Eri mia madre è l'ultimo romanzo della giornalista Silvestra Sorbera pubblicato con la casa editrice Be Strong edizioni.
Il romanzo raccota la storia di Enza ma, allo stesso tempo, racconta la storie di molte donne che hanno vissuto gli anni settanta, a ridosso di una rivoluzione femminista e sociale che, in qualche modo, ha cambiato il modo di vedere e sentire delle generazioni future.
Enza è una brava ragazza, una figlia ubbidinete nonostante le restrizioni del padre, studiosa e innamorata, ha ua sorella più grande che segue le orme materne scegliendo di sposarsi presto per mettere su una famiglia prettamente patriarcale, lei invece no.
La nostra protagonista sceglie di studiare e diventare una professoressa di lettere, appaoggiata dalla famiglia, nonostante i vari compromessi, riesce a portare avanti i suoi obiettivi fino a quando non succede l'inaspettato.
In pochi giorni la sua vita cambia a da Pachino, piccola cittadina siciliana in provincia di Siracusa che ha dato i natali alla famiglia del'autrice, Enza parte per Torino dove, ospite degli zii, dovrà rinboccari le maniche.
Torino non è molto ospitale, lei è meridionale, terrona, con il suo accento "pensate" nonostante un italiano impeccabile, Enza lavora al mercato rionale e aiuta in casa ma ecco che ancora una volta le si pongoo davanti delle scelte.
Questa volta sarà lei a tirare le fila della sua storia, del suo destino e sceglierà cosa fare seppur scegliendo di mettersi da parte per evitare scontri con la sua famiglia d'origine e soprattutto per il bene di suo figlio.
Enza sceglie di vivere nell'ombra anche se lascerà un solco profondo nella vita di Pietro.
L'autrice inzizia il romanzo con una frase tratta da una canzone di Roberto Vecchioni: "Da mia madre ho preso il cuore e non l'ha mai voluto indietro", ecco solo dopo la fine del romanzo, solo dopo esserci compenetrati totalmente nella vita di Enza quella frase è più chiara, quella frase è la coccola della mamma quando stati male e tutto il mondo ti rema contro. Questo è quello che ha fatto Enza.
