Cresce la domanda di plastica riciclata di qualità, trainata dalla regolamentazione europea, dalla domanda dei consumatori e dall’interesse dei brand owner. Nei primi 5 mesi del 2024 PlasticFinder®, il marketplace nato nel 2017 in Italia per fornire materie plastiche e servizi digitali per lo sviluppo della seconda vita dei materiali plastici, ha fatto registrare una crescita del +30% dei prodotti riciclati rispetto al 2023 con oltre 100 nuovi utenti aziendali registrati sulla piattaforma.
«La domanda crescente di plastica riciclata – spiega Stefano Chiaramondia, presidente di PlasticFinder® – necessita di interlocutori qualificati che possano accompagnare le aziende e tutta la filiera in un viaggio molto complesso, ma estremamente importante per il nostro futuro. La sfida della transizione verso l’economia circolare rischia di diventare ancora più difficile se consideriamo che, data l’insufficiente quantità di plastica riciclata in Europa, dovremo aprire le porte anche ai prodotti riciclati extra UE».
Serve una garanzia di conformità per la plastica riciclata extra UE. «Il mercato delle plastiche vergini, provenienti dai grandi gruppi petrolchimici– prosegue Chiaramondia – è attualmente dominato da produttori extraeuropei situati principalmente nelle Americhe e in Asia, i quali hanno progressivamente sostituito i produttori europei di polimeri. Questa realtà ha abituato l'industria della trasformazione delle materie plastiche ad affidarsi all'importazione di materiali. Questa tendenza potrebbe parzialmente toccare anche le plastiche riciclate. In questo caso, però, le dinamiche di mercato sarebbero completamente diverse, a causa, in particolare, delle norme vigenti in Europa, che tutelano la qualità dei materiali e la loro tracciabilità. Per fare fronte a una importante richiesta crescente, l’Europa dovrà aprire le porte ai prodotti riciclati extra UE che dovranno necessariamente rispettare i requisiti di tracciabilità e dovranno essere conformi alle normative vigenti».
Le normative considerano tutti i materiali non conformi come rifiuti. Le aziende di trasformazione che acquistano prodotti non conformi si espongono a rischi significativi, anche di natura penale. Tra le principali conformità non derogabili vi sono quelle stabilite dal Regolamento REACH, obbligatorie per l'importazione nell'UE di polimeri prodotti al di fuori dell'Europa, e dalla normativa sull'End of Waste. «Il nostro marketplace – aggiunge ancora Stefano Chiaramondia – possiede gli strumenti necessari per garantire la conformità delle materie plastiche riciclate, come ad esempio la certificazione sull’END of WASTE per la compravendita di plastica riciclata e sottoprodotti industriali secondo la norma UNI 10667, e la conformità Reach per PET, HDPE e LDPE, principali polimeri nel settore del riciclo».
Da PlasticFinder® nuovo servizio di assessment di plastica riciclata. Per questa ragione il 19 e 20 giugno PlasticFinder® sarà presente a Plastics Recycling Show Europe 2024 ad Amsterdam, la fiera più importante in Europa per le materie plastiche riciclate, per presentare il nuovo servizio di assessment delle materie prime riciclate. Questo servizio sarà disponibile gratuitamente per tutte le aziende iscritte a PlasticFinder® e consentirà loro di comprendere se i prodotti che acquistano e che vendono possono davvero essere commercializzati nel mercato europeo e trovare delle efficaci soluzioni qualora sia necessario.
Regolamento imballaggi, materie prime secondarie da rifiuti paesi terzi. Sul fronte regolatorio la plenaria del Parlamento Europeo ha approvato lo scorso 24 aprile la proposta di regolamento imballaggi e rifiuti di imballaggi: «La novità importante – commenta il presidente di PlasticFinder® – riguarda l’introduzione dei concetti di “riciclabilità” del packaging e di “riciclo di alta qualità”, intesa come qualità equivalente ai materiali originali e obiettivi di contenuto minimo di plastica riciclata per il 2030 e 2040, con particolare riferimento al PET. Ai fini del contenuto minimo potranno essere considerate anche le materie prime secondarie o MPS provenienti da rifiuti post-consumo raccolti in paesi terzi: tutto questo, tuttavia, dovrà avvenire in conformità alle norme ambientali con il loro rispetto da parte di tutti operatori intra UE ed extra UE. Diversamente, si rischia di creare un’asimmetria dannosa per il mercato europeo».
No Plastic Tax: occorre più consapevolezza sul buon uso della plastica. Un altro tema molto caldo è, infine, la plastic tax: «Non l’abbiamo mai sostenuta – conclude Stefano Chiaramondia – non nell’obiettivo di sostenibilità che ovviamente ci è molto caro, ma nella modalità di attuazione. Gli obiettivi di sostenibilità possono e devono essere raggiunti promuovendo una maggiore consapevolezza circa l’utilizzo buono della plastica, senza sprechi e senza imballaggi sovra-dimensionati, e con il miglior riciclo possibile affinché questo materiale si trasformi davvero in una risorsa economica, finanziaria, ambientale e sociale».