?stanbul, 30 novembre - 2 dicembre 2023
Nel corso del prestigioso Congresso Mondiale Internazionale di Studi Urbani II tenutosi a Istanbul dal 30 novembre al 2 dicembre 2023, un ruolo di particolare rilievo è stato svolto dal nostro notevole giurista Pablo Banchio, Posdottore in Diritto presso l'Università degli Studi di Reggio Calabria.
Il 1 dicembre, l'attenzione della comunità giuridica internazionale si è concentrata sul contributo di Banchio, che ha affrontato la complessa questione dei rifugiati ambientali. Ha enfatizzato la necessità di riconoscere una nuova categoria di rifugiati, focalizzando l'importanza di tale riconoscimento e la sfida di ottenere un consenso internazionale sulla definizione di "rifugiati ambientali".
Banchio ha sottolineato l'urgenza di costruire un sistema di diritti specifici che formalmente riconosca uno status giuridico per coloro che si trovano in questa condizione unica. Tale proposta, come ha dichiarato il giurista, rappresenta una sfida innovativa al diritto internazionale, cercando un equilibrio tra la dimensione umana e quella ambientale.
Il giurista ha presentato con forza la sua formulazione teorica del "diritto umano a non emigrare". Tale concetto mira a promuovere uno sviluppo economico, sociale, culturale e ambientale che generi condizioni di vita dignitose, evitando l'esodo forzato degli abitanti e consentendo loro di perseguire liberamente i propri progetti di vita.
Durante la Conferenza Internazionale su Sviluppo e Migrazione, il 23 luglio 2023, a Roma, il concetto di Banchio è stato ulteriormente sottolineato dalla Priministra italiana Giorgia Meloni. La Meloni ha evidenziato l'importanza di prestare attenzione al diritto di non essere costretti a migrare, sottolineando che, in un'epoca in cui si discute tanto del diritto di migrare, il diritto di non migrare merita altrettanta considerazione.
La condizione dei rifugiati ambientali, come ha sottolineato Banchio, richiede un impegno globale per la costruzione di un sistema di protezione specifico per questa categoria emergente di rifugiati. L'importanza di tale riconoscimento dovrebbe essere promossa da accademici, società civile e comunità internazionale, con le Nazioni Unite che svolgono un ruolo chiave in questo processo. Solo attraverso questa collaborazione potremo affrontare adeguatamente le sfide derivanti dalle migrazioni ambientali, creando un mondo in cui il diritto di non migrare sia altrettanto riconosciuto e rispettato quanto il diritto di migrare.