I musei sono contesti speciali, a cui nessuno è capace di restare indifferente e dimostrare distacco, perché sono i custodi simbolici di una storia e di una cultura, che ci appartiene e dalle quali possiamo sempre ricavare nuovi stimolanti incipit per rafforzare il nostro sapere e la nostra conoscenza e per trovare nuove chiavi di lettura del presente proiettandolo nel futuro e nel futuribile. Anche chi di solito non è avvezzo a frequentare gli ambiti museali e vi si reca sporadicamente, ogni volta rimane comunque colpito e affascinato, viene rapito e conquistato da questi ambienti magicamente ammalianti, che incantano e si lasciano permeare dalle nostre emozioni più recondite, dal pathos più inconscio, dal trasporto più intimo. Il pittore Daniel Mannini, talento emergente di notevole capacità creativa e di incalzante dinamismo sperimentale, è un grande estimatore appassionato dei musei e al loro interno ovviamente coglie anche interessanti spunti di ispirazione da intrecciare alla sua vivace prospettiva. I musei offrono un patrimonio di risorse inestimabile e inesauribile da cui gli artisti in generale possono trarre una fonte vitale di energia creativa, da trasferire nel proprio personale background e da filtrare insieme a quell'alchimia di componenti ed elementi, che fanno da propulsore potente per alimentare e incrementare la propria prospettiva visionaria. Daniel è certamente un esempio a modello molto positivo di questa favorevole sinergia, che scaturisce in primis dall'empatia verso il senso della scoperta e il desiderio di carpire e metabolizzare, accompagnati da una spiccata sensibilità ricettiva e percettiva. Ecco, perché ho pensato di intavolare un'intervista dedicata a questa tematica, che lui sente molto affine alla sua forma mentis. Il sito web personale di Daniel Mannini www.danielmanniniart.it accoglie la sua produzione e si presta a una formula di interazione molto piacevole.
D: Raccontaci quando e come nasce questo tuo appassionato slancio
verso i musei.
R: La mia passione nasce durante gli studi di scuola superiore,
quando oltre a studiare la storia dell'arte ci è stata data la
possibilità di visitare alcuni musei. Concluso il periodo
scolastico, ho iniziato a coltivare questa passione all'interno della
mia vita quotidiana, quando la curiosità e la suggestione sono
diventate una ricerca molto naturale, anche durante i periodi in cui
non dipingevo. Ogni volta che ho modo di poter visitare qualche museo
ho un grande entusiasmo, perché credo che sia semplicemente
meraviglioso osservare testimonianze del tempo, immedesimarsi
nell’artista e capire come ha fatto a realizzare tale opera d’arte,
ammirarla quando la troviamo davanti ai nostri occhi. C'è sempre
qualcosa di nuovo da imparare e questo mantiene vivo il mio animo e
dona un senso al tutto.
D: Qual è il contesto museale che hai visitato che ti ha
trasmesso maggiore coinvolgimento e perché?
R: Premettendo che ogni museo ha la sua bellezza e importanza, quello
che mi ha colpito maggiormente sono stati gli Uffizi a Firenze, che
ritengo, a mio avviso, una scuola di insegnamento, oltre che
d’incanto, per la pittura. Anche se la mia esecuzione è diversa,
rimane l'interesse nel capire come viene usato il pennello. Quello
che mi ha coinvolto completamente è stata la Galleria
dell’Accademia, sempre a Firenze, al cui interno troviamo la statua
del David di Michelangelo. La prima volta che ho avuto modo di
visitarla è stato incredibile, soprattutto per l’effetto che mi ha
trasmesso: mi è venuta la pelle d’oca non appena ho visto la
scultura dal fondo del corridoio. Questa sensazione, per quanto mi
riguarda, è stata inaspettata: una figura scultorea potentissima che
attrae gli occhi e non puoi far altro che ammirare ogni singolo
dettaglio di questa opera monumentale realizzata da Michelangelo.
Interessante è inoltre la serie di figure del non-finito “I
Prigioni” dove l'immagine esce dal marmo.
D: Quale museo che non hai mai ancora visitato vorresti vedere
durante questo nuovo anno e perché?
R: In questo anno vorrei visitare, appena avrò l'occasione, i Musei
Vaticani e Villa Borghese a Roma, per la loro ricca quantità di
opere e qualità storica e avere modo di vedere da vicino anche uno
dei miei pittori preferiti in assoluto, Caravaggio, oltre a grandi
maestri della scultura e della pittura stessa. Questo anche per
cercare di apprendere quanto più possibile con gli occhi la
realizzazione delle figure, visto il seguito che ha preso la mia fase
produttiva. É sempre questa ricerca di stimoli che mi permette di
mantenere l’interesse per la pittura in maniera del tutto viva.
Inoltre vorrei visitare la Cappella Sansevero a Napoli, per ammirare
le sculture che si trovano all’interno, soprattutto il “Cristo
Velato” di Sanmartino, per osservare l’effetto del panneggio.
Oltre che sulla pittura il mio interesse ricade anche sulla scultura,
in parte credo anche per il discorso detto precedentemente. Ho una
grande ammirazione per chi ha realizzato certi capolavori, capendo
che anche loro erano persone come me e come tutti noi, capaci di
trasferire nel linguaggio universale dell’arte la realtà e i
sentimenti.
Fonte notizia
danielmanniniart.it