«La silloge Sensi ci porge una visione ambivalente dell’essere e dell’esistenza, sempre in bilico tra il possibile e il reale, tra il desiderio e il deserto del giorno da incontrare, in un susseguirsi instancabile di emozioni e avvenimenti. Il collante che tiene unito tutto il libro è l’amore; inteso come incontro fisico e spirituale, senza limitazione o remore». Sono le parole del maestro Giuseppe Aletti, formatore, poeta e critico letterario, titolare dell’omonima casa editrice che ha pubblicato l’opera di Mihaela Fediuc, nella collana “I Diamanti della Poesia”, a far immergere il lettore, già dalla Prefazione, nella raccolta di liriche dal titolo “Sensi”. Un viaggio interiore in cui ciascuno può rispecchiarsi e dove aleggia, spesso, il dualismo tra la vita e la morte. La poetessa - che attualmente vive a Terlizzi (in provincia di Bari) e lavora come interprete e traduttrice, occupandosi anche di assistenza per anziani - con questo libro imprime nero su bianco emozioni e sentimenti - da qui il titolo - concretizzando una passione che ardeva da sempre. La scrittura riveste un ruolo catartico nel cammino verso la propria interiorità, anche se Mihaela ci tiene a sottolineare, sin da subito, di non voler legare le sue poesie esclusivamente alla propria esperienza personale. «Voglio lasciar spazio ai lettori di fare una ricerca interiore, come un’identificazione di se stessi». Cammino che coincide anche con l’immagine di copertina, un paio di scarpe da ginnastica, ad indicare e segnare un percorso sempre in itinere, dove è possibile raggiungere un equilibrio tra i tanti dualismi che caratterizzano l’esistenza, attraverso un ragionamento logico che separa i vari mondi che la costituiscono. Tra questi, realtà e fantasia, che l’autrice definisce «due compagne di vita, che non si intrecciano mai, ma camminano in una direzione parallela».
Mihaela scrive poesie in versi sciolti caratterizzati da rima alternata e, a volte, baciata e incrociata. E’ ricorrente l’utilizzo di metafore ed altre figure retoriche per esprimere la sua interiorità affrontando anche temi di interesse esistenziale più generali. La poetessa parla di un «tono dolce ma anche molto pesante, a tratti, quasi soffocante». La silloge è un inno alla vita e all’amore in tutte le sue sfaccettature ma, soprattutto, a non smettere mai di credere nei propri sogni nonostante le difficoltà. «Vorrei che ciascuno potesse ritrovarsi nelle mie poesie, lasciandosi trasportare sulle “ali” dei sogni».