La fast fashion e la grande richiesta di jeans hanno un impatto significativo sull'ambiente, consumando in media 4000 litri di acqua per capo e contribuendo all'impoverimento dei terreni destinati alla coltivazione del cotone. Questo, insieme al basso costo dei jeans in negozio, solleva interrogativi sul valore del lavoro lungo la catena di produzione.
La riflessione si estende anche agli effetti perversi della fast fashion, con il problema degli scarti che vengono gettati via.
Il rimedio francese
In Francia, una soluzione promossa dal Ministro per la transizione ecologica è il bonus riparazione, un investimento di 154 milioni di euro in 5 anni per incentivare la riparazione degli abiti anziché il loro smaltimento. Questo sistema offre incentivi fino a 7 euro per la riparazione dei tacchi delle scarpe e dai 10 ai 25 euro per l'abbigliamento.
Il costo apparentemente basso di alcuni capi nasconde un 'costo occulto' che pesa sull'ambiente e sui lavoratori. Un rapporto presentato da Abn-Amro e Impact Institute, intitolato 'The true price of jeans', mette in luce questa realtà.
L'articolo solleva l'interrogativo se solo i jeans di marca possano essere considerati sostenibili. Sottolinea l'esistenza di una crescente nicchia di piccoli produttori che realizzano moda sostenibile con alta qualità e prezzi accessibili, operando in filiere corte e producendo capi duraturi.
Le soluzioni Made in Italy a prezzo equo e basso impatto ambientale ed elevato valore economico e sociale
Brand come Spirit of St. Louis offrono jeans di alta qualità con prezzi più che accessibili rispetto alle grandi firme. Ci riescono perché, anche se utilizzano materiali di pregio come il denim giapponese, che è notoriamente di qualità superiore e viene tinto in modo naturale; senza cioè l'impiego di sostanze chimiche nocive per l'uomo e per l'ambiente, producono piccole collezioni in modo artigianale a livello locale, riuscendo così a garantire resistenza e durata dei capi e basso impatto ambientale.
Inoltre producono un benefico effetto sociale ed economico perché valorizzano le competenze e le risorse del territorio, creando lavoro e consumi a livello locale, senza bisogno di importare merci da zone remote del pianeta.
Questi marchi indipendenti rappresentano un'alternativa reale per chi desidera ridurre l'impatto sociale e ambientale degli acquisti senza spendere cifre eccessive. Si spera che i media prestino maggiore attenzione a queste realtà emergenti, evidenziando la validità delle proposte di moda di qualità a livello locale, equamente retribuite e valorizzate. Spetta ai consumatori sfruttare queste opportunità offerte dai marchi indipendenti di qualità.