Voglio iniziare questa breve analisi da dove è terminato il tam-tam pubblicitario di giornali e tv ben disposti nei confronti dei partiti della sinistra: negli ultimi giorni prima del voto hanno dato grande risalto alla rimonta della sinistra a 5 stelle coi due candidati impegnati in un testa a testa avvincente. Insomma, anche in Abruzzo si profilava la rimonta del campo extralarge ai danni del povero Marsilio, Governatore uscente.
Dopo la chiusura dei seggi grande aspettativa nei salotti televisivi con la parlamentare del Pd che con enfasi sottolinea le gravi difficoltà del Centrodestra e non si accorge che il dato che scorre in sovra impressione prefigura un'ampia vittoria proprio dello schieramento guidato da Giorgia Meloni. Probabilmente ha fatto effetto anche l’ennesima previsione del povero Fassino che prevedeva il trionfo della sinistra. Già nella tarda serata di domenica il vento era effettivamente cambiato ma nella direzione contraria rispetto a quanto previsto da Conte e soci.
Vediamo per primi alcuni elementi significativi della tornata elettorale in Sardegna, elementi che hanno a che fare principalmente con le strategie di comunicazione politica; la vittoria della Todde è molto risicata, meno di mezzo punto di differenza, 45,4 contro il 45%. Una differenza così lieve fa pensare che chi ha perso poteva anche vincere e così è; Paolo Truzzu, il candidato scelto dal centrodestra, ha perso i voti che potevano dargli la vittoria proprio nel capoluogo dove ha lavorato come Sindaco.
Si è votato con la regola del voto disgiunto pertanto molta gente che ha votato per il centrodestra a livello di liste non ha votato il candidato proposto. Una scelta più attenta avrebbe molto probabilmente dato la vittoria al centrodestra.
È evidente che la vittoria della grillina Todde è stata favorita dalla scelta poco lungimirante del suo sfidante, un candidato poco apprezzato come Sindaco di Cagliari e di scarsa presa sul resto dell'elettorato sardo. Nelle elezioni territoriali è fondamentale la scelta del candidato, conta la persona indipendentemente dal simbolo del partito, il Movimento 5 stelle, partito della Todde che ha vinto, ha preso relativamente pochi voti ma la candidata è stata eletta Presidente della Regione.
Altri elementi che secondo diversi analisti possono aver concorso alla mancata affermazione del Centrodestra sono:
Divisioni interne: La coalizione di centrodestra era apparsa divisa in alcune fasi della campagna elettorale, con Lega e Forza Italia che non sempre hanno trovato un accordo.
Mancanza di un programma forte: Il centrodestra non è riuscito a presentare un programma chiaro e convincente per la Sardegna, con proposte concrete su temi come lavoro, sanità e ambiente.
Campagna elettorale poco efficace: La campagna elettorale del centrodestra è stata considerata da molti poco incisiva e non in grado di mobilitare l'elettorato.
Oltre a questi elementi, il centrodestra ha sofferto anche la concorrenza del candidato di Sardegna Civica, Renato Soru, che ha raccolto quasi l'8% dei voti. Altro aspetto di carattere psicologico che potrebbe avere giocato un ruolo nella sconfitta del candidato proposto da Fratelli d'Italia è che la scelta è piovuta dall'alto, da Roma, trascurando quindi le comunità locali chiamate poi a votarlo.
Molti commentatori hanno analizzato la tornata elettorale sarda che, voglio ricordarlo perché chiave di lettura fondamentale, è e rimane un test elettorale territoriale.
Questo perché alcuni presunti esperti di parte avevano parlato di test valido a livello politico nazionale o addirittura a livello di elezioni europee di giugno. Nulla di tutto ciò perché le contese elettorali territoriali, come sono le elezioni Regionali e Comunali, sono partite dove contano i temi locali, quelli che interessano praticamente le popolazioni, dove sono in gioco non tanto gli ideali e i simboli di partito quanto le persone che vengono candidate, la loro esperienza politica, la loro notorietà e capacità, conta persino la loro immagine che comunica anche più delle parole.
Veniamo ora a quella che potrebbe definirsi la rivincita del Centrodestra e cioè la vittoria in Abruzzo del candidato di Fratelli d'Italia Marco Marsilio. Parlare di rivincita in realtà non è corretto, come già detto si tratta di elezioni amministrative locali; pertanto, non hanno una valenza nazionale (se non a livello di narrazione mediatica), Giorgia Meloni non ha perso in Sardegna come non ha vinto in Abruzzo, In Sardegna ha perso Truzzu, in Abruzzo ha vinto Marsilio. I voti regionali non sono voti sul Governo, non sono giudizi sul Governo.
Uno degli errori fatti dal centrosinistra in Abruzzo è stato quello di voler chiamare al voto gli elettori evocando un testa a testa tra i due candidati, ma è stato un errore perché gli elettori di centrodestra contenti della ricandidatura di Marsilio, politico esperto e conosciuto, sono andati a votare anche perché richiamati dal possibile testa a testa col candidato del centrosinistra. Non vi hanno invece creduto gli elettori del campo largo che non hanno risposto alla chiamata alle urne dei partiti che appoggiavano D'Amico, ex Rettore dell'Università di Teramo, non un politico e questo già depone male verso lo schieramento che lo ha candidato, perché se voglio proporre un cambiamento politico devo candidare un politico, un non politico è già una ammissione di debolezza dello schieramento.
I cittadini non votano i candidati che sono personaggi famosi per la loro professione ma votano il candidato famoso per la sua azione politica, servono quindi idee politiche e serve che siano comunicate bene e per tempo!
Altro errore del centrosinistra è stato quello di dire che la vittoria era possibile ma difficile, ammettere questo è un'altra prova di debolezza che non spinge gli elettori alle urne.
E veniamo al campo largo anzi extralarge perché oltre a Schlein e Conte (due che flirtano ma che si odiano almeno un po') stavolta c'erano dentro anche Calenda e Renzi, quelli che si definiscono i moderati. Ma che ci fanno i moderati insieme alla sinistra che piace a Bersani ex PCI e al partito antisistema quale è (o era) il Movimento 5 Stelle? Agli occhi degli elettori è un minestrone insipido, se un partito da solo attrae gli elettori non è detto che unito ad altri partiti attragga allo stesso modo, non è detto che i voti si sommino. E così è stato, il partito di Conte ha preso un misero 7% esattamente come la somma dei voti del duo Calenda-Renzi. A questo punto chi si sfila dal campo largo destinato a restringersi?
Un dato importante nella tornata elettorale abruzzese è stata la scarsa affluenza, una affluenza così bassa dipende sostanzialmente dal fatto che il centrosinistra non ha saputo dare un vero messaggio di cambiamento, l'affluenza aumenta se c'è voglia di cambiare ma un campo larghissimo che cambiamento può essere? con dentro Renzi e Calenda e PD e 5 Stelle che cambiamento è? È un'alleanza elettorale da vecchia politica e non esprime assolutamente un cambiamento.
Il vento che doveva cambiare non è quindi cambiato e soffia stabile verso Destra, mi permetto però di consigliare di fare attenzione in generale alle situazioni in evoluzione come in politica estera, rimanere coerenti è necessario ma attenzione a non cedere opportunità agli avversari che potrebbero assecondare il malcontento dei cittadini riguardo ad esempio alle difficoltà economiche legate al permanere di certe situazioni di crisi internazionale come la guerra in Ucraina, la crisi di Gaza e nel Mar Rosso.
Da evitare assolutamente anche di farsi etichettare come il Governo che continua di fatto l'opera del Governo Draghi sotto altre spoglie. La gente in questo caso sceglierà chi sosteneva Draghi. Come ho già detto è importante offrire ai cittadini messaggi positivi e migliori prospettive ecco perché sarebbe importante parlare, a proposito della crisi in Ucraina, di azioni diplomatiche per la soluzione del conflitto e non solo di nuove armi e soldi spesi per quel conflitto.
Un leader esperto come Giorgia Meloni sa che bisogna offrire alla gente anche una visione positiva e realizzabile per il futuro anche a breve termine. È quindi importante mantenere viva l'attenzione e l'empatia con i cittadini e lavorare sui temi che la gente ritiene importanti che non sono, come si potrebbe credere, l'ambiente, il clima o i bagni fluidi nelle università ma piuttosto la sanità in una Nazione con tanti anziani, il lavoro e i diritti dei lavoratori, l'economia e l'industria, il saper offrire una visione ai tanti giovani in cammino verso il futuro, la difesa della nostra storia, cultura e tradizione. Importante anche saper indicare una strada per rinvigorire ed innovare il sistema industriale italiano, una Nazione che non può ridursi a semplice parco divertimenti turistico. Coniugare quindi temi internazionali con temi locali spiegando bene alle persone il perché di certe scelte senza farsi coinvolgere in risse che l'opposizione tenterà di provocare metaforicamente ma anche fisicamente ad esempio nelle piazze.
Per il Centrodestra c'è una grande opportunità quella delle elezioni europee di giugno, la gente è stufa di una Unione europea ridotta ad agenzia finanziaria e macchina burocratica che trita diritti e valori ignorando le istanze dei cittadini, delle persone. La Destra deve farsi portavoce e agente di cambiamento senza regalare questo ruolo alla sinistra che di questa UE fallimentare è artefice e complice. In una fase storica che vede la crisi dei ceti più deboli e la difficoltà per tante fasce di popolazione credo che la Destra abbia un’arma efficace nella sua anima sociale che può essere vincente coniugata alla visione della società tipica dei moderati della coalizione di centrodestra dove è interessante, nelle elezioni in Abruzzo, il risultato di Forza Italia. Se la Destra ed i suoi alleati sapranno esprimere valori e ideali oltre che coerenza, la gente sentirà il piacere ed il dovere di partecipare al voto e per il campo largo lo spazio sarà sempre più stretto.
E l’opposizione? Chi si sfilerà dal campo largo? Paiono remoti i tempi in cui i parlamentari grillini, bravi nella comunicazione politica a mezzo social, manifestavano in piazza con le foto segnaletiche dei parlamentari del Pd, certamente sarebbe importante per tutti che vi fosse un’opposizione abile nel produrre proposte utili e che avesse una visione futura per la Nazione non limitata a trasformare idiozie in ideologie come con la cancel culture o a denigrare valori fondanti come la famiglia tradizionale perché loro sono tolleranti e inclusivi tranne quando non sei d’accordo con loro. Se dal Pd, che ha una esperienza politica importante, ci si può augurare un contributo di idee per migliorare la vita degli italiani cosa ci possiamo aspettare da Conte La Qualunque alias l’avvocato del popolo? Ovviamente tutto e gratuitamente!