme precise e vincolanti dove la “forma è sostanza” e non ci si può permettere nessun errore, anche minimo. Il suo risultato stabilirà, infatti, rinnovi, cessazioni o nuove assegnazioni delle concessioni balneari.
Per ogni partecipante sarà necessario svolgere una verifica preliminare dei requisiti e della documentazione per la partecipazione ai bandi volta a capire come affrontare eventuali cause di esclusione alla gara. Realizzare un’analisi dei dati e informazioni contabili, gestionali e fiscali per la predisposizione del Piano Economico Finanziario (PEF) dell’impresa, oltre all’eventuale presentazione di un progetto tecnico sulle componenti immobiliari.
Ma non è tutto: a questi si aggiungono le iscrizioni o registrazioni a piattaforme, portali, fascicoli elettronici, e di quanto dovesse essere richiesto dal Bando. È quindi evidente che il tempo gioca un ruolo fondamentale: considerando che, dalla pubblicazione del bando, le procedure di gara si terranno in un range di 30-60 giorni, non essere pronti sin da ora espone il partecipante a grossi rischi.
Dubbi, perplessità, fastidio e quant’altro devono essere lasciati alle spalle – concludono Baschetti e Fabbri – soprattutto bisogna essere coscienti che dall’uscita di un bando comunale alla sua chiusura, ci saranno tempi stretti, e sarà necessario essere già pronti a affrontarlo”.
Fonte notizia
www.skema.it