Un’opera nata con l’intento di un unico filo conduttore, il ciclismo, per poi aprirsi a diversi stati d’animo, in una sorta di viaggio onirico, ipnotico nel tempo, che vanno molto al di là della bici. E una bici, con un filo, è dipinta anche in copertina, proprio ad indicare il disagio, lo smarrimento per l’imperfezione del fluire della vita tra le occasioni e il tempo. Si tratta dell’opera “Le ruote non sono sempre rotonde”, scritta dall’autore fiorentino Paolo Raugei, medico in servizio presso l’ospedale di Prato, e pubblicata nella collana “I Diamanti della Narrativa” dell’Aletti editore. «La scelta di questo titolo - racconta lo scrittore - sintetizza il messaggio che vorrei proporre ai lettori, attraverso i miei racconti e le mie poesie: la successione degli eventi presenta, talvolta, delle angolosità che ostacolano il cammino, ma le distorsioni al normale fluire delle ciclicità non sono solo intoppi, bensì fonte di crescita e autoanalisi».
Nonostante la scrittura lo abbia, poi, portato altrove, superando la mera tematica del ciclismo, Paolo Raugei, di proposito, non ha voluto modificare il titolo della raccolta, in quanto può essere indicato anche per altri eventi che scivolano burrascosamente nel corso della vita quotidiana. Sono episodi staccati, frammenti di un collage bizzarro, ma chi di noi non ha avuto la sensazione di perdere il filo di questa matassa così ingarbugliata dell’esistenza e di annodare questi spezzoni apparentemente con degli artifici? Il tempo, poi, appiana tutto, rendendo omogenei anche gli strappi. «Si tratta di racconti e poesie che ho scritto in tempi anche diversi. Componendo ogni racconto - spiega l’autore - o poesia di getto, intrance, senza difese, è accaduto un fatto per me insolito: le parole hanno scritto su di me vari messaggi, in una sorta di effetto boomerang. Amo la prosa poetica, sintetica. Le parole non mi hanno mai fatto sentire solo. Il mio lavoro e il contatto con il mondo del ciclismo mi hanno portato sempre di più vicino alle sofferenze, alle ansie e ai sogni dell’uomo». L’opera vuole essere uno stimolo per risvegliare le emozioni che bisogna cercare, fermandosi; per poi lasciarsi attraversare da loro. «La mia fonte di ispirazione viene proprio dalle pagine lasciate in bianco in questo percorso. Vorrei che si riuscisse a non giudicare mai gli altri e i fatti, solo ad analizzarli, e vorrei poter insegnare ai giovani le modalità e indicare gli strumenti per continuare questo lavoro».
Da questa raccolta è scaturito un lavoro teatrale dal titolo “Padri di biciclette”, che andrà in scena venerdì 15 dicembre, alle ore 21, e domenica 17 dicembre, alle ore 17, al Teatro Magnolfi di Prato; con Alessia Bresci, che ha coinvolto in questa realizzazione Carlotta Vettori, flautista e compositrice di musica jazz, e Dimitri Chechi, curatore del video. Le letture sono tratte, appunto, da “Le ruote non sono sempre rotonde” di Paolo Raugei (Aletti editore). Nella hall del teatro saranno a disposizione le copie del libro per l’acquisto. «Sono soddisfatto - conclude Raugei – perché, in questo modo, le parole potranno perdere ancora di più un valore assoluto, assumendo una relatività “leggera”; avranno forma e movimento in una sorta di danza in musica».