Per un periodo di tempo, soprattutto durante i lunghi mesi della pandemia da Covid, gli investimenti sostenibili erano stati brandizzati soprattutto dalla grande finanza, che li sosteneva anche pubblicamente.
Lo scenario da un po' di mesi a questa parte però è cambiato, perché mentre i grandi player di gestione sono diventati più freddi rispetto alle tematiche Esg, i capitali privati continuano a trainare la corsa.
Fattori ESG ed investimenti
È fuori di dubbio che c'è bisogno di mettere tanti soldi sul piatto per compiere la transizione energetica. Realizzare gli obiettivi di decarbonizzazione comporta un totale cambiamento del sistema economico e produttivo. Di conseguenza, servono grossi investimenti.
Tuttavia i grandi attori del mercato dei capitali guardano sempre di meno agli Esg, come dimostra il fatto che gli asset manager progressivamente stanno abbandonando i fondi environmental, social and governance. O meglio, non li sostengono più in modo pubblico, ma lo fanno in maniera più blanda e comunque silenziosa.
Le ragioni che hanno spinto verso questo disimpegno sono molteplici, ed abbracciano tanto fattori macroeconomici quanto le politiche messe in campo dai diversi paesi per la transizione energetica.
I privati ci credono ancora
Un comportamento diverso rispetto alla grande finanza lo stanno avendo i privati. Basta pensare che la performance di uno degli indici di riferimento del settore, ossia l’MSCI World ESG Leaders, nel primo trimestre dell'anno ha registrato un incremento del 22%, uscendo dalle "kumo" dell'ichimoku cloud.
Anche se le performance dei singoli titoli incentrati sulla transizione energetica sono discretamente variabili, gli investitori sembrano essere convinti di un potenziale rialzo in prospettiva. Questa convinzione nasce sostanzialmente dalla necessità sempre più evidente del climate change.
Chi investe negli Esg?
Analizzando i vari tipi di investimenti che vengono fatti nel settore, si scopre che questa categoria riscuote molto successo soprattutto dai fondi pensione. Oltre il 60% infatti di essi ha allocato negli investimenti sostenibili una quota superiore al 10% del proprio portafoglio. Molto più distanti sono altri forme di impiego, come azionario diretto, obbligazioni, cfd, opzioni vanilla, ecc. La ragione principale è che si ritiene che possano aiutare a contenere i rischi di lungo periodo.