Asia nasce cantando, ma nel vero senso della parola, visto che mamma Federica racconta che in ospedale nemmeno riconobbe il suo pianto da neonata come tale, tanto era melodico ed intonato.
La via pareva segnata, e così fu. Sono passati 17 anni e Asia ha mantenuto tutte le promesse, restando melodica, come la sua matrice indie dichiara, ma aggiungendo le note blue del funky e del soul, e le sonorità più moderne, arrivando addirittura alla drill.
Suona piano, chitarra e violino, e compone come fosse Big Mama Thornton, seduta al piano, niente pc e, soprattutto, niente autotune, come si può facilmente evincere da Riflesso (i dolori della giovane Vader) che come si capisce dal titolo fonde il mondo di Star Wars con la raffinatezza di Goethe, rivolgendosi ad entrambi i mondi comunque con l'efficacia di liriche dirette alla sua generazione, per un inno che rischia di diventare, appunto, generazionale.
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